Fondacaro, adesso collaboratore, ma prima medico, uomo in contatto con le cosche della Piana di Gioia Tauro e anche massone e’ diventato un testimone importante anche per le investigazioni antimafia nel trapanese. I Pm di Palermo si interessano a Fondacaro anche per la vicenda Savalle e di chi gestisce il tesoro di Matteo Messina Denaro
Chi è Il dottor Marcello Fondacaro ?
Un colletto bianco griffato
Ndrangheta e usura, il pentito Fondacaro fa i nomi degli strozzini dei clan
Il medico di Gioia Tauro spiega come funziona il giro dell’usura per accaparrarsi in caso di inadempienza i beni dei creditori Usura e ‘ndrangheta. Per il collaboratore di giustizia Marcello Fondacaro è un connubio inscindibile, perlomeno nella Piana di Gioia Tauro, area che conosce per esserci nato e cresciuto.
Le sue conoscenze spazziano dal mondo della masso-‘ndrangheta al pm della Dda di Reggio Calabria, Stefano Musolino. Fondacaro parla dei rapporti tra le logge di Reggio Calabria e quelle di Trapani: due aree, il Reggino e il Trapanese, tra le più povere d’Italia, ma anche le più gravide di massoni: “Ho riferito appunto come dicevo di essere stato membro della massoneria, delle loggia Giustinianea già dal… fine ‘8O, inizio 90 … su Roma, quindi ho avuto molti rapporti con la loggia di Piazza del Gesù di cui faceva parte anche Andreotti e altri uomini importanti”.
Molte informazioni Fondacaro le ricava da Luigi Emilio Sorridente, massone e uomo dei Piromalli, cui gli inquirenti ritroveranno materiale riferibile alla P2 di Licio Gelli: “Sorridente… mi dissero che dovevano (inc.) riunione presso l’Hotel Plaza, dove albergavano In quel periodo unitamente a Don Stilo, con Pietro Aranlti, che allora era onorevole nazionale, anche lui fratello massone … e dovevano incontrare Matacena Amedeo.
Nel 2016 ,Al Procuratore capo della Dda di Palermo Francesco Lo Voi, dell’allora aggiunto Teresa Principato e del pm Carlo Marzella Fondacaro disse: ‘Io non facevo parte di quella loggia massonica, né ho mai partecipato ad alcuna riunione. Erano loro che si presentavano e si qualificavano fratelli e si salutavano incrociando i rispettivi indici sul polso altrui o battendosi una mano sul petto, quasi come i mussulmani. Io chiesi informazioni su questa loggia siciliana al mio referente massone in Calabria, Giuseppe Strangi di Gioia Tauro, il quale mi disse che per loro quella era una massoneria di origine mafiosa’. Fondacaro ha raccontato ai pm che nel 2000 ebbe meglio a conoscere la loggia massonica ‘la Sicilia’, e lì ebbe presentati alcuni aderenti: ‘Il senatore D’Alì l’ho avuto presentato come massone’.La massoneria ,secondo il racconto di Fondacaro ebbe un ruolo preciso per amalgamare ogni contatto con la mafia. Parti di queste dichiarazioni vennero pubblicate dal mensile S e riportate da diverse testate online
Fondacaro disse durante una pubblica udienza
Messina Denaro e D’Alì nella stessa loggia massonica
Matteo Messina Denaro e il senatore D’Alì sono massoni e appartengono alla stessa loggia”. Il colpo di scena al processo a Palermo davanti alla Corte di appello dove era imputato il parlamentare trapanese Antonio D’Ali
Di questa super loggia ne ha parlato l’ex pentito Tuzzolino, oggi in carcere per calunnia.
Quando si parla di questi argomenti, si ha la sensazione che qualcuno giochi con i nomi e cognomi.
La prudenza su certe dichiarazioni dimostra la professionalità dei magistrati
Potrebbe anche essere un tentativo di depistaggio
Occorre avere riscontri concreti, altrimenti si rischia di girare a vuoto
Capire il ruolo della massoneria e della politica nel contesto mafioso è la chiave di lettura di molti misteri italiani e siciliani
Fondacaro ha detto ai PM di essere appartenuto, ricevette l’indicazione di mettersi in contatto con un armatore mazarese. “ ‘mi fu indicato il nome di Paolo Lisma ( deceduto, ex sindaco di Mazara del Vallo e padre di Nicola ). Lui personalmente mi fece i nomi di altri massoni della provincia di Trapani, ne facevano parte anche i cugini Salvo di Salemi, l’on. Pino Giammarinaro. Apprendo via via che la mafia di Mazara del Vallo, e quindi della provincia di Trapani, i mafiosi Mazara del Vallo, Castelvetrano in modo particolare e salemitani, non sono altro che fratelli massonici, politici, colletti bianchi … l’appartenere alla massoneria romana mi aiutò a risolvere i miei problemi a Mazara, si mosse su ordine di Andreotti il senatore Cerami e così alla mafia e alla massoneria locale arrivò l’ordine di lasciarmi in pace, lo seppi dal dottore Giovanni Gentile, anche lui faceva parte della massoneria … Io ho partecipato alle riunioni su Roma e in Calabria, ho partecipato qualche volta a qualche riunione giù in Sicilia, presso la casa di Giovanni Gentile, dove lui mi presentò vari personaggi Salvatore Tumbiolo, Matteo Asaro, Giovanni Tumbiolo avvocato di Mazara del Vallo, il professore Caradonna di Castelvetrano e altri personaggi come Epifanio Agate, il figlio di Mariano che non aveva bisogno di essere massone diciamo lui era rappresentato dal figlio all’interno della loggia massonica, questo mi fu detto, perché per essere presentati, quando uno entra in una loggia massonica, deve essere presentato da altri fratelli. L’unico in quel momento in cui poteva fare un ingresso, era il figlio perché era incensurato innanzitutto, il padre era già detenuto o latitante … alcune riunioni massoniche si svolgevano presso l’Hotel Hopps di Mazara
Fonte: Il Dispaccio, S , Global, Blog Calabria
Il Circolaccio