Castelvetrano sta vivendo uno dei momenti più drammatici della sua storia.
Tutto si sta paralizzando è tutta colpa dei castelvetranesi?
Un invito a Rosy Bindi a visitare Castelvetrano e la sua comunità potrebbe servire?
Il mito dell’eterno ritorno afferma, per negazione, che la vita che scompare una volta per sempre, che non ritorna, è simile a un’ombra, è priva di peso, è morta già in precedenza, e che, sia stata essa terribile, bella o splendida, quel terrore, quello splendore, quella bellezza non significano nulla
M. Kundera
I castelvetranesi? Per molti antimafiosi, o sono collusi con la mafia o ci vanno d’accordo o peggio ancora, gli strizzano l’occhio. Ogni atteggiamento, ogni azione, relativa a questa città , ormai, parte da questo inaccettabile presupposto.
Ti muovi, fai qualcosa per svegliare la città dal torpore? Occhio, puoi finire inevitabilmente a favorire la famiglia mafiosa. Non ha importanza come, la puoi favorire punto e basta! Una valutazione che può apparire superficiale ma non lo è nei fatti reali.
Da qualche tempo è partita una sottile strategia che , oltre a distruggere quel poco d’immagine della città, tende a far vivere i castelvetranesi in una sorta di “prigione” mediatica. Politici, giornalisti, magistrati impegnati in politica, scrittori, narratori, blogghisti di ogni specie, hanno “allasato” ogni angolo di Castelvetrano del nauseabondo puzzo della mafia. Probabilmente, pure i giovani delle scuole vengono guardati con sospetto. Pure quei genitori che hanno cercato di educare i propri figli con il modello della meritocrazia, della non appartenenza e sottomissione a nessuna attività coercitiva ,ne di genere mafioso e ne clientelare, al rispetto delle regole democratiche e lontano da ogni forma di mafia , non possono risultare credibili. “Sono di Castelvetrano! Puru chissi mafiusi”.
Come se la mafia siciliana abbia trovato origine solo a Castelvetrano. Quasi come dire: “se sei di Castelvetrano hai il peccato orginale di mafiosità”. Il cromosoma “M” si trova solo nel Dna della borghesia castelvetranese e non in quella marsalese , trapanese o ericina.
L’ultimo epiteto, in ordine di tempo , lo ha lanciato Rosy Bindi con quella frase :” Castelvetrano grigio antracite”. Una frase che, francamente, rimane molto dura da mandar giù. Risulta particolarmente indigesta a tutti questi castelvetranesi che hanno sempre lavorato dalla mattina alla sera, per campare dignitosamente e senza privilegio alcuno .
Rosy Bindi che fa bene il suo mestiere forse, non sa o non ricorda che, anche i suoi amici del Pd di Castelvetrano , sono stati al governo della città e hanno sostenuto Errante. Ma la Bindi nazionale che non è mai stata da queste parti seppur criticabile, su certe uscite e su diversi punti non ha tutti i torti.
Se nessuno a Castelvetrano, dei politici o dei residui di classe dirigente non Le risponde, può liberamente convincersi che a Castelvetrano , hanno tutti paura di replicare perchè , in qualche modo, hanno “lu carbuni bagnatu”. Solo sui social e qualche bog locale si sono trovati commenti di difesa e qualche timida replica alle sue simpatiche frasi.
I soliti sodali dell’antimafia, in tutto questo, hanno trovato un delizioso nutrimento. Viene tutto raccontato con una leggerezza degna di Milan Kundera. Come se, molti di loro, non avessero mai vissuto a Castelvetrano e solo adesso stanno scoprendo che ogni cosa è tutta mafia . A Castelvetrano, ormai, non serve più neanche il diritto costituzionale e delle leggi scritte e previste, da uno Stato democratico. Bastano solo pochi indizi e qualche sospetto e ti arriva la “sentenza” di mafioso. Del resto, questo modus operandi, è anche giustificato (si fa per dire). Come si fa a vivere in una città di 30 mila abitanti e non avere avuto anche un minimo contatto con qualche mafioso condannato o semplicemente “allasatu? Sarà capitato a tutti di entrare in un bar della città e magari salutare anche qualcuno ritenuto vicino alla famiglia Messina Denaro. Magari hai la “disgrazia” che ci giocavi per strada da bambino. Se ti prendi un caffè e non stai attento a chi trovi dentro il bar rischi di finire nel pozzo mediatico. Insomma, ogni cosa che si muove in questa città viene vista con sospetto.Ogni iniziativa , anche la più piccola, potrebbe essere condizionata dalla famiglia mafiosa.
Tutto questo è inaccettabile. Tutto si sta bloccando e i giovani di questa città che sanno poco di mafia e molto di facebook vengono continuamente offesi dalla loro città d’origine e orientano il loro futuro altrove. Sostenere che molti castelvetranesi sono vittime di tutto questo e anche degli errori di certa classe dirigente non serve più. Tanto non ti crede nessuno. Ormai neanche l’antimafia a Castelvetrano è credibile. I leader dei 5 Stelle regionali e nazionali, neanche la lista avevano presentato alle scorse elezioni.
A questo punto, vista la situazione disperata in cui versa la comunità castelvetranese , non resta che invitare Rosy Bindi a visitare Castelvetrano . Un libero incontro in piazza con la Bindi, per la comunità castelvetranese martoriata da tutto questo potrebbe tornare utile. Magari , il presidente della commissione antimafia ,potrebbe meglio capire chi in questa città è stato vittima e chi carnefice ed evitare cosi, di continuare a sparare nel mucchio. Fatti salvi quei pochi castelvetranesi in possesso del salvacondotto antimafia rilasciato da un ufficio che molti castelvetranesi vorrebbero tanto conoscere , il resto della popolazione sente il bisogno di questo libero incontro.
Il Circolaccio
Farinata Degli Uberti