Influenzare l’opinione pubblica senza sporcarsi le mani. Un lavoro scuro ben retribuito su dettatura e che non risponde a criteri di verità ma di strategia
Manipolatori di professione
“Le guerre non si vincono solo con i cannoni” lo diceva Winston Churchil. Servono i servizi segreti e il contro spionaggio. Quando vi è necessità in tempo di “pace” di fare guerre interne, il sistema si applica per scopi anche politici.
Opinionisti, giornalisti, politici, uomini delle istituzioni, semplici cittadini possono finire nelle strategie dell’intelligence nazionale, occultandosi molto bene nel tessuto sociale dove agiscono e percependo lauti guadagni
Scoprirli non è semplice. Sono dotati di particolare intelligenza e prendono ordini precisi
Abbiamo scelto di pubblicare questo articolo, tratto dalla rivista di intelligence dell’ex Sisde, Gnosis, per dare una scossa a una certa mentalità che ha rimosso completamente la percezione della valutazione reale del diritto e delle sue forme concrete; e che riconosce l’agire repressivo e di delegittimazione, ancor prima delle condanne,e che scatta solo con certi soggetti pubblici trascurandone altri. Gli “influenzatori”quando si manifesta l’esigenza tendono ad attivare le strategie. Poi,platealmente colpiscono di più con gli arresti, perquisizioni, ecc. Accentuano il danno subito e condizionano l’opinione pubblica.
Insomma, un sistema che viene da lontano e collaudato nei regimi dittatoriali.
Questo articolo, pubblicato su un sito “gnosis” è possibile vedere emergere – in controluce – una macchina potente che accumula e centralizza informazione, sapere, conoscenza; e lo fa per usarla in modo progettuale, scientificamente, per realizzare gli obiettivi (tattici e/o strategici) che si pone. Una macchina che dura nel tempo, al di là della vita dei singoli “agenti” o dirigenti. Un’istituzione, insomma, delegata all’azione perpetua contro altre istituzioni o organizzazioni percepite o qualificate come “nemiche
Ma cosa si intende per influenza? Come si pianifica e si conduce una campagna di influenza? In che modo e in quale misura le attività di influenza possono supportare efficacemente l’azione governativa, con particolare riguardo a quella connessa alla gestione della sicurezza nazionale e alla tutela dell’interesse del sistema paese? E, soprattutto, chi sono gli attori protagonisti di tali attività e quale rapporto lega l’intelligence alle operazioni di influenza? Con questo contributo si proverà a rispondere sinteticamente a queste e ad altre domande, nonché a stimolare la discussione riguardo all’impiego dell’influenza per scopi di sicurezza e difesa nazionale e alla necessità di potenziare tali capacità nell’ambito dell’architettura istituzionale della Repubblica.
Il Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS) ha definito l’influenza quale “attività condotta da soggetti, statuali o non, al fine di orientare a proprio vantaggio le opinioni di un individuo o di un gruppo”[4]. Questa sintetica definizione, elaborata con finalità preminentemente divulgative[5], tratteggia le prime linee essenziali dell’influenza.
L’agente di influenza
L’influenza, in particolar modo quella di livello strategico, si articola per mezzo di un complesso «ecosistema», composto da una vasta gamma di strutture organizzate[11], le cui competenze non sono sempre marcate da confini rigidi e le cui funzioni effettive non appaiono facilmente riconoscibili, e singoli individui, alcuni dei quali non sempre consapevoli del loro ruolo[12] e delle finalità ultime del loro agire. I principali attori coinvolti nelle influence operations sono gli agenti di influenza e i servizi di informazione e sicurezza. Ma chi sono gli agenti di influenza? E in che rapporto sono con gli apparati d’intelligence?
Per il Gen. Ambrogio Viviani, già responsabile del controspionaggio del SISMi, l’agente di influenza è “un agente segreto che opera sotto mentite spoglie ma apertamente, senza commettere alcun reato, diffondendo idee, sostenendo teorie, dirigendo movimenti di opinione, secondo le direttive ricevute e seguite allo scopo di conseguire determinati effetti nell’ambiente avversario in funzione degli obiettivi della politica del proprio Paese
In questo testo si riassume sinteticamente una figura non nuovissima di “infiltrato politico” che finora non aveva però avuto né menzione ufficiale (tantomeno sulla stampa quotidiana), né riconoscimento o ammissione d’esistenza da parte delle strutture ufficiali di spionaggio. L’”agente di influenza” è del resto figura sfuggente già nella definizione (“attività condotta da soggetti, statuali o non, al fine di orientare a proprio vantaggio le opinioni di un individuo o di un gruppo”), ma concretissima nella sua azione.
Fonte: Siti gnosis
Il Circolaccio
Salvo Serra