“Il Tenente Canale mi disse che era dei servizi segreti”. A parlare è Gioacchino Schembri, collaboratore di giustizia originario di Palma di Montechiaro, a lungo gestore a Mannheim (Germania, ndr) di una pizzeria che forniva copertura e rifugio ai latitanti di Cosa nostra. Un pentito tanto importante che il Procuratore aggiunto di Palermo, Paolo Borsellino, decise di occuparsene personalmente nelle settimane immediatamente precedenti alla strage di via D’Amelio. Rispondendo alle domande del pm Nico Gozzo, nell’ambito del processo Borsellino quater celebrato a Caltanissetta innanzi alla Corte d’Assise presieduta da Antonio Balsamo, Schembri ha ricordato di avere fornito dichiarazioni sull’omicidio del Giudice Livatino mentre nulla disse in merito alla morte del maresciallo Guazzelli “io sapevo che ad uccidere Guazzelli erano stati Gaetano Puzzangaro e Benvenuto Giuseppe Croce. Lo dissi a Canale (allora maresciallo, ndr) ma mi disse che i killer di quell’omicidio erano palermitani, che era stata una mano di Palermo e che erano già individuati. Non solo mi disse di non parlare di queste cose di Guazzelli con Borsellino, mi disse: “non le tiri fuori”. Ma io sono sicuro che l’omicidio l’hanno fatto Croce e Puzzangaro” Gozzo chiede: “Ma perchè non doveva parlarne con Borsellino?”. E Schembri: “non lo so. disse solo che i killer erano già individuati”. Pare non importasse nulla che si trattava di falsità evidenti!
Estradato in Italia su un aereo dei servizi dopo l’arresto in Germania, in carcere ha detto di avere ricevuto la visita del tenente Canale: “ Avevo paura , tante cose, ero bloccato, Canale mi disse: tranquillo, non ti preoccupare, ci penso io, come a far capire che lui era potente” . Schembri ha poi chiesto di non aver più contatti con Canale e alla domanda su quale fosse il motivo, Schembri ha dichiarato senza remora: ” a me sembrava più un mafioso che un poliziotto” , ma a questo punto Gozzo lo ha bloccato: queste sono considerazioni sue non permesse”.
In uno dei suoi incontri con il tenente Canale ebbe modo di conoscere anche il Generale Mori “prima me ne parlò, poi lo conobbi – ha aggiunto il pentito – A quel punto mi dissero che avrei avuto a che fare con il Maggiore Obinu”.
Dei rapporti tra Canale e Mori Schembri parlerebbe in un verbale di interrogatorio del 5 novembre 2009, acquisito al processo, in cui verrebbero inquadrati nello stesso discorso dei servizi segreti anche se oggi il collaboratore di giustizia è sembrato meno è certo. “ Penso che le cose siano separate, non hanno niente a che vedere Mori con Canale è tutta un’altra cosa”.
Il dibattimento è poi proseguito con le audizioni dei pentiti Francesco Paolo Anzelmo, Francesco Geraci e Francesco La Marca. Il primo, citato dall’avvocato Sinatra (difesa degli imputati Salvatore Madonia e Vittorio Tutino, ndr), ha riferito in merito al progetto di morte nei confronti di Paolo Borsellino quando questi era procuratore a Marsala. ” Raffaele Ganci ci disse che dovevamo organizzarci e noi eravamo pronti. Si doveva fare di domenica quando lui andava a prendere il giornale. Poi però il tutto venne sospeso. Ganci non ci disse il motivo ma è ovvio che in entrambe le decisioni l’ultima parola era della Commissione”. In questo contesto diventa inquietante “la presa in giro…” del falso pentito Calcara: “Signor Giudice dovevo ucciderla con un fucile a cannocchiale, o lei o un altro giudice innocente!” Sappiamo purtroppo come le cose siano andate completamente in modo diverso. Deduciamo come palesemente altro non era il Calcara che un depistatore.
Francesco Geraci ha invece approfondito il viaggio effettuato a Roma, nei mesi precedenti alle stragi per effettuare alcuni omicidi. “ Ci concentrammo su diversi obiettivi. Pedinammo Costanzo, Martelli, Falcone, ma anche altri erano in lista. Eravamo io, Sinacori, Renzino Tinnirello, Matteo Messina Denaro, Giuseppe Graviano ed un certo Fifetto”. E’ fatto noto che dopo alcuni appostamenti nel centro di Roma , il gruppo di fuoco venne richiamato in Sicilia da Riina in quanto “avevano trovato cose più importanti giù”. Ancora e sempre più emerge come Calcara Vincenzo fosse stato indottrinato per accusare innocenti a copertura di Matteo Messina Denaro & C. CHE NON CONOSCEVA?? Brusca, Sinacori, Siino, Geraci, Ferro, Milazzo, etc etc verbalizzano: Matteo pagava Canale perchè inducesse Calcara, Spatola, ad accusare per depistare, proteggendo i veri mafiosi che non indicava come tali. Calcara dopo 20 anni di idolatrazione di Canale, oggi lo accusa di essere il traditore del Giudice Borsellino. C’è qualche Giudice di Berlino in missione da noi???!!!
Sarebbe utile chiedere all’ormai ex potente Procuratore Ingroia, se porterebbe ancora Calcara a Castelvetrano “per insegnare legalità” e cosa ne pensano i suoi “amici” Salvatore Borsellino e alcuni responsabili di associazioni antimafia.
Viva Fiammetta Borsellino.
Maurizio Franchina