Messina Denaro, 24 anni di latitanza, sorpassa Riina. La sua misteriosa rete di protezione
La lucida ricostruzione fatta dall’ex Procuratore della Repubblica di Marsala, Alberto Di Pisa, nei giorni scorsi su Sicilia Informazioni, a proposito delle stragi di Via D’Amelio e Capaci,ma non lascia dubbi su moventi extranazionali e sul coinvolgimento dei poteri forti, in grado di pianificare la destabilizzazione.
Secondo l’ex procuratore , il latitante di Castelvetrano conosce le ragioni per le quali si perpetrano le stragi di Capaci e Via D’Amelio, che videro la mafia siciliana esecutrice di attentati terroristici fuori dalla tradizione di Cosa Nostra.
La longevità di Matteo Messina Denaro latitante ha superato, seppure di pochi mesi, quella di Totò Riina: 24 anni entrambi. Resta lontana dal record raggiunto da Bernardo Provenzano, virtualmente irraggiungibile,43 anni, una vita. La caccia a Matteo Messina Denaro, tuttavia, dura da molti anni, e su di essa è stata impiegata una task force di magistrati e poliziotti che non lascia niente d’intentato. Non solo, attorno a Messina Denaro si è fatta terra bruciata. Non si contano i provvedimenti restrittivi ed i sequestri di beni a carico di prestanome, soci, amici e congiunti del latitante.
I Ministri degli Interni che si sono succeduti negli ultimi anni hanno manifestato ottimismo sull’esito della caccia proprio in considerazione dei mezzi e della qualità degli uomini impiegati e dei risultati raggiunti nel lavoro “ai fianchi”.
Nel frattempo Messina Denaro è diventato il destinatario di una montagna di addebiti e di sospetti. Dalle stragi all’acquisizione di un patrimonio di beni, dalla pianificazione di attentati (la dinamite “pronta” per Nino Di Matteo) ad un giro d’affari di straordinario rilievo mai intaccato dai provvedimenti di sequestro in modo significativo.
E’ possibile che Messina Denaro sia “sopravvalutato” quanto a crimini e successi imprenditoriali, ma è anche vero che la sua latitanza non è mai stata messa in pericolo dai collaboratori di giustizia e dalla caccia degli 007 di casa nostra.
Il latitante di Castelvetrano conosce le ragioni per le quali si perpetrano le stragi di Capaci e Via D’Amelio, che videro la mafia siciliana esecutrice di attentati terroristici fuori dalla tradizione di Cosa Nostra.
La lucida ricostruzione fatta dall’ex Procuratore della Repubblica di Marsala, Alberto Di Pisa, nei giorni scorsi su Sicilia Informazioni, a proposito delle stragi di Via D’Amelio e Capaci,ma non lascia dubbi su moventi extranazionali e sul coinvolgimento dei poteri forti, in grado di pianificare la destabilizzazione.
Se la latitanza di Messina Denaro fosse stata tutelata dalla rete di affari “locali”, da amicizie e parentele, il boss di Castelvetrano sarebbe già associato alle patrie galere. Evidentemente c’è dell’altro, che lo protegge.
Fonte : Sicilia Informazioni
Salvatore Parlagreco
Il Circolaccio