Libia,scandalo dei migranti. Crozza ironizza sulla trattativa con i trafficanti: “Non è bastata la stato-mafia, siamo arrivati alla trattativa stato-mafia libica”.
Gravi accuse sono state lanciate ieri da Crozza in Tv a Minniti e Gentiloni. Crozza ha ripreso la dettagliata inchiesta del giornale Avvenire.
I possibili accordi tra Minniti e il boss libico
il video di Crozza è pesantissimo e si trova sul sito di “Nove tv”
Nel monologo dedicato all’immigrazione Maurizio Crozza, durante la puntata di Fratelli di Crozza – in onda tutti i venerdì in prima serata sul Nove- ha commentato la trattativa nascosta attuata dal Governo Gentiloni con i trafficanti libici: “Bravi anche quelli della sinistra eh? A noi Italiani non c’è bastata la trattativa Stato Mafia… siamo andati oltre, siamo arrivati alla trattativa Stato-Mafia libica.”
Huffingpost titola:
La trattativa segreta sui migranti: “Al Cara di Mineo gli italiani incontrarono il boss libico Bija”
Secondo l’Avvenire il capo dei trafficanti faceva parte della delegazione arrivata da Tripoli nel maggio 2017: “Sembra impossibile che le autorità non sapessero chi fosse”
A quel tavolo, insieme con Abd al-Rahman al-Milad, questo il vero nome del trafficante, oltre a rappresentanti dell’Italia, c’erano anche altre persone. Il quotidiano dei vescovi spiega le stranezze dell’ incontro
La vicenda con il boss libico risale alla primavera del 2017
Minnniti a Castelvetrano scioglie per mafia Il comune e a Mineo incontra boss libici? La questione lascia di stucco. La grande stampa ha tenuto nascosto l’ incontro che, se avvenuto , come detto da diversi quotidiani in questi giorni,va spiegato a tutto tondo.
A Sabratha, era il 23 agosto del 2017 e l’ ex Ministro Minniti doveva affrontare la grave crisi di migranti in arrivo dalle coste libiche.
Minniti che da poco aveva inviato gli ispettori per investigare sul comune di Castelvetrano , per infiltrazioni mafiose , ad un anno dal caso Giambalvo, secondo autorevoli organi di stampa , negli stessi giorni, avallava gli incontri con delegazioni libiche ,guidate da uno dei più pericolosi esponenti della mafia libanese, bollato dall’ Onu ,come “pericoloso mercenario di vite umane”. Si chiama, il gruppo di questo boss libico “Brigata 48” e rappresenta a tutto oggi, l’unico vero deterrente contro l’immigrazione selvaggia e incontrollata in Italia. Sono i miliziani armati di questo nucleo , infatti, che sono in grado di regolare le partenze delle navi con i migranti diretti in Italia dalla Libia. Secondo quanto riferito mesi fa dall’agenzia Reuters, che per prima ha parlato di questo gruppo citando fonti che hanno chiesto di rimanere anonime, la Brigata 48 è entrata in azione nel maggio del 2017.Cioè , più o meno da quando si è fermato il flusso enorme degli sbarchi sulle coste italiane.Minniti che si è preso tanti meriti su questo aspetto, non ha mai dettodi avere incontrato un boss per accordi di cui nessuno sa nulla.
A capo dell’organizzazione citata, ci sarebbe un ex boss della mafia che continua a ricattare ,addirittura, il governo libico ricosciuto,per ottenere sostegno e legittimità. Forse, e soprattutto, anche aiuti di natura economica. Perché questo boss pare conosca bene il mondo degli scafisti, essendo stato coinvolto in passato in prima persona nel traffico di esseri umani.Quindi , Minniti, da un canto faceva la guerra con tutti i suoi amici del Pd ,alla città del boss Matteo Messina Denaro e, dall’ altro ,trattava con un mercenario di vite umane. Le foto del Cara di Mineo sono una prova della trattativa .Cosa avranno concordato?Sono stati pagati soldi? I contenuti dell’accordo gli italiani dovrebbero conoscerli.
Tutto dovrebbe essere chiarito sulla vicenda libica e sul ruolo di Minniti e Gentiloni.E’ molto grave che un Governo tratti con gente del genere e poi agisca, come ha agito, su altri fronti,con scrupolo certosino. La mafia è una montagna di merda ovunque e non solo a Castelvetrano. Crozza , per il caso libico, parla di ennesima trattattiva Stato -mafia.
La mafia ,si combatte su tutti fronti e con lo stesso impegno.Non ci possono essere “tavoli” con i mafiosi e neanche tavoli interessati da strategie politiche. Non ci può essere una mafia di serie A e u a di serie B.
Quanta gente vicina alla mafia libica gira in Italia? Quali sono state le concessioni fatte al boss libico da parte del Governo Gentiloni dovrebbe essere motivo d’inchiesta.Ancora oggi , in Italia , si parla di trattative occulte tra lo Stato e boss.Stavolta, non è Riina è il boss del mercato di essere umani. Qualcosa del periodo in questione, ,ormai da definire storico, non quadra. Storico perché , Minniti non è stato un ministro qualunque e la sua esperienza con i servizi segreti si è notata.
L’ ex Ministro , mentre lavorava ad accordi con i trafficanti libici , usava i “carrarmati” contro Castelvetrano . Decide di sciogliere un comune che si era già ,di fatto ,sciolto da solo nel 2016 con le dimissioni quanto mai opportune dei consiglieri, del 2016 e dopo il grave caso Giambalvo. A Minniti non è bastato l’ arrivo dell’ ex procuratore Messineo come commissario e il ritiro dell’ ex sindaco Errante dalla scena. L’ex sindaco eletto nel 2012 con i voti anche del Pd, si dimette ad aprile del 2017 e si ritira da ogni impegno politico. Il pupillo di D’ Alema, ha un amico Prefetto a Trapani , diventato tale l’ ultimo anno di servizio prima della pensione e molto noto per avere gestito comuni sciolti in Calabria terra di Minniti. L’anziano Prefetto, raggiunto il grado, esegue l’ ordine che il defunto Prefetto Falco non propose ad Alfano.Priolo andrà via dopo due mesi dal commissariamento di Castelvetrano.
Castelvetrano , nella primavera del 2017 , era su tutti i giornali, per la mancata cattura di Messina Denaro , latitante da 27 anni e per tutti i sospetti attribuiti ai castelvetranesi e ad alcuni politici di centro destra per le vacanze, ormai troppo lunghe, del mafioso locale. Minniti era molto impegnato sul caso Castelvetrano e adesso si apprende anche sul caso Libia.Due fronti caldi e delicati, gestiti con strategie molto diverse. Strategie che non hanno portato a centrare l’ obiettivo, visti i risultati. Adesso , le opposizioni , sul caso Libia chiedono una commissione d’ inchiesta su quello che ha combinato Minniti anche un indagine della magistratura. Sarebbe il caso di insediare una seconda commissione d’ inchiesta su Minniti e relativa al caso Castelvetrano. Ci sarebbe tanto da indagare considerato che, Minniti ,ha fatto sciogliere un comune già praticamente sciolto , per via delle dimissioni e bloccando a tre giorni dal voto , le elezioni. Probsbilmente , viste le relazioni venute fuori,il comune doveva essere sciolto molto prima? Nessuno lo fece. Una mano d’ aiuto a Minniti arrivò anche da Rosy Bindi
I castelvetranesi , quelli che vogliono capire con la loto testa, attendono di sapere tante verità. Chi ha aiutato i mafiosi dentro il comune? Non basta aver massacrato Errante che, per altro non è mai stato indagato per cose di mafia. La mafia a Castelvetrano è potente almeno dagli anni 50 e lo sanno bene i Ros e la Dia.Visto quello che accaduto tra, il 2016 e 17, non può bastare solo la relazione del prefetto amico di Minniti. I castelvetranesi vogliono conoscere la verità vera e non quella politica degli ultimi anni.Vogliono sapere se ci sono state responsabilità all’ interno del comune e tra i politici che hanno amministrato negli ultimi 10 anni almeno . Magari qualche furbetto è riuscito a farla franca. I burocrati sono tutti al loro posto e qualcuno dei vecchi politici,quelli risparmiati dalle recenti inchieste,( anche gli altri, per la la verità , colpiti da indagininon di mafia) è ancora presente nel nuovo consiglio comunale. Una commissione d’ indagine, sul caso Castelvetrano, servirebbe a capire molte cose.