La vicenda del medico castelvetranese Melchiorre Allegra
Correva l’ anno 1937 ,fu definito il primo “pentito” siciliano della nuova mafia
Corsi e ricorsi storici: “la coppola storta del dottor Allegra”
Nel 1937 raccontò gli organigrammi delle cosche svelando molte complicita’ ma il verbale restò in un cassetto nascosto…. per 25 anni
“Melchiorre Allegra (Gibellina, 21 luglio 1881 – Castelvetrano, 18 maggio 1951) è stato un medico , noto come un pentito di Cosa Nostra che nel 1937 descrisse, per la prima volta in modo organico dal suo interno, la struttura dell’organizzazione criminale. Morto negli anni cinquanta, e stato definito da alcuni studiosi “proto-pentito”.Le sue importanti confessioni ai Carabinieri, vennero ” nascoste” per decenni e neutralizzate. Fu il grande giornalista Mauro De Mauro a parlarne nel 1962
Fu il medico castelvetranese Melchiorre Allegra il primo pentito di mafia siciliano del 900. L’episodio storico, è stato ricordato di recente dal presidente del Tribunale di Marsala, Alessandra Camassa nel c orso di un pubblico dibattito. “Già negli anni 30- ha spiegato il presidente Camassa ai presenti- si era aperto uno squarcio nell’omertà mafiosa con il pentito Allegra”. A parlare fu un medico che viveva a Castelvetrano, che ai Carabinieri dell’epoca, raccontò molti aspetti e circostanze delle famiglie trapanesi e belicine. Peccato però che ,quelle dichiarazioni, rimasero nei cassetti degli uffici giudiziari per molti anni e non portarono a nulla.La figura del medico Allegra, nato a Gibellina nel 1881 e morto a Castelvetrano nel 1951, mesi prima dell’assassinio di Salvatore Giuliano avvenuto nell’estate dello stesso anno,fu fatta conoscere al grande pubblico dal giornalista Mauro De Mauro, ucciso dalla mafia negli anni 70 e che nel gennaio 1962 pubblicò a puntate sul quotidiano palermitano:” L’Ora”(chiuso negli anni 90) ,per il quale lavorava.
Nella primavera del 1937 , in piena era fascista, al termine di una brillante operazione antimafia condotta dai Carabinieri fra Castelvetrano, Gibellina e Santa Ninfa viene arrestato anche il medico Melchiorre Allegra, specialista in malattie infettive, che esercitava presso una casa di cura di Castelvetrano.La notizia scandalizzò la pubblica opinione dell’epoca: un medico che finisce in carcere e per mafia non era episodio frequente .Allegra, quando viene tratto in arresto ha 55 anni.
Il medico belicino , per ragioni che non sono state del tutto chiarite dalle carte giudiziarie, comincia a collaborare con gli inquirenti .La data della sua confessione e’ del 23 luglio 10937. Allegra, come anche ricordato dal presidente Camassa- spiega tanti particolari sulle famiglie mafiose e sui legami con la massoneria, ambienti politici ,imprenditoriali e del clero locale . Il medico castelvetranese sa molto e parla di consorterie mafiose legate a uomini dello Stato.Nei suoi verbali spiega anche il rapporto con i grandi proprietari terrieri e del ruolo dei campieri e dei boss nel controllo dei fondi rurali e nelle mediazioni commerciali dell’ epoca. Allegra evidenzia la presenza di un vero sistema economico parallelo dove girano montagne di soldi come da modello mafioso americano.Fiumi di carte scritte e firmate dal medico che, misteriosamente, vennero chiuse da Carabinieri e Magistrati in alcune stanze segrete. Successviamente scoppia la seconda guerra mondiale.Il fascismo finisce in malora e arriva la Repubblica.Delle importanti confessioni di Allegra nessuno si preoccupava. Di quei verbali se ne seppe dell’esistenza , solo il 22 gennaio 1962, tre giorni prima della morte di Charles Luciano detto Lucky, negli USA. Le pagine dell’ intera deposizione di Allegra vengono pubblicate da L’Ora di Palermo.L’articolo , sulla strana vicenda, rimasta sconosciuta per decenni lo firma Mauro De Mauro Il giornalista scomparso in situazioni misteriose nel 1972 e rimaste tutte da comprendere. De Mauro parla di Allegra , come l’unico uomo d’onore che abbia rotto il muro dell’omertà. Lo definisce il primo pentito di mafia, in un periodo storico dove, parlare di pentiti , era semplicemente una follia.La domanda che molti studiosi si fanno è scontata, ma allo stesso tempo inquietante. Come è stato possibile nascondere una testimonianza così importante per oltre 25 anni? La mafia e i suoi sodali borghesi è riuscita a bloccare questi verbali anche nell’era fascista e successivamente con la prima repubblica? Eppure, Allegra, in quelle carte, svelò molti segreti sulla mafia. Spiega che i suoi rapporti con Cosa Nostra cominciano al tempo della Prima guerra mondiale. E la stessa presidente Camassa che ai giovani presenti al dibattito narra cosa Allegra portò alla luce nelle sue dichiarazioni. Il medico castelvetranese raccontò della sua complicità con i mafiosi, per evitare la trincea nella prima guerra mondiale, agli «amici» e agli «amici degli amici». La ricompensa ai tanti favori è l’entrata nel 1917 nella famiglia mafiosa di Pagliarelli, una delle più potenti cosche nella mappa di Cosa Nostra palermitana. Allegra si fece la «punciuta» del dito medio, e giurò fedeltà ai boss, Insieme ai particolari sull’iniziazione. Allegra ,disegna molto bene agli investigatori, la geografia di un potere forte e inattaccabile. Parlò delle famiglie mafiose dei Cottone e i Saccone di Villabate, Greco e Crivello di Cruillas, Vitale di Altarello di Baida, Calò di Rocca, Trifirò di Monreale, Gentile di San Lorenzo, Motisi di Pagliarelli. Le dichiarazioni di Allegra definiscono anche i rapporti tra la mafia e il fascismo, prima e dopo l’intervento del prefetto Mori .Nel 1926 , il medico mafioso chiede l’aiuto dei boss per vincere il concorso di medico condotto a Palermo. Non riesce nell’impresa. L’ambito posto, viene assegnato ad un altro medico mafioso: Filippo Marcianò. Allegra, deluso decide di lasciare il capoluogo siciliano e apre una casa di cura a Castelvetrano dove viene aiutato dai borhesi e mafiosi della zona. Nella confessione del 1937 ,Allegra ,appare sdegnato dell’atteggiamento dei mafiosi che a suo dire parlano di grandi valori e poi si comportano da vigliacchi e assassini . Tutto il suo sdegno, non pregiudica però , di legare a Castelvetrano, nuovamente i rapporti con gli uomini delle famiglie mafiose del Belice. Per molti anni, Allegra diventa uno degli esponenti più potenti della mafia locale. Quando viene arrestato , ai Carabinieri che lo ammanettano dice:”non posso fare a meno della mafia . Putroppo mi sono reso conto che sono talmente organizzati da far scendere un silenzio totale su nomi e cognomi con la complicità di uomini dello Stato. Senza la complicità di autorevoli esponenti dello Stato, la mafia perde potere”.
Pico della Mirandola