L’audizione di Di Matteo in Commissione Antimafia riavvolge il nastro della storia. E le indagini passate non contano più.
Di Matteo, in odor di nomina a Ministro con i grillini , se dovessero andare al Governo rilascia dichiarazioni molto pesanti contro Berlusconi e Dell’Utri
Se non è già accaduto, accadrà presto. Silvio Berlusconi, magari in compagnia di Marcello Dell’Utri, sarà iscritto nel registro degli indagati per le stragi di mafia. Si dovrà di nuovo difendere dall’accusa di essere il mandante esterno degli eccidi del ’92-’93.
L’invito del sostituto procuratore Antonino Di Matteo, da poco approdato alla Direzione nazionale antimafia, sarà accolto. Mica si può fare finta di non avere ascoltato i dialoghi carcerari di Giuseppe Graviano, che tirano in ballo il Cavaliere. “Berlusca mi ha chiesto questa cortesia per questo è stata l’urgenza”, diceva Graviano al suo compagno di socialità, il camorrista Umberto Adinolfi, mentre passeggiava nel carcere di Ascoli Piceno. E aggiungeva: “Lui voleva scendere però in quel periodo c’erano i vecchi e lui mi ha detto ci vorrebbe una bella cosa”. Insomma, sarebbe stato Belusconi ad invocare le stragi per spianarsi la carriera politica.
Di Matteo e gli altri magistrati del pool Trattativa hanno già trasmesso le registrazioni alle Procure di Firenze e Caltanissetta. L’obbligatorietà dell’azione penale obbligherà, appunto, a riavvolgere il nastro della storia. Sì, perché tra il 1996 e il 1998 l’ex premier e Dell’Utri – sotto gli acronimi di Autore 1 e Autore 2 – sono stati indagati nel capoluogo toscano per concorso nelle stragi del 1993 in via dei Georgofili a Firenze, in via Fauro a Roma e in via Palestro a Milano. Tra il 1998 e il 2002, invece, Berlusconi e Dell’Utri – allora indicati come Alfa e Beta – finirono sotto accusa della Procura di Caltanissetta per il presunto ruolo nella strage in cui furono massacrati Paolo Borsellino e gli uomini della scorta. Inchieste che si sono chiuse con un nulla di fatto
Fonte :Live Sicilia