“FUNZIONARIO INCORRUTTIBILE MANDA IN CELLA L’ EX ASSESSORE”
Così titolava un articolo di Repubblica del 28 luglio 1992. La città era ancora scossa dall’operazione “Palma” . Nel mese di luglio scoppia il caso del socialista Leone.
In palio c’erano due miliardi e mezzo di vecchie lire( qualcosa come 4 milioni di Euro al valore attuale). Una cifra spaventosa per l’epoca. In quel periodo fiumi di denaro uscivano dalle casse regionali. Cooperative fantasma e piccioli.
Tra queste anche il cospicuo finanziamento alla coop. “La porcellina” fondata da castelvetranesi che prese oltre un miliardo di lire per allevare porci e vitelli e finita fallita dopo pochi anni. Uno di questi amministratori della Porcellina che aveva sede tra CAmpobello di Mazara e Castelvetrano dove rilevarono terreni di personaggi conosciuti alle forze dell’ordine. Successivamente , lo stesso amministratore, aprì un altra cooperativa che lavorò per molti anni con il comune di Castelvetrano nel settore ambientale e idrico. Erano anni dove tutto era concesso. Il trasformismo aiutava a far soldi
La cooperativa fantasma che fece finire sotto accusa Leone, ex sindaco di Castelvetrano, -secondo i magistrati-prometteva di produrre robot per raccogliere limoni, senza aver alcun brevetto dei sofisticati macchinari. Ma dalle cronache si evidenzia che finanziamenti d’ oro arrivarono ad altre sedici cooperative giovanili esistenti solo sulla carta, con il progetto ad esempio di produrre telecomandi per la tv ma con studi di mercato sui personal computer. Castelvetrano doveva diventare la Silicon valley “de noi altri”. Le coop giovanili servirono a tanti partiti anche di sinistra non solo per avere soldi pubblici ma anche per far assumere persone senza concorso negli enti pubblici. Decine di assunzioni vennero fatte a Castelvetrano, attraverso le coop fittizie di sinistra e democristiane
Un vero e proprio fiume di quattrini, circa 50 miliardi, che usciva dalle casse dell’ assessorato regionale alla presidenza, gestito all’ epoca dal socialista Enzo Leone, che venne bloccato da un funzionario che ha raccontato tutto al giudice, compresa la storia di una tangente di 100 milioni – sotto forma di collaudi per opere pubbliche – che gli avevano offerto per starsene zitto. Così, per il reato di abuso d’ ufficio, l’ ex assessore Leone finiva in manette, insieme ad altre tre persone.
In manette finirono il suo consulente, l’ avvocato Giacomo Hopps; il funzionario regionale Vincenzo Conigliaro e l’ ex assessore comunale di Castelvetrano Rosario Allegra. Quest’ ultimo è accusato di istigazione alla corruzione: proprio lui, secondo l’ accusa, si presentò all’ architetto Massimo Finocchiaro – il dirigente che ha denunciato gli intrallazzi – per tentare di comprarne il silenzio. Nella vicenda venne fuori per la prima volta, anche un risvolto che porta ad alcuni personaggi di mafia, perché Allegra come tutti sapevano, era genero del capomafia trapanese Francesco Messina Denaro, cognato di Filippo Guttadauro e di un certo Matteo Messina Denaro. insomma Allegra e Leone condividevano le simpatie per Craxi e secondo i magistrati dell’epoca anche interessi cooperativistici al fine di ottenere finanziamenti.
Era il periodo dei finanziamenti facili: tanti , ma tanti soldi, buttati in progetti inutili e che nessuno mai sa di preciso che fine abbiano fatto
Enzo Leone era già finito nel mirino del procuratore di Marsala Paolo Borsellino per una storia di compravendita di voti per le elezioni regionali del 1990. leone era supportato da Pietro Pizzo di Marsala. Proprio da quell’ inchiesta è scaturito il capitolo delle cooperative fantasma che lo portò in carcere su ordine di cattura firmato dal gip Agostino Gristina su richiesta del sostituto procuratore Antonio Ingroia. Leone era un leader potente. tanto potente da riuscire a mettere in difficoltà la democrazia Cristiana di Castelvetrano che dopo la morte di Vito Lipari finì divisa in decine di correnti. Leone e il partito socialista fu presente in tante giunte a guida democristiana. Leone aveva un gran seguito. A Castelvetrano riuscì a superare il vecchio PCI. Tanti sono quelli che lo hanno dimenticato e che sono stati aiutati da Lui a trovare un lavoro o ricevere un posto pubblico senza merito
Quello delle Coop giovanili “fasulle”, come la “Cont Computers” che aveva ottenuto un finanziamento di 2 miliardi e mezzo “con un progetto che non poteva essere approvato non avendo alcuna utilità tecnica ed economica”, fu un filone aureo per la politica. L’inchiesta non cercò di approfondire se ci fosse stato un preciso interesse anche dei mafiosi che cercano guadagni facili
L’ assessore Leone , dissero i giudici, prima approvò il progetto addirittura senza il parere obbligatorio del Cta (il Comitato tecnico amministrativo che concede i finanziamenti), poi dopo il “rigetto” della Corte dei Conti tornò alla carica riuscendo ad ottenere il sì dei funzionari regionali. Un aiuto determinante arrivò da Vincenzo Conigliaro, il dirigente che diede il via libera dopo aver segnalato in precedenza “l’ incomprensibilità” del progetto. L’ avvocato Hopps, presidente del collegio sindacale della “Cont Computers” nonché stretto collaboratore dell’ assessore, verrà sorpreso negli uffici con in mano le pratiche di finanziamento. Ma anche per altre sedici cooperative, che secondo i giudici erano tutte legate ad Hopps (“risultano identiche le impostazioni grafiche di alcuni progetti”), l’ assessore trovò una particolarissima corsia preferenziale per i finanziamenti. In che modo? Con una “trovata” burocratica, che per i giudici equivalse ad un reato: “Stabilì che i progetti dovessero essere esaminati secondo l’ ordine in cui pervenivano i moduli (schede riassuntive, ndr) invece che i progetti stessi, così rivoluzionando ingiustamente l’ ordine di trattazione delle pratiche…”.
Le Coop “amiche” risultavano in questo modo ai primi posti della graduatoria. Tutti progetti ai quali si oppose Finocchiaro, dirigente dell’ ottavo gruppo dell’ assessorato, che si presentò dal magistrato con un dossier che conteneva un’ ottantina di “prove” sulla vicenda.
continua
Fonte: archivi, Repubblica
Il Circolaccio