Un match infinito quello tra l’ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino, alias Svetonio per l’ormai nota vicenda SISDE (servizio reso dallo stesso allo Stato e teso alla lotta contro la mafia in generale ed anche alla cattura di Matteo Messina Denaro) e il Calcara Vincenzo. già stato condannato e più volte querelato per diffamazione e calunnia proprio dalla parte civile Antonio Vaccarino.
“Ritengo ci siano tutti i presupposti giuridici perché il pentito Calcara venga rinviato a giudizio e condannato per il reato di calunnia a seguito della ulteriore denuncia presentata presso la Procura di Catania e dell’ultima integrazione” ha commentato l’Avv Giovanna Angelo, difensore di fiducia dell’ex sindaco Vaccarino.
Non è la prima volta che Calcara è chiamato a rispondere del reato di calunnia, per il quale, nonostante la pesante richiesta di condanna da parte del Pubblico ministero di Marsala, ha beneficiato in passato di una sentenza di archiviazione per avvenuta prescrizione del reato.
“La nuova querela, la successiva integrazione e la sede adita – afferma l’Avv. Angelo – sono dovuti all’esigenza di difesa di fronte ad un ulteriore ingiusto discredito in danno del mio assistito, più volte accusato ingiustamente dal Calcara per episodi per i quali la Cassazione aveva confermato l’assoluzione, nonché dalla scoperta di verità dirompenti in ordine a presunti insabbiamenti operati da talune procure – a dire del pentito – e all’attività criminosa di Calcara Vincenzo, come dallo stesso resa nota.
Calcara infatti, durante una conversazione telefonica con l’editore della testata “La Valle dei Templi”, Gian Joseph Morici, ha rivolto pesanti accuse alla Procura di Palermo, Trapani e Caltanissetta, a suo dire colpevoli di aver insabbiato e di non averlo voluto sentire sulle stragi di mafia.”
Secondo l’Avv. Giovanna Angelo, difensore di fiducia di Vaccarino “queste accuse rivolte alle Procure rappresentano un vulnus rilevante ed è da considerare sconvolgente il motivo per il quale il Calcara ha chiesto di scrivere e rendere di dominio pubblico nel libro scritto con la giornalista Simona Mazza, dal titolo “ Dai memoriali di Vincenzo Calcara. Le cinque entità rivelate a Paolo Borsellino”, di avere partecipato al trasporto dell’esplosivo utilizzato per la strage di Via D’Amelio. E’ possibile accettare la circostanza che una tale ammissione di colpevolezza venga trascurata totalmente?”
L’ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino, in passato ha presentato diverse denunce presso le Procure alle quali fa riferimento Calcara, specificando fatti e circostanze che, chiariti, motiverebbero il perdurare della latitanza di Messina Denaro.
Dalle motivazioni e dai contenuti di questa ulteriore denuncia per calunnia presentata da Vaccarino, Calcara, già screditato dalle dichiarazioni di TUTTI I pentiti come Patti, Zicchitella, Siino, Sinacori, Geraci. Brusca e altri, emergono circostanze che impongono ulteriori chiarimenti in merito al ruolo e alle modalità con le quali il “pentito” Calcara afferma di aver collaborato con la giustizia.
“Non v’è dubbio alcuno – sostiene l’Avv. Giovanna Angelo – che il non ottemperare alle disposizioni di legge in materia di collaborazione con la giustizia, celando per anni un delitto commesso, ponga Calcara nella posizione di chi ha tradito la fiducia dello Stato. Calcara, ormai da tempo uscito dal programma di protezione, in udienza nel processo Rostagno, celebratosi innanzi alla Corte di Assise di Trapani, ha prima confermato di avere commesso un solo omicidio; di essere stato condannato per un omicidio e di esserne stato l’esecutore materiale avendo sparato, salvo poi dichiarare una verità inedita: dell’unico omicidio per cui è stato condannato, si è sempre proclamato innocente e lo è perché in effetti l’omicidio che ha commesso è un altro.
Si è poi avvalso della facoltà di cui all’art. 198, comma 2 c.p., non volendo aggiungere altro: né chi fosse la vittima, ne quando sia stato commesso questo misterioso omicidio.”
“Quali iniziative giudiziarie sono state intraprese per aver trasportato l’esplosivo per l’attentato al Giudice Borsellino e per questo delitto confessato in aula?” – si chiede il legale di fiducia dell’ex sindaco Vaccarino, che sottolinea come di quest’ulteriore e circostanziata denuncia fanno parte integrante registrazioni telefoniche, verbali di testimoni e nuove dichiarazioni di altri pentiti, acquisite nell’ambito delle investigazioni difensive.
“Ad avvalorare quanto emerso nell’ambito delle investigazioni difensive in favore del mio assistito – prosegue l’Avv. Angelo – quanto affermato dall’ex questore Rino Germanà durante le udienze del processo in corso a Caltanissetta che vede imputato Matteo Messina Denaro per le stragi del ’92/93. Il Dottore Germanà, che all’epoca dei fatti ricopriva il ruolo di Capo della Squadra mobile di Trapani, ha dichiarato di essere venuto a conoscenza di come lui, il Dottore Michele Messineo, allora Questore Vicario, e altri, dovevano essere “colpiti e seppelliti”. Il mio assistito era considerato “l’astro nascente della Democrazia Cristiana” e proprio a quest’ultimo Germanà si rivolgeva, per avere chiarimenti circa le dinamiche interne del suo Partito.
Germanà rimase vivo per miracolo, Messineo bloccato nella naturale ascesa alla carriera apicale nelle Polizia quale Primo Dirigente più giovane d’Italia, e Vaccarino calunniati e vilipesi. Tutti e tre erano invisi ai Messina Denaro, perché a vario titolo nemici di “cosa nostra” .
Spetterà dunque alla Procura di Catania valutare la querela presentata da Vaccarino contro Calcara, ma, al contempo, anche la valutazione in merito a quanto sembra emergere sul coinvolgimento di Vincenzo Calcara in reati ben più gravi da quello di calunnia.
“Certamente questa difesa – conclude l’Avvocato Angelo – si propone di chiedere Verità e Giustizia al Consiglio Superiore della Magistratura, al Consiglio di Stato e a Strasburgo. Ritiene inammissibile che dichiarazioni e prove cosi sconvolgenti possano essere trascurate dall’Autorità Giudiziaria in generale e da quella di Caltanissetta in particolare che sta processando, quasi fosse una telenovela infinita sulle maledette stragi, Matteo Messina Denaro.”
Abbiamo chiesto al Professore Antonio Vaccarino chiarimenti in merito a questa ennesima denuncia contro Vincenzo Calcara e ci ha rilasciato questo commento che ne spiega le motivazioni.
“Il problema infatti non è Calcara ma a cosa fu funzionale Calcara. Se Scarantino rappresenta il depistaggio post stragi, quello che accadde a Castelvetrano nel ’91 fu un’alta opera di ingegneria criminale. Da una parte Matteo Messina Denaro che si riuniva con il gotha della mafia trapanese e palermitana (e non solo con loro) per pianificare le stragi, dall’altra i presunti pentiti di quel momento, tra i quali il Calcara, che tenevano lontane le attenzioni degli investigatori da quel gruppo criminale, spostandole in altre direzioni. Non bisogna infatti dimenticare che Calcara non fece mai il nome di MMD. Per rendere credibili questi 4 soggetti, qualcosa dovevano pur dirla. E qui entrano in gioco le menti certamente acute (cosa che non erano le 4 comparse) che agiscono da suggeritori e dirigono la regia di intrecci, dichiarazioni e incontri… Un disegno ben riuscito, visto che 26 anni dopo siamo ancora qui a discuterne. Ma, e qui il ma ci vuole, nessuno ha fatto i conti con le smanie di protagonismo di un Calcara che in ogni sede dice di tutto di più, salvo poi smentire sè stesso e rilasciare dichiarazioni che in qualsiasi altro paese avrebbero portato immediatamente alla sua imputazione. Superficialità? Dolo? Quello che a mio modesto avviso è certo, che ci fu chi artatamente costruì tutto questo e chi, sbagliando, seguì la falsa riga tracciata da altri. Se Scarantino è servito per così tanto tempo ad allontanare i sospetti dai veri colpevoli, i nostri 4 eroi, con le loro dichiarazioni, furono, quasi certamente in modo inconsapevole, gli autori di un primo e ben più grave depistaggio ante litteram funzionale al compimento delle stragi. Calcara una verità la sa e la può dire: “chi fu il regista che manovrò questa fase del depistaggio”. Al punto in cui siamo, con quello che si evince dagli atti e con i colloqui telefonici intercorsi tra me e lui (e regolarmente registrati) se un Magistrato volesse conoscere la verità, non dovrebbe far altro che mettere Calcara dinanzi le sue responsabilità… Calcara è solo il punto di partenza, non quello di arrivo…”