
Il risultato elettorale di Castelvetrano apre ampie riflessioni
Tra 5 Stelle e Lega i voti cosiddetti “populisti” vanno oltre il 60%. Una maggioranza bulgara che deve far riflettere sulle possibili dinamiche elettorali del 2019. Fermo restando la scadenza del commissariamento, si dovrebbe tornare a votare per eleggere il nuovo sindaco nella primavera del 2019. Se non ci saranno proroghe, tra un anno si parlerà di elezioni, di partiti e movimenti che si contenderanno il governo della città.Se i castelvetranesi dovessero confermare questa forte ondata “populista” non ci sarà partita. Come dicono gli esperti , le comunali sono un altra partita. e per molti versi è vero. Ma chi potrà fermare questa forte avanzata di voto di protesta? Il risultato del 4 marzo dice in modo chiaro ed evidente che la gente, sopratutto al sud sta male. Molte famiglie non hanno un reddito certo, i giovani vanno via. Decine di aziende fallite o sequestrate, nessuna propspettiva di sviluppo concreta. Per non parlare dei disservizi. Se dovessimo dare un voto obiettivo alla gestione dei rifiuti o ai servizi primari, si rischia di andare sotto lo zero. A Castelvetrano in particolare, si è creata una situazione politica particolare.Oltre allo scioglimento per mafia , voluto dal Ministro Minniti ed ancora tutto da capire nelle sue vere ragioni investigative, si è registrata una specie di nepotismo politico tutto da decifrare. I partiti tradizionali da oltre 20 anni a questa parte hanno cercato di eleggere sempre gli stessi soggetti. Da Bongiorno che ha lasciato il testimone a Pompeo, la corsa a Palazzo Pignatelli è stata sempre pilotata dal precedente sindaco. Fu così tra Bongiorno e Pompeo e fu così tra Pompeo ed Errante. Una sorta di delfinaggio alla francese che risulta difficile da accettare. Passaggi di consegne all’interno del Centro Destra che, nel 2012 conosce pure l’inciucio con il Partito Democratico stanco di perdere tutte le battaglie. Anche tra i perdenti si è ragionato cosi. Il blocco Lo Sciuto e D’Ali per due volte perdono proponendo sempre lo stesso candidato Giacomo Centonze. Nel 2012 , Centonze è messo da parte e passa le consegne a Giovanni Lo Sciuto. Gira e rigira sempre gli stessi soggetti e sempre gli stessi metodi. Gli ultimi anni poi hanno conosciuto la pagina più peona e incresciosa della politica locale. Dal caso Giambalvo al ribaltone di Errante che si allea con Lo Sciuto alla guerra fatta dal Pd a Errante e Lo sciuto. Tanto per cambiare, nel 2017 Il Pd candida Pompeo. Un ritorno che lascia sorpresi visto che Pompeo non è più giovanissimo .La lotta tra le fazioni in campo con la giusta lotta al sistema mafioso dei grandi affari non poteva portare che alla distruzione del tessuto sociale della città. Come capita spesso, il conto di tutti questi disastri non è stato addebitato, almeno fin ora a chi ha saccheggiato veramente questa città, sbagliando molte scelte e facendo indebitare il comune. il conto fin ora lo sta pagando la povera gente, lo stanno pagando i giovani, lo stanno pagando quei lavoratori che lavoravano presso aziende regolarmente attive con licenze comunali finite sotto confisca e distrutte. In sintesi, i castelvetranesi, tutti mafiosi ed evasori. E di chi non può campare non ne parla nessuno? Di chi non sa dove sbattere la testa per finire il mese non si preoccupa nessuno? Tutti a parlare di Matteo Messina Denaro , tutti ad accusare i castelvetranesi di mafia e quasi nessuno a tentare una difesa. come dire: “curnutu e bastuniatu”. Risultato: i castelvetranesi onesti e laboriosi si sono rotti le palle. La vera legalità è cercare di capire chi si è fatto i soldi e a gestito potere con l’aiuto di Messina Denaro e sbatterlo in carcere. Capire chi lo ha protetto davvero e non sparare sulla povera gente che ha il diritto a trovare un lavoro e a guardare al futuro con maggiore serenità. Se continua così ,alle prossime elezioni i populisti si mangeranno totalmente i politici dei partiti tradizionali. Basta con i passaggi di consegne. Il comune è della gente
Redazione Il Circolaccio