Pubblichiamo uno sfogo, molto drammatico, di un giovane castelvetranese che lascia la propria terra stanco della qualità della vita in città e di quello che è accaduto negli ultimi anni.
Lo sfogo-aggiungiamo- è simile a quello dei tanti 40enni e 50enni che stanno lasciando la città per mancanza di lavoro e di concrete prospettive. Una città massacrata dalla presenza del boss latitante Matteo Messina Denaro dalla guerra fatta alla cosca da parte dello Stato, e da decenni di cattiva gestione amministrativa che hanno portato il comune al fallimento e allo scioglimento per mafia
Cari lettori , sono un giovane che come tanti altri nati in questa città ha deciso di andare via. Uno di quei giovani con la laurea in tasca e che come tantissimi nel passato ma anche nel nostro presente purtroppo, ha deciso di lasciare la Sicilia, per cercare di andare a vivere in una cittá sostenibile e che sopratutto dia la possibilità di potere lavorare con dignità e senza la paura di rimanere senza lavoro o macchiato di simpatie mafiose.
Sono figlio di quella classe media impoverita improvvisamente, costretta a ricorrere ai rimedi a causa della grave crisi che ha colpito la nostra bella terra.Figlio di chi aveva un lavoro dignitoso e lo ha perso rovinandosi l’esistenza.
Sono costretto a dividermi dagli affetti più cari per crearmi un futuro nel profondo nord. Sarà difficile adattarsi : non vivere il quotidiano assieme a loro, non sarà semplice . Come si dice: la vita è fatta di scelte. Non puoi stare sempre a dire: FORSE QUALCOSA CAMBIERA’. PURTROPPO NON CAMBIA NULLA E SE PROVI A CAMBIARE TI FAI SOLO MALE.
Quest’ amministrazione comunale che ringrazio per il coraggio dimostrato, è stata eletta nel grande entusiasmo del cambiamento . Capisco che non potrà fare molto. Ci stanno provando e con grande impegno ma è come lottare contro i mulini a vento. La vecchia politica ha lasciato troppe scorie dentro il Palazzo e questa Giunta , francamente, non sta trovando aiuti seri per far decollare questa città distrutta dalla mafia e dell’antimafia che ha bruciato tutto tranne Messina Denaro. Ogni considerazione ti porta di nuovo indietro e ti fa pensare che senso ha rimanere in un città dove, il fallimento del comune , ancora non conosce responsabili e dove molti “furbi “continuano a farla franca dopo essersi arricchiti. Noto che c’è in giro tanta paura a fare qualcosa o a investire ,perchè si teme che qualcuno ti indaghi o ti metta sotto inchiesta. Le aziende confiscate alla mafia dovevano dare risposte di legalità, essere l’orgoglio dello Stato contro i mafiosi che sfruttavano , sono quasi tutte fallite. Come si può pensare di costruire un progetto di vita in queste condizioni? A Castelvetrano i giovani vivono male. Manca il lavoro e soprattutto manca la speranza.
Di Castelvetrano si parla solo per il boss delinquente e assassino che ha rovinato il futuro a tanti di noi. Nessuno si preoccupa di aiutare i castelvetranesi onesti a risorgere e a credere in questo territorio. Non si fa altro che continuare a macchiare tutto e tutti. Decenni di indagini e processi , Lui libero e noi rovinati. Un comune sciolto per mafia nel 2017 e dopo tre anni non conosciamo ancora chi faceva”il doppio gioco” a Palazzo Pgnatelli, mettendosi a disposizione della mafia. Dentro il palazzo qualcuno si è divertito e anche arricchito? Lo vorremmo tanto sapere. Si continua a dire sui media: i castelvetranesi non pagano le tasse e in buona parte strizzano l’occhio al boss. Questa storiella è inaccettabile. Mettete sotto processo i colpevoli e non tutta la città. Questo modo di agire ha rovinato tutto e non ha reso giustizia a tanti giovani come me. Pensavo con il tempo che qualcosa potesse cambiare, in particolare dopo l’intervento perentorio dello Stato sulla città. Purtroppo vedo solo macerie e fango
Io ho gettato la spugna, e non intendo fare la vittima. Sono critcabile e mi assumo le mie responsabilità. Gli assenti hanno sempre torto. Vero, ma neanche si può solo campare di coraggio. A quasi 30 anni ho il diritto di sperare ancora. La mia ,è una fredda presa d’atto che qui non si può costruire il mio futuro.
A Castelvetrano non ci sarà, purtroppo, futuro, fino a quando lo Stato libererà questa comunità dal boss assassino e da chi negli anni lo ha protetto con l’aiuto di qualche furbetto dentro le istituzioni.
Vado, perchè oltre alla mancanza di lavoro , ho perso la fiducia nelle istituzioni. Non si può solo sparare a zero su una comunità additandola dalla mattina alla sera di vari sospetti mafiosi e poi fare poco e nulla per aiutarla a riapartire. Se veramente si vuole combattere la mafia, è necessario che lo Stato sostenga l’economia di una comunità afflitta dal crimine mafioso. Senza investimenti e una sana imprenditoria che genera lavoro e benessere non ci può essere futuro.
Una volta i laureati del sud puntavano sui concorsi pubblici. Ora neanche quelli ci sono. A scuola ci hanno insegnato che la mafia attecchisce meglio dove c’è miseria e Castelvetrano è quasi alla miseria. E per ultimo mi sono tenuto la mia delusione più grande, la mia Triscina.
Per me, il luogo ho dove trascorso molti anni della mia infanzia. Una zona bellissima e devastata allo stesso tempo. Chi viola la legge deve pagare. NOn ci sono sconti. Anche le case sanate e fuori dalle demolizioni sono tante offese alla bellezza di questa località che poteva dare tanto all’economia locale. Chi ha violato la legge deve pagare,ci mancherebbe, ma che senso ha lasciare Triscina in questo modo? Tra case abbattute e case sanate senza un piano urbanistico di recupero Triscina non ha futuro. Potrebbe diventare, paradossalmente, il simbolo della legalità che porta solo miseria e macerie. Triscina è stata rovinata già negli anni 70 e 80 e non dico nulla di nuovo. Al tempo pare che tutti avessero gli occhi chiusi .Una zona che doveva essere altamente turistica ,con una bellissima costa e una meravigliosa spiaggia è diventata invece l’icona dell’illegalità e una vergogna per tutti noi. Le case dovevano essere abbattute da tempo . Troppo tardi. A Castelvetrano è sempre tardi. Anche per la legalità che porta realmente speranza e benessere e che non riesce a fermare i suoi figli più giovani
Lettera firmata