Perché ogni volta che si parla di misteri e di stragi in Italia, ci sono mafia, servizi segreti e massoneria? Cos’è la massoneria, anzi cosa è diventata la massoneria italiana? Giuliano Di Bernardo è stato al vertice dell’organismo massonico più importante, il Grande Oriente d’Italia, nei terribili anni che vanno dal 1990 al 1993. Gli anni delle spinte autonomiste, del tentativo di colpo di stato attuato con la strategia terroristica di mafia e ‘ndrangheta. Giuliano Di Bernardo è uno dei testimoni dei magistrati di Reggio Calabria titolari dell’inchiesta sulla ‘Ndrangheta Stragista, per la prima volta svela una serie di retroscena di quei terribili anni. Spiega che, nonostante il divieto dopo la legge Spadolini-Anselmi e dopo lo scandalo della P2 di Licio Gelli, in realtà sono state costituite logge coperte nel Grande Oriente d’Italia.
Nel 1992 il procuratore di Palmi Agostino Cordova avvia una inchiesta sui rapporti tra ‘ndrangheta e massoneria, e chiede al Grande Oriente d’Italia gli elenchi dei massoni calabresi esattamente come sta facendo adesso la Bindi.
Allora era Giuliano Di Bernardo a capo del GOI. Il Di Bernardo mostra un atteggiamento collaborativo, nonostante le pressioni interne, perché si convince che il lavoro di Cordova era fondato basandosi su elementi concreti.
A tale riguardo, ecco dei particolari interessanti raccontati dal Pinotti nel suo libro Fratelli d’Italia in cui intervista il Di Bernardo.
‘Di Bernardo, in quel momento, si sente in dovere di opporre resistenza all’inchiesta, ma qualcosa lentamente lo convince che il lavoro di Cordova non è infondato, che l’inchiesta del magistrato si basa su elementi concreti. E’ il passaggio più difficile del suo racconto.
L’intervista di Sandro Ruotolo a Giuliano Di Bernardo, che toglie il velo sui misteri della massoneria italiana
Fonte: Fanpage.it
Il Circolaccio
Maurizio Franchina