Torna a parlare di Castelvetrano, il presidente Bindi e lo fa in una lunga intervista a TPI.
Le sue risposte sono al vetriolo e di fatto, classifica la classe dirigente di Castelvetrano parecchio coinvolta nel sistema- mafia- massoneria senza entrare nel merito. Per la Bindi bastano solo gli indizi per agire contro chi ha amministrato il comune
Alla domanda sull’opportunità dello scioglimento del comune di Castelvetrano afferma:
“Penso che lo scioglimento di Castelvetrano sia stato corretto e opportuno. La nostra commissione ha fatto la sua parte in questo. Il grande latitante d’Italia è il simbolo della mafia e della massoneria che collaborano. Matteo Messina Denaro è un mafioso e un massone, questo è un dato di fatto riconosciuto da tutti”.
TPI chiede anche in merito alla vicenda che ha riguardato l’ex sindaco Gianni Pompeo. Rosy Bindi , come si ricorderà, fece il nome di Pompeo tra le cause dello scioglimento. Nonostante le precisazioni dello stesso Pompeo e del Pd locale che, peraltro, non è stato mai indagato ,il presidente della Commissione antimafia Bindi risponde così:
“Veda, noi non siamo una sede giudiziaria. Non abbiamo bisogno di condanne. Il nostro lavoro dovrebbe permettere di bonificare la vita pubblica prima di arrivare a condanne di politici o esponenti della vita pubblica. A noi bastano gli indizi, non abbiamo bisogno di prove.Anche lo scioglimento dei comuni non ha bisogno di condanne penali, perché è una misura di prevenzione. Anche noi agiamo su quel terreno. Magari in sede giudiziaria certi elementi possono non essere ritenuti prove, ma ciò non significa che non ci troviamo in un contesto quantomeno grigio, se non grigio antracite nel caso di Castelvetrano”.
Fonte :TPI
Il Circolaccio