Lo strano silenzio delle procure sulle attività amministrative del comune di Castelvetrano è casuale?
Nonostante relazioni e investigazioni mirate, articoli di stampa al vetriolo, non risultano inchieste sui punti elencati nelle relazioni. Di fumo e polvere tanta. Giustizia? Poca
Quando neanche le relazioni documentate muovono le leve della giustizia
Sono state numerose le relazioni scritte sulla mala gestio del comune di Castelvetrano. Anche la Commissione Antimafia ha dedicato pagine intere su Castelvetrano
Ispettori ministeriali, Corte dei Conti, relazioni investigative di Carabinieri, pare molto attenti ai comportamenti di funzionari e politici di Castelvetrano eppure, dopo anni, sembra quasi che le procure del territorio abbiano dimenticato tutto . Almeno fino ad adesso.
A leggere queste relazioni, (ne riportiamo alcune) si ha come l’impressione che le procure preferivano non guardare dentro Palazzo Pignatelli . Secondo alcune informative, fatte da validi investigatori, Filippo Guttadauro e altri parenti di Messina Denaro, almeno fino a quando sono rimasti in libertà, erano abituali frequentatori della Casa Comunale. Andavano e uscivano. Le porte sempre aperte. Le dichiarazioni, in tale direzione , di Giuseppe Grigoli rilasciate al processo di Marsala lo dimostrano anche . Le sue parole sono pubblicate su Radio Radicale. Chi erano i loro interlocutori? Nebbia assoluta
Grigoli , imprenditore potente fino al suo arresto, durante le udienze a Marsala, disse chiaramente che Guttadauro era il trade union con il potere politico e amministrativo locale. Fece intendere anche , che era in grado di distribuire voti ad amici politici vicini ai loro interessi.
Eppure, i PM che lo ascoltavano, diedero poca importanza a queste affermazioni . Di quali relazioni Grigoli intendeva parlare al processo? E soprattutto, con chi? Grigoli, si mantenne sul vago. Forse aspettava domande più precise che non sono arrivate .
Mistero. Ennesimo mistero.
Guttadauro incontrava politici al Circolo della Gioventù e lo sapevano pure i gatti .Come evidenziato da attività investigative, amava giocare a carte al Circolo e poi, se necessario, andava al comune a sbrigare le sue cose . Tutto in assoluta libertà e senza ostacolo alcuno.
Quindi, riepilogando, fino al 2006, il cognato di Matteo Messina Denaro ed esponente di una forte famiglia mafiosa di Palermo Brancaccio, “firriava” tranquillamente in città. In merito , ci sarebbe molto da dire , ma non abbiamo un’ inchiesta sulle relazioni di Guttadauro e Grigoli con il mondo politico locale e con gli amanti delle carte .Nel 2007, subito dopo l’apertura di Belicittà, Grigoli viene arrestato. Nessuna indagine è stata ufficialmente compiuta su chi dava licenze e autorizzazioni all’ex imprenditore. Su chi gli ha chiesto posti di lavoro in cambio di favori
Ci piace far ricordare ai lettori alcune relazioni rimaste stranamente nei cassetti di qualche ufficio o forse procura
Una relazione della Corte dei Conti del 2006(Deliberazione n.48/2006) presidente Maurizio Meloni che critica la gestione comunale. Altro che conti in ordine come gridato dal sindaco del tempo
Presidente del Collegio dei revisori la predetta deliberazione di questa Sezione di
controllo n. 3/2006, nonché i relativi questionari ai fini della loro ritrasmissione da
parte del Collegio dei revisori entro trenta giorni dall’approvazione del bilancio di
previsione;
esaminata la relazione compilata dall’Organo di revisione contabile del
Comune di Castelvetrano pervenuta a questa Sezione regionale in data 3 luglio
2006;udito il relatore Referendario dott. Francesco Targia;
uditi il sig. Mariano D’Antoni e il dott. Andrea Di Como delegati dal Sindaco
del Comune di Castelvetrano; Dall’esame della predetta relazione, emerge che non è stato rispettato, in sede di previsione, il limite fissato dalla legge finanziaria 2006. Non sono stati rispettate alcune spese sul personale e altre voci
Qualche anno dopo arriva un altro severo controllo
C’è una relazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze che riguarda il comune di Castelvetrano a firma di Manuela Dagnino che ha fatto i raggi x all’ente. E’ rimasta nei cassetti di Palazzo Pignatelli per molto tempo. Forse non ha ancora visto la luce.
Si tratta di accertamenti ispettivi da parte della Ragioneria Generale dello Stato sulla pubblica amministrazione della città. La data del documento è quella del 2 novembre 2012 e nel mirino della dottoressa Manuela Dagnino, alla quale il Ministero aveva affidato l’incarico, c’è il periodo che va dal 2007 al 2011.
La relazione entra nel merito di come siano state utilizzate le risorse umane, di come siano stati affidati gli incarichi, dei criteri delle progressioni economiche e delle stabilizzazioni, fino al trattamento accessorio del segretario comunale.
I risultati della relazione furono considerati gravi e con danni erariali consistenti..
Secondo l’ispezione ministeriale, il numero totale del personale in servizio superava di gran lunga il limite massimo dei posti previsti, in contrasto con i principi dettati dalla Costituzione. Con assunzioni e stabilizzazioni, il Comune non avrebbe rispettato l’obbligo di “riduzione della spesa di personale e di contenimento della dinamica retributiva e occupazionale” stabilito dalla legge finanziaria del 2007.
Sarebbero stati dati incarichi senza opportuna qualifica professionale e senza i criteri di legge . Una sorta di libera gestione delle consulenze e degli incarichi esterni in un comune già in con tanto di personale inserito. Secondo l’ispettorato, i relativi importi liquidati allora : “hanno rappresentato un esborso di denaro pubblico non conforme alle disposizioni di legge e fanno profilare un’ipotesi concreta di danno erariale pari all’importo erogato”.Nella relazione vengono citati casi precisi e riferiti ad uno stretto collaboratore esterno del sindaco. Viene stigmatizzata la scelta di dare soldi ad un avvocato del Comune , per un’assistente sociale e un noto esperto di teatro e consulente culturale dell’ex sindaco Gianni Pompeo. Ex lavoratori socialmente utili, stabilizzati senza il rispetto dei criteri di legge. La gestione del teatro con nomine esterne molto costose.
Nella relazione, la dottoressa Dagnino scrive: “A tal fine non può considerarsi sufficiente la procedura selettiva riservata al personale interno a tempo determinato volta ad accertare l’idoneità allo svolgimento delle funzioni proprie del profilo, consistente in mero colloquio conclusosi con idoneità dell’unico candidato partecipante”.
Nel 2014 l’ex consigliere Ninni Vaccara, presenta un ampia interrogazione sulla relazione Dagnino e sulle bacchettate della Corte dei Conti. Si discute in consiglio, Vaccara viene attaccato ma niente succede agli interessati
Nel marzo del 2015 Vaccara torna alla carica con i consiglieri comunali Pasquale Calamia, Monica Di Bella, Giuseppe Curiale, Luciano Perricone, Gaetano Accardo, Maurizio Piazza. Calamia e Di Bella erano passati all’opposizione. Nel 2012, entrambi, difendevano Errante e Pompeo ,in ragione dell’accordo politico voluto da Marco Campagna e Baldo Gucciardi con Gianni Pompeo e votavano bilanci e delibere. poi, nel gennaio 2015, la rottura. Il Pd, non ha mai chiesto che si facesse piena luce, almeno fino a quando esce dalla maggioranza , sulla questione Dagnino
Una deliberazione della Corte dei Conti dello stesso anno aveva “evidenziato” numerose criticità ,sia nella regolarità della gestione amministrativa e contabile,sia nell’ adeguatezza ed efficacia del sistema dei controlli interni» Il consiglio comunale ne parlò con ampio dibattito. Nessun provvedimento fu adottato. Tutto sotto la sabbia
Tra i punti segnalati da Vaccara che riprendeva citazioni della Corte dei Conti c’era l’incoerenza tra programma triennale delle opere pubbliche, il bilancio ed il piano dei pagamenti;l’ inadeguatezza della riscossione delle entrate e l’ eccessivo numero di affidamenti diretti di lavori pubblici,senza passare dai bandi di gara, di servizi affidati senza le regole del libero mercato . Nel documento si evidenziava inoltre che: “la Corte dei Conti aveva espresso particolare preoccupazione per la situazione del contenzioso giudiziario del Comune di Castelvetrano, in ordine ai rischi sugli equilibri finanziari dell’ente, Su questo aspetto, l’ex consigliere Vaccara affermava: “ occorre chiarire gli aspetti sulla riscossione delle entrate dell’Ente” . Nella stessa nota veniva evidenziato l’ elevato numero di contenziosi promossi contro il comune e la concessione di beni in comodato gratuito .
A questo aspetto , si aggiungeva ancora una volta, anche la famosa relazione del Ministero dell’Economia per il periodo della Giunta guidata da Gianni Pompeo dove venivano evidenziati decisioni senza controllo di aumenti di stipendio a dirigenti del tempo con la regola del “galleggiamento” per cui, il segretario comunale non poteva guadagnare meno del dirigente più pagato che, secondo alcuni ex dipendenti, era l’ing. Taddeo.
Il Ministero, nel novembre del 2012 per il tramite del dirigente Manuela Dagnino chiedeva chiarimenti per la nomina di alcuni dirigenti e su altri incarichi comunali. Chiedeva spiegazioni su molti capitoli di spesa e su tanti altri sprechi del comune. Si deve arrivare al 2018 per sapere dai commissari che il comune è sull’orlo del fallimento avendo oltre 20 milioni di Euro di debiti.
Chi ha dormito su quella relazione del Ministero pubblicata nel 2012, dovrebbe finire sotto inchiesta come gli autori di tanti altri disastri comunali. Eppure , tutto è rimasto, stranamente, nei cassetti di qualche palazzo. Come dire :”lascia vivere in pace i nostri amici”
Il Circolaccio