Ancora una volta torniamo a parlare del Professore Vaccarino, vista la malainformazione data della decisione della Corte di Cassazione di Roma in merito al ripristino della carcerazione come si è dato a credere ai più, mancando di spiegare che non si è trattato di una revoca della decisione del Tribunale del Riesame ma di un reinvio degli atti allo stesso tribunale per un vizio di forma e cioè per verificare alcuni passaggi se sono stati effettuati correttamente e quindi eventualmente decidere se la decisione presa è stata corretta. Ma torniamo a parlarne anche perchè è tornato a farsi sentire il personaggio Vincenzo Calcara con alcune sue inquietanti comparsate accadute negli ultimi giorni.
Quindi assieme a tanti autorevoli interventi sui Social, in queste ultime ore riguardo le “stranezze” o anomalie dell’ormai acclarato finto pentito Calcara Vincenzo continuiamo a seguire con obiettiva attenzione quello che è ormai divenuto “il caso Vaccarino”. Fatti e circostanze producono inevitabilmente tanti interrogativi da rendere obbligata la delucidazione di quello che sostanzialmente rimane il mondo delle protezioni di Matteo Messina Denaro, latitante da 25 anni che però piuttosto che il suo arresto ha prodotto la vanificazione di tutto il lavoro rischioso condotto da servitori dello Stato. Purtroppo abbiamo visto Generali, Questori, alti Ufficiali, Carabinieri e poliziotti infangati e processati proprio quando erano stati sul punto di poter contribuire a mettere la parola fine alla latitanza che ha devastato Castelvetrano. persino qualche magistrato, vedi la Principato, condannata per violazione di segreti d’ufficio e operazioni di Polizia che definire intempestive è poco.
Ricevuta in proposito una nota del Prof Antonio Vaccarino abbiamo chiesto chiarimenti al suo difensore Avv Giovanna Angelo la quale con condivisa e ferma convinzione del suo assistito ci ha confermato che tale nota altro non è che un piccolo, sintetico particolare di una copiosa documentazione all’esame del CSM.
di seguito la nota pervenutaci in redazione:
“C’è qualcosa che non quadra…ai malfattori ! Sono ancora vivo ! 5 anni a Pianosa con l’unica certezza quotidiana di non arrivare al giorno seguente, con le ossa fracassate da manganelli senza guaina di gomma che straziavano i miei gomiti quale unico mezzo di possibile spostamento corporeo. Con la costante sgomenta domanda : perché? Calcara Vincenzo, assassino e violentatore, mi accusava delle più orrende nefandezze. Poco importava ai conduttori di solo presunta Giustizia se tutti gli Investigatori testimoniavano senza tentennamenti della mia correttezza sociale . Serviva ai manovratori che la mia morte da “mafioso” potesse coprire i veri mafiosi che Calcara si guardava bene dall’indicare. Tant’è che Geraci Francesco, dichiarava in udienza allo stesso PM. che tale fradiciume era imbeccato da Matteo Messina Denaro che così non risultava nemmeno figlio del capomafia Francesco, “ non più capo perché latitante” diceva Calcara.
Calcara “imbeccato” da quel carabiniere della Procura che, dopo 20 anni di quasi venerazione, addita come il traditore del Giudice Borsellino. “per prendere in giro Giudici e Carabinieri basta solo fantasia” . Del Calcara è filosofia sbandierata.
Sono stato assolto dopo 5 anni perché Iddio ha voluto che la stessa Pubblica Accusa, accertata la mia estraneità dal marciume mafioso, ne chiedeva l’assoluzione. Uscivo ancora vivo dall’inferno di Pianosa. Con le ossa rotte, ma vivo! Sperava, chi perfidamente aveva ordito tutto, che mi limitassi a respirare la libertà esistenziale abbandonando pericolose velleità di aspirazione al trionfo della Giustizia. Ho convissuto troppo con la Signora Morte riuscendo a violentarla piuttosto che subirla come mantide religiosa. Non mi spaventa affatto la morte. E , se il mafioso malfattore truculento minaccia la mia soppressione, è consapevole della mia massima che vuole che io sia vivo quando la morte arriva!
Latitante da 25 anni perché protetto da inquietanti personaggi che rubano lo stipendio allo Stato quali infedeli suoi rappresentanti. Brusca, Siino, Sinacori, Geraci, Patti etc etc “Matteo pagava con diverse decine di milioni chi costruiva falsi pentiti a copertura di se stesso ….” Queste ed altre gravissime accuse dei collaboratori di alto livello mafioso. Considerati per tutto , meno che per la perentoria loro testimonianza della mia assoluta lontananza da ogni contesto malavitoso. Tutto è stato facile ACCERTARE ! Perchè impossibile per la Procura da ACCETTARE? E se, malauguratamente per tali signori, Pianosa non mi aveva ucciso, si rendeva necessario il mio totale isolamento. Dal che…tenuto lontano dagli Investigatori che potevano da me avere l’aiuto necessario e funzionale al conseguimento dell’assicurazione alla Giustizia di Matteo Messina Denaro! Sarebbe bastato a fior fiore di Servitori dello Stato chiedere la provenienza di tale impedimento per….risalire a diabolik e ai suoi altolocati e stretti protettori! Tant’è! Eseguono ordini da chi arresta per irrealistici favoritismi integerrimi cittadini e non trova il latitante. La “disattenzione omicidiaria del Matteo latitante “ viene sostituita con arresto ulteriore, utile a frenare l’imminente trionfo della Giustizia attraverso la conclamazione della verità che dimostra nei fatti, nei verbali giudiziari, negli accertamenti trentennali, nelle testimonianze di tutte le Forze dell’ordine che sono null’altro che una persona perbene al servizio dello Stato di diritto. E non del suo rovescio inteso come vomito! Ma le motivazioni, assurde nell’assunto accusatorio, vengono smontate dai Giudici del Riesame. Tuoni , fulmini e opposizioni. La Cassazione rileva un vizio di forma procedurale e rinvia al RI- Riesame. Ma nei prossimi giorni, un’importantissima udienza della quale non più stranamente è a conoscenza Calcara, con il parere favorevole della Procura Generale della Repubblica Italiana ( a scanso di equivoci !) , verrà sentenziata la tortura giudiziaria da me subita per 27 anni. E allora accadono le cose che taluni reputano strane , essendo invece normale ricorso ad atti assassini effettuati da delinquenti. Calcara , si ritrova agli arresti domiciliari proprio a Castelvetrano. Da dove è assente da oltre 30 anni. A pochi metri da casa mia !!!! Giorno 3 ottobre si volge l’udienza dal GUP di Palermo che deve decidere sulla sorte del Colonnello Zappalà, dell’App. Barcellona e mia. Chi ci ritroviamo ? Calcara Vincenzo. Quello che “imbroglia il Ministero per avere i benefici previsti a favore dei veri pentiti”. Quello che “faceva finta di essere come Buscetta”. E così ponsando a beneficio degli operatori del male. Il PM d’udienza lo caccia via senza consentirgli di intervenire come “autorevolmente” riteneva di poter fare! Si sposta presso la Procura e da li , pomposamente ritorna a Castelvetrano. Domanda qualcuno, anonimamente per paura, “ma PM e Procura dovevano limitarsi ad allontanarlo o, invece, obbligatoriamente arrestarlo per evasione ? Sicuramente, non erano a conoscenza dell’attuale stato detentivo del Calcara. Aveva affermato in udienza “di essere protetto da Lo Voi e Natoli” Il PM presente aveva chiesto invano la trasmissione degli atti. Ma quando mai! Calcara, già assassino condannato, ha pure la licenza d’uccidere ancora? La stessa sera, da boia assassino qual è , si presenta ai miei occhi con la sua satanica rappresentazione del male, farfugliando di una qualche assurda possibilità di colloquio che respingo decisamente dicendo che niente tra noi potrà essere mai discusso se non in presenza dell’Autorità Giudiziaria. Nella sua paranoia assassina si agita , sedendosi pure a me vicino nella panchina sulla quale ero rimasto sconvolto ma immobile. Disperatamente proteso a dominare l’istinto per nulla pacifico che mi stava facendo scoppiare il cervello. Attenta umanamente e intelligente professionalmente l’Avvocato Angelo , casualmente assieme a me, chiamava immediatamente i Carabinieri. Era ciò che i mandanti raffinati non avevano messo nel conto. Nessuna reazione scomposta da parte mia utile ad un programmato assassinio dello schizofrenico che avrebbe così potuto giustificare in suo aiuto un intervento maldestro di sua figlia accompagnatrice. Di tutto è denunzia circostanziata alla Caserma dei Carabinieri, con corredo di registrazione audiovisiva di tutto. Quale provvedimento la potente Procura di Palermo abbia assunto in proposito non è dato sapere. Confidiamo nel Consiglio Superiore della Magistratura.
Antonio Vaccarino
Perseguitato e torturato da 27 anni.”
Tralasciando le innumerevoli testimonianze susseguitesi negli anni, sia di appartenenti alle Forze dell’Ordine con verbali di indagini che attestavano l’assoluta onestà del Professore, e qualche verbale chissà come è andato perso, che di collaboratori di giustizia del calibro di Brusca, Siino, Sinacori e tanti altri che hanno sempre dichiarato la falsità di Vincenzo Calcara e smentito categoricamente che il Prof. Antonio Vaccarino potesse fare parte della Mafia, ci limitiamo a pubblicare di seguito una recente dichiarazione di un collaboratore attendibile quale è Francesco Geraci, amico sin dall’infanzia di Matteo Messina Denaro, dove parla di Calcara e del Prof. Vaccarino.
Deposizione del collaboratore di Giustizia Francesco Geraci al processo di Caltanissetta che vede Matteo Messina Denaro imputato come mandante delle stragi del 92. Udienza del 3 aprile 2019.
Pubblico Ministero Gabriele Paci
PUBBLICO MINISTERO – Lei ha sentito parlare di un certo Calcara, collaboratore di giustizia?
COLLABORANTE, GERACI – Sì, questo qua, dottore, abita nella mia strada, in via XX Settembre, a Castelvetrano.
PUBBLICO MINISTERO – Quando iniziò a collaborare con la giustizia, lei ha mai raccolto diciamo sfoghi, o comunque sia riferimenti fatti da Messina Denaro su questo signore?
COLLABORANTE, GERACI – Sì, perché io lo conoscevo, lo vedevo, ci vedevamo spesso, perché, come le dicevo, abitava nella mia stessa strada, però è una famiglia che… no, assolutissimamente. Io l’ho chiesto una volta a Matteo, quando è successo questo caso, che lui ha collaborato con la giustizia, ho chiesto a Matteo, Matteo mi ha detto, e anche suo papà quando l’ho incontrato “questo è un pazzo – dice –, si è inventato tutto, non ha fatto mai parte di Cosa Nostra”.
PUBBLICO MINISTERO – Tra le persone accusate da Calcara c’era un certo Vaccarino.
COLLABORANTE, GERACI – Sì.
PUBBLICO MINISTERO – Sa chi è questo signor Vaccarino?
COLLABORANTE, GERACI – Sì, è stato sindaco del mio paese.
PUBBLICO MINISTERO – Ex sindaco del Comune di Castelvetrano.
COLLABORANTE, GERACI – Sì.
PUBBLICO MINISTERO – Le risulta che questa persona avesse contatti con Cosa Nostra, fosse organico a Cosa Nostra?
COLLABORANTE, GERACI – No, a me non mi risulta onestamente.
PUBBLICO MINISTERO – Oltre che risulti a lei, il problema era se, parlando con Messina Denaro, lei ha colto cenni che riguardavano questa persona.
COLLABORANTE, GERACI – No, no.
PUBBLICO MINISTERO – In positivo o in negativo dico, cenni che escludessero o meno. Visto che è stato accusato di essere il capo della mafia di Castelvetrano, volevo capire se questa indicazione, una volta che venne resa pubblica, comportò dei commenti da parte di Messina Denaro.
COLLABORANTE, GERACI – Come le dicevo prima, hanno detto che questo Calcara era un bugiardo, che non ha fatto mai parte di Cosa Nostra. Addirittura c’è stato un episodio che mi ha detto suo padre, dice che il papà, non lo so all’epoca, il papà di questo Calcara ha violentato la figlia, dice “pensa un po’ che schifo di gente che è questa qua”.
Ascolta l’audio della deposizione.
Il Circolaccio
Maurizio Franchina
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