Antonio Vaccarino, l’uomo che collaborò con il Sisde per arrivare alla cattura di Matteo Messina Denaro.
A margine dell’intervista, alcuni *interrogativi e note che possono tornare utili per cercare di capire cosa è accaduto in passato e cosa si rischia accada ancora oggi nel corso dei numerosi processi che riguardano le stragi degli anni ’90
M: Professore Vaccarino, la sua è una figura per molti versi da romanzo. Una carriera politica bruciata dalle accuse di pentiti che poi si sono rivelate infondate, il rapporto epistolare con Matteo Messina Denaro, la collaborazione con il Sisde, la sua copertura bruciata a seguito della fuga di notizie, processi, assoluzioni, carcerazione ma anche una condanna.
V: Credo la domanda contenga , in quanto a parziale risposta, il contenuto del mio libro in via di definizione. La dichiarazione urlata al mondo intero è una soltanto : sono una Persona perbene che ha speso l’intera sua vita in difesa dei deboli, che non ha mai derogato dai principi morali e, che ha sempre affermato il bene sociale, praticando più che predicando quotidiana lotta contro ogni forma di violenza mafiosa, contro le prepotenze dei malfattori, contro i luridi trafficanti di droga.
M: Dunque prima di tutto una domanda che riguarda il boss latitante Matteo Messina Denaro, al quale in qualche modo è legata anche la sua storia: ritiene che oggi sia lui il capo indiscusso di “cosa nostra” o, come sostiene Gaspare Mutolo, uno dei pentiti più importanti, dopo la morte di Riina il nuovo boss dei boss deve ancora essere scelto?
V: Matteo Messina Denaro è capo del nulla assoluto perché la mafia, la cupola, la “cosaloro”, la congerie di brutalità demoniaca , tutto è stato sconfitto dallo Stato Italiano che ha dovuto ricorrere a rimedi estremi per far fronte al male estremo culminato con le stragi degli anni novanta. Se le stesse misure fossero state adottate con gli assassinii di Mattarella, Dalla Chiesa, Costa, Basile, solo per citarne alcuni per il ruolo Istituzionale che ricoprivano, molti, troppi altri Eroi non sarebbero onorati nei troppi anniversari di dolorose cerimonie. Ma colpevoli negligenze e, peggio, devastanti connivenze, hanno di fatto strumentalizzato la bava mafiosa scadendo sempre più nella lotta per l’accaparramento del potere in tutti i gangli vitali dello Stato. La politica si è ammalata di coprofagia che ha ammorbato qualunque ideale, i Partiti hanno consentito l’ingresso di tutti gli interessi economici avulsi dalla ricerca del bene per la collettività e, bandita ogni logica e soppressa la ragione è prevalso il più bieco materialismo. Per la specificità del tema particolare, indubbiamente continua in alcuni la scellerata propensione a delinquere, la decerebrata vocazione al romanticume mafioso, ma non esiste più lo scudo assurdo di disvalori secolari spacciati per principi pseudo morali che ammaliavano i deboli d’intelletto. Questo quarto di secolo appena trascorso ha dimostrato al mondo intero che la brutalità mafiosa e sanguinaria era stata sempre accompagnata dai tradimenti più inimmaginabili. Il furto di uno dei termini più significativi della nostra vita sociale , l’onore, ha rivelato quanto il tutto fosse da definire , invece, assolutamente disonorato. La disonorata accozzaglia, altro che onorata società!
M: Antonio Vaccarino, soggetto politico proiettato verso una brillante carriera. Poi, improvvisamente, il suo nome viene legato a fatti criminosi. Chi fu il primo ad accusarla e per quali reati?
V: L’astro nascente della Democrazia Cristiana, scrissero il 6 maggio del 1992 tutti i giornali del mondo. Ma non per l’effettiva importanza che esercitavo bensì per la necessità di spettacolarizzare al massimo il primo depistaggio sociopolitico che, consentendo alla mafia il compimento delle stragi, realizzava di conseguenza l’abbattimento del sistema politico Italiano con il massacro di tutti i Partiti tradizionali. Quelli che avevano costruito l’Italia dalle macerie della guerra mondiale , Quei Partiti, tutti, che pure se con durissimi scontri dovuti alla indispensabile diversità ideale, avevano fatto si che il mondo bracciantile potesse conquistare spazi per la speranza del miglioramento sociale delle generazioni a venire. Concreta è stata la svolta del benessere economico raggiunto, altrettanto , di conseguenza, l’avanzamento socio-culturale.
Ma, andando alla cronaca terribile della domanda, un certo Calcara Vincenzo mi ha accusato di essere mafioso e sono stato tratto in arresto. Non è stato considerato da nessuno il fatto che io fossi sempre stato cittadino dalla condotta irreprensibile. Ciò testimoniato a gran voce da tutte le Forze di Polizia che, invece, pretendevano si considerasse la natura di Calcara Vincenzo, assassino del povero disoccupato Tilotta , cui aveva rubato un milione di lire con la promessa di un impiego. La richiesta della restituzione per il mancato mantenimento della promessa determinava la volontà omicida di Calcara, che veniva condannato anche per la testimonianza della moglie Lombardo Mattia che era stata costretta dal congiunto a lavargli la macchina sporca del sangue della povera vittima. Le figlie , assieme alla madre , lo avevano abbandonato per le sue violenze familiari. Il padre era stato condannato ad otto anni per avere violentato una figlia. I fratelli hanno sempre gridato in ogni sede trattarsi di un reietto della peggiore specie perché rubava i soldi a loro e la misera pensione della madre. Con un tale pedigree , una attenta regia mafiosa, lo nomina pentito di mafia. Nessuno pare si accorga che le persone che da sempre erano state segnalate come mafiosi dagli Investigatori il Calcara non le indicava. Stranamente? NO! Calcara teneva lontano da ogni indagine quel Matteo Messina Denaro che il mondo intero conosceva meno che lui, pur se della stessa generazione, dello stesso rione. Avrebbero poi tutti i pentiti di mafia, giudicati attendibili dalla Magistratura, verbalizzato e testimoniato che il “fradiciume” Calcara era stato strumentalizzato proprio da Matteo Messina Denaro per il tramite del (1) Maresciallo Canale, collaboratore del Giudice Borsellino.
M: Sì, ma l’allora Maresciallo Canale, venne poi sempre assolto, mentre lei a seguito di queste accuse venne arrestato…
V: …e poi assolto… Oggi, però, Calcara accusa Canale di essere il traditore del Giudice Borsellino . In questo caso, per gli Inquirenti non è credibile? Come non attendibili sono Brusca, Sinacori, Siino, Geraci, Patti, Pellegrino, Zicchitella, Ferro, Milazzo etc etc che dicono che Canale era pagato da Messina Denaro perché facesse dire al fradiciume Calcara (così lo definiscono diversi pentiti di mafia -ndr) falsità utili alla mafia? Serve soltanto che si leggano le carte, ormai abbondantemente presenti nei faldoni delle diverse Procure, per capire l’operazione di depistaggio organizzato per favorire le maledette stragi. Sembra che il Giudice di Berlino abbia già fatto il biglietto!
M: Oltre alle accuse di Vincenzo Calcara, Spatola e Filippello, ad accusarla anche Grimaldi Elisabetta… Di cosa l’accusava la Grimaldi?
V: Sono stato arrestato per le sole accuse di Calcara, il quale, peraltro, prima che intervenisse sulla scena registica di Canale una certa Grimaldi Elisabetta, aveva ritrattato scrivendo che ero “buono, anima pia, e innocente”. Ma il Calcara, quello che aveva “confessato” di essere stato incaricato di uccidere “con un fucile a cannocchiale a Marsala” il Giudice Borsellino, veniva opportunamente “sostenuto” dalle improvvise accuse di Grimaldi Elisabetta che scriveva di avere sentito che il Sindaco Vaccarino e l’On Pisciotta avevano profferito, sorseggiando un caffè al bar Centrale di Castelvetrano, minacce al Giudice Borsellino!!!!!
Ebbene, ritenendo degna di attenzione una tale denuncia, Caltanissetta apre un processo contro Vaccarino, Pisciotta e ben tre Messina Denaro (soltanto omonimi dei famigerati mafiosi!) E’ così certamente più credibile per lo spettacolo depistatore. Oltre tre anni dura il processo. Senza mai effettuare una sola delle diverse udienze fissate, “incredibile dictu”, perché non si trova la teste d’accusa Grimaldi Elisabetta.
Intanto era già andato in scena il processo alla “Scarantino”. Teatro da inferno se si considerano gli ingiusti ergastoli irrogati ad innocenti. Non serviva più il processo “Grimaldi” che, miracolosamente, finalmente si trova nella residenza dalla quale mai si era allontanata e, sentita dopo tre anni, dichiara di non conoscere né il Sindaco Vaccarino, né l’On Pisciotta. Aggiunge di non essere l’autrice del contenuto della lettera, affermando di averla soltanto firmata in bianco come richiestole dal Maresciallo Canale che , invece, avrebbe provveduto a riempirla. Smentisce ogni accusa e finisce tale processo con l’obbligata assoluzione di tutti gli imputati. Come niente fosse mai successo, la nebbia nissena, ogni cosa porta al cesso! Tranne che i venti Etnei non la diradano …….!
La Pubblica Accusa del processo contro Messina Denaro Matteo non ha interesse per tali macigni sulla strada della verità? Sapremo tutto, e di più, lo stesso? La Giustizia ne ha bisogno!
M: È in corso il processo che vede imputato per stragi il latitante Matteo Messina Denaro. Stragi che sarebbero state pianificate a Castelvetrano. A suo parere, c’è il rischio che anche a Caltanissetta si ripeta l’ennesimo depistaggio, così come avvenne con le false testimonianze di Scarantino?
V: I Questori Germanà e Messineo, assieme a tanti altri alti Funzionari dello Stato, sono stati calunniati da Calcara, il primo è un mancato Eroe, fortunatamente; il secondo è stato bloccato nella carriera pur essendo stato il più giovane Dirigente della Polizia. Il pentito Pellegrino ha fatto in proposito dichiarazioni molto inquietanti sui rapporti Canale-Calcara. Il processo quater in corso a Caltanissetta ha accertato che le stragi furono decise a Castelvetrano in incontri mafia-politica cui avrebbe partecipato qualche testimone disponibile a renderne conto e conoscenza . Di ciò la Procura di Caltanissetta è stata informata nella primavera passata. Nel processo in corso , non è dato sapere se anche il VQuestore Vicario Dr Messineo, negli anni delle stragi in servizio proprio a Trapani, possa essere chiamato a deporre come da manifestata , e utile, disponibilità . E il testimone , ancora vivo, è stato soltanto “incontrato” dagli Investigatori, La nebbia , pare abbia opacizzato anche questo.
Gian J. Morici
*Gli interrogativi
Tra i tanti, la prima domanda alla quale si dovrebbe dare una risposta, riguarda le dichiarazioni del Calcara – e poi della Grimaldi – che dipingono tanto il Professore Vaccarino, quanto l’on Pisciotta, legati alla consorteria mafiosa. Entrambi erano antagonisti dell’andreottismo imperante e congiunti di Servitori dello Stato. Polizia Carabinieri e Guardia di Finanza. Secondo quanto dichiarato da pentiti del calibro di Buscetta, e poi appurato dai giudici, nessun congiunto di appartenenti alle forze dell’ordine poteva far parte della consorteria mafiosa. Una tesi ampiamente sostenuta dallo stesso Giudice Borsellino nel corso della sua audizione al Csm, nel 91, nel mettere in dubbio l’appartenenza dello Spatola a “cosa nostra”:
Perchè, dunque, si diede credito alle accuse?
Ma v’è di più. Svetonio, viene bruciato da una fuga di notizie subito dopo che il Sisde comunicò ai magistrati che stava agendo per conto dei servizi nella cattura di Matteo Messina Denaro. Il giorno dopo, tutta la stampa del mondo pubblicava la notizia del Sindaco 007. Un caso? Secondo quanto dichiarato da Borsellino nel ’91, le fughe di notizie in taluni tribunali, erano all’ordine del giorno. “Uffici giudiziari colabrodo”:
Chi fu l’autore della fuga di notizie? Quali indagini furono fatte per individuarlo?
A sostenere le accuse di Calcara, contro Vaccarino e Pisciotta, la Grimaldi. La donna che poi si dichiarerà analfabeta, alla quale la lettera l’avrebbe scritta il Maresciallo Canale, che per 5 lunghi anni non testimonierà al processo perchè nessuno – nonostante non si sia mai allontanata dalla propria abitazione – riuscì a rintracciarla.
Come mai le presunte dichiarazioni della Grimaldi coincidono con quelle del Calcara; i due, o chi per loro, si erano incontrati?
Ancora una volta, a venirci incontro su possibili incontri – mi si perdoni il giro di parole – tra pentiti o chi per loro, è il Giudice Borsellino nel corso dell’audizione del ’91:
Intanto, però, per rimanere sempre in tema di interrogativi, ne emergono di sempre più inquietanti. Appare infatti strana la circostanza narrata nel corso dell’intervista dal Professore Vaccarino in merito all’esistenza di un testimone oculare di riunioni svoltesi a Castelvetrano proprio nel periodo della preparazione delle stragi. Indicazione, questa, data da un alto Funzionario dello Stato. Confermata da Organi Investigativi di rilievo. Matteo Messina Denaro partecipante assieme al gotha mafioso in convivi di lavoro e festivi con politici di Partiti diversi ed imprenditori tra i più attivi della provincia. Qual è l’attenzione che la Procura di Caltanissetta sta avendo per questo testimone che – afferma Vaccarino – “ancora vivo, è stato soltanto “incontrato” dagli Investigatori”? Riusciremo a sentirlo prima che non sia più vivo?
Nel prossimo articolo, “storia di un testimone ancora vivo” (si spera)….
(1) Dell’ex Maresciallo Carmelo Canale, divenuto poi ufficiale, ne ha scritto anche un altro magistrato, narrando di perplessità manifestate dal Giudice Borsellino in merito alle indagini sul duplice omicidio del colonnello Giuseppe Russo, uno degli uomini più fidati di Carlo Alberto Dalla Chiesa, e del professore Filippo Costa . Un omicidio, quello del colonnello Russo, voluto da Totò Riina, Bernardo Provenzano e Leoluca Bagarella, che vide accusati tre pastori, a seguito della confessione in caserma da parte di uno di loro stessi. Tre innocenti, uno dei quali si era autoaccusato del delitto, chiamando in correità gli altri due. Al momento di quella confessione, che poi si scoprirà falsa, c’ era anche Carmelo Canale. Secondo il magistrato che ne scrive, più volte Borsellino chiese a Canale di dirgli la verità…
Fonte: lavalleitempli.net
Di Gian J. Morici
Il circolaccio