Il grande cabarettista palermitano si è spento all’età di 69 anni.
Faceva parte della scuola di attori comici nati negli anni 70 a Palermo
Pioggia e lacrime per ‘Acquadicielo’
Così Palermo ricorda Burruano
Acqua di cielo, piove su Palermo. “Acquadicielo… Che ti ha detto il vecchio? Dall’altro lato della montagna patate, come si dice a Palermo, Acquadicielo? Se tiri troppo la corda, arriva il giorno che si rompe… E si è rotta per te, Acquadicielo… Questo è il finale per te Acquadicielo… Patate…”.
Piove sulla memoria di Gigi Burruano, inventore di poesia, uomo dall’anima dolcissima, protetta da una superficie di carta vetrata. Piove sugli errori e sulla meraviglia, sulla coltellata e sull’incanto. Per certi uomini, che sono grandi nella misura in cui restano piccoli, la vita si narra con la stessa stoffa della letteratura, con la metrica di un verso inafferrabile. Chissà quanto amava e quando odiava, Luigi Maria Burruano, questa Palermo che si smemora e che ricorda troppo tardi. Questa città che cammina, noncurante, sulla bellezza di cui trabocca.
Ma, dal cordoglio, quello istituzionale e quello semplice, emerge il brivido di un affetto sincero. Scrivono in tanti. E in tanti piangono, perché non si capacitano di un’assenza, perché tutti pensiamo che una presenza, seppure discosta, debba essere sempre lì, a portata di mano e di cuore.
Scrive Leoluca Orlando, uno che Palermo la conosce come la sua anima: “Scompare uno straordinario attore palermitano, una “maschera” indimenticabile del Teatro Italiano”.
Scrive Paride Benassai, maschera sempre felice e ricca: “Il nostro fratello Gigi se ne è andato. Palermo saluta un pezzo di grande storia..”.
Scrive Salvo Piparo, poeta di strada: “Ti ho amato come si ama un padre. La tua voce la porterò sempre con me. E se adesso dicessi “che sono stato onorato di averti conosciuto” Tu mi risponderesti: Viri ca Onorato è chiddu ri casci i muartu!”.
Scrive Tony Sperandeo, l’immenso: “Il mio caro amico fraterno e compagno di lavoro per tutta una vita è scomparso da poche ore. Sono devastato dal grande dolore che provo in questo momento. Perdonatemi non ho la forza di aggiungere altro. Vi invito a pregare per lui assieme a me. Ciao Gigi “cognato mio”.
Scrivono. Piangono. Con lacrime vere, di dolore e carta vetrata. E sono veri, non recitano. E tu non capisci più dove finisce l’acqua e dove comincia il cielo.
Fonte :Live Sicilia