Chi sta impedendo la cattura del superlatitante Matteo Messina Denaro?
La vedova di Lorenzo Cimarosa:” la mafia è una bestia terribile”
La mafia è sempre stata una terribile patologia che ha distrutto il futuro di tanti siciliani… non solo adesso è da considerarsi una brutta bestia
Rino Giacolone nel servizio afferma:” Matteo Messina Denaro non ha protezione solo tra i “punciuti” ma tra i colletti bianchi, massoneria e gente che sta al potere a Palermo e a Roma”
Chi sono questi “alti” colletti bianchi?
Sandro Ruotolo ex giornalista Rai e fidato collaboratore di Michele Santoro in un servizio per “Fanpage.it” ripercorre attraverso l’intervista a Giuseppe Cimarosa e sua madre, cugina di primo grado di Matteo Messina Denaro, alcune vicende legate al boss. Ricostruisce alcune amicizie del passato e i possibili legami attuali dell’imprendibile latitante , capo di Cosa Nostra. Cerca, con difficoltà, di aggiornare gli elementi che potrebbero a possibili fiancheggiatori che gli permettono ancora oggi di essere uno degli uomini più pericolosi al mondo.
Ruotolo, che conosce bene Castelvetrano, intervista ancora una volta Giuseppe Cimarosa che con la sua “vibrante” protesta nei confronti del padre Lorenzo(scomparso alcuni mesi fa) , iniziata già con il primo arresto , avvenuto nel 1998 condiziona le recenti scelte dell’ex imprenditore organico a cosa nostra. Giuseppe, che non ha mai avuto simpatie per la mafia e la mafiosità , litiga con il padre, e va a Roma ,anche per completare i suoi studi. Giuseppe , già da allora ,non accetta quanto accaduto e si pone fortemente in contrasto con il padre Lorenzo e con il fare “mafioso” della parentela legata alla famiglia Messina Denaro.Le indagini porteranno agli inizi del 2000 , Cimarosa al processo e a subire una condanna che sconterà . Dopo la pena di alcuni anni di reclusione, Lorenzo Cimarosa tornerà ad avere attività imprenditoriali e a lavorare sia nel pubblico che nel privato fino al 2013
Nel 2013, l’ex imprenditore che per anni ha gestito molti lavori con il cognato Giovanni Filardo viene nuovamente arrestato. Giuseppe Cimarosa che nel frattempo aveva trascorso diversi anni nella capitale, distinguendosi per le sue doti artistiche equestri, ancora una volta, si trova a dover fare i conti con l’agire sbagliato del padre . Cimarosa, nel corso delle indagini, si auto accusa di aver aiutato la famiglia di suo cugino, il boss Matteo Messina Denaro e inizia a collaborare con gli inquirenti . In tutto questo, è opportuno sottolineare il ruolo determinante avuto dal figlio Giuseppe e successivamente anche da sua madre, sorella di Giovanni Filardo attualmente in carcere dove sta scontando una condanna per associazione mafiosa.
Giuseppe, negli ultimi anni, con diverse dichiarazioni motiverà sempre più il padre, dopo tanti anni di “vicinanza” con i Messina Denaro , a prenderne le distanze e a denunciare diverse persone. Ruotolo , nel servizio , intervista la vedova Cimarosa e anche Giuseppe . Dalle foto di famiglia viene fuori la presenza al matrimonio di Cimarosa, avvenuto negli anni 80 dell’attuale deputato di Castelvetrano Giovanni Lo Sciuto.
Nella foto matrimoniale si trova anche il giovane Matteo Messina Denaro. E qui scatta la valutazione di Ruotolo che , in qualche modo , cerca di capire i rapporti tra i Messina Denaro e il politico castelvetranese.
Addirittura, sarebbe stato testimone dello zio di Lorenza Alagna, figlia di Matteo Messina Denaro nata dalla relazione con Francesca Alagna. ” Giovanni Lo Sciuto al telefono replica cosi:” eravamo giovani e ci conoscevamo di vista ,come tutti in città “.
Poi, Lo Sciuto, accusa Ruotolo di domande “tendenziose” e non va oltre. Insomma , un’ altra tegola per la politica castelvetranese, dopo lo scioglimento del comune e che farà discutere. Lo Sciuto fa parte della commissione antimafia regionale. Per evidenti questioni di opportunità ,dovrà dire di più su questa vicenda.Il messaggio che , ancora una volta passa, per Castelvetrano e i castelvetranesi, non è piacevole. Ruotolo non va oltre alle solite interviste. Mette in evidenza le foto solo di Lo Sciuto. Ascolta Maurizio Abate sulla questione “Cimarosa” e fa parlare ancora una volta l’ex sindaco Vaccarino.
Conclude il servizio con il solito clichè delle interviste a passanti davanti il solito bar. Ancora una volta , manca la voce di altri cittadini impegnati civilmente e senza “appartenere” ne alla politica e ne all’associazionismo di carriera. Castelvetrano, purtroppo è anche quella che si nota in alcune immagini, ma non è solo questa. Ruotolo, poteva anche sentire altri castelvetranesi. Anche l’ex sindaco Felice Errante, oppure Gianni Pompeo che attende da mesi di incontrare Rosy Bindi dopo le affermazioni dello scorso mese di giugno. Poteva intervistare anche qualche “blogghista” esperto d’antimafia professionale. Insomma, ancora tanta confusione mediatica che si conclude con l’ennesima accusa verso la politica locale e verso la comunità castelvetranese . Comunità che continua a perire sempre di più per colpa di questa lunghissima latitanza di Matteo Messina Denaro che non si trova dal 1993. Tutta colpa dei castelvetranesi che il super latitante Messina Denaro continui a sfuggire a tutti queste indagini e pedinamenti? Riteniamo di no. Molta gente di questa città è stanca e chiede a gran forza la cattura del latitante. Ma questa volontà di molti castelvetranesi non fa notizia
Io al matrimonio dello zio di Lorenza Alagna c’ero: nel ruolo della sposa, era il 10 luglio 1991; il matrimonio di due giovani poco più che ventenni, Giovanni Lo Sciuto nel ruolo di testimone dello sposo; non si conoscevano di vista, erano buoni amici. Oggi come allora per controllare la mia vita basterebbe un bambino di sei anni. Giovanni Lo Sciuto accusa Ruotolo di rivolgergli domande “tendenziali”, cosa che dimostra solo i suoi cattivi rapporti con la lingua italiana. Non conosco la condotta del signor Lo Sciuto, ma quel giorno posso attestare che partecipò alle nozze di due persone per bene. Anna Gelsomino,stanca.di questi ” servizi giornalistici”
La cattura di Messina denaro e quelli come lui,Lo stanno impedendo Politici vicini a lui o collusi con lui,oltre ai suoi famigliari e amici,i quali andrebbero controllati ed espropriati di tutto,salvo che non dimostrino che ciò che hanno e quello che usano per fare la bella vita se lo sono guadagnato o guadagnano onestamente,caso contrario,va sequestrato,dovranno iniziare a lavorare per vivere.POI se vogliono prendere questi criminali,le forze che indagano,devono usare sistemi e mezzi senza divieti,senza regole,praticamente dare CARTA BIANCA alle teste di cuoio che se ne occupano le quali possono fare quello che credono sia utile allo scopo,basta arrestarli o fermarli.Con questo metodo,Messina Denaro sarebbe,da anni,un cattivo ricordo,ma le forze che devono arrestarli non devono avere regole che vietino molte cose,se sapessero questo chi è ricercato,non dormirebbe più sonni tranquilli,questo è garantito.