Un fiume di denaro pubblico è stato dato a Ryanair in questi anni, per salvare aeroporti a rischio chiusura come Birgi e Comiso. Soldi pubblici dati ad una compagnia che non rispetta i lavoratori, che non presenta il DURC e che non paga le tasse italiane. Tanti politici locali “proni” al management irlandese. Di seguito uno studio dettagliato della disastrosa gestione dei voli low cost
Trapanesi e marsalesi si sono piegati al volere di Ryanair e non hanno mai cercato altre soluzioni
E’ Tutto Legale?
Oltre un miliardo di euro negli ultimi dieci anni alla sola Ryanair e fino a 800 milioni di euro l’anno alle altre compagnie aeree low cost. A tanto ammonta in Italia, secondo una ricerca fatta dal MoVimento 5 Stelle, il malloppo regalato di nascosto da Regioni, Province e Comuni ai vettori low cost tramite le società aeroportuali attraverso contratti secretati.
L’indagine, basata su dati ancora parziali, è stata condotta utilizzando interrogazioni parlamentari e fonti di stampa. Un apriscatole 5stelle che ha portato alla luce un vero e proprio sommerso, un fiume di denaro tolto dalle tasche dei cittadini e che va ad ingrassare le grandi aziende estere del trasporto aereo, le quali, grazie anche a questi finanziamenti nascosti, fanno concorrenza a prezzi stracciati agli altri vettori.
Oltre un miliardo di euro alla sola Ryanair. La stessa Ryanair che sottopaga i propri lavoratori e ha lasciato a terra centinaia di passeggeri. E chissà che non sia un’emergenza che, per essere silenziata, richiederà l’esborso di altri soldi pubblici.
Tutto questo mentre è in atto la crisi di Alitalia, ancora senza un piano industriale a quasi sei mesi di commissariamento, con i lavoratori in piazza che chiedono certezze sul destino dell’azienda e il governo che non è stato nemmeno in grado di vigilare su queste situazioni e dovrà decidere il futuro della compagnia.
Oltre un miliardo di euro di soldi pubblici che poteva essere meglio investito. Eppure la legge vieta di erogare in questo modo sovvenzioni pubbliche proprio perché drogano il mercato. Qual è quindi il trucchetto utilizzato dalle società aeroportuali di cui spesso fanno parte anche gli enti locali? Il trucchetto si chiama accordi di ‘co-marketing’ e vengono stipulati dagli aeroporti con le compagnie aeree ufficialmente per ‘finanziare iniziative di promozione territoriale e attività turistica’ in cambio di voli quotidiani e milioni di passeggeri sul proprio territorio.
Come? Senza alcun bando pubblico di gara e attraverso contratti secretati, che invece per legge dovrebbero essere resi pubblici. A quanto ammonta precisamente questo flusso di denaro, nessuno lo sa. Né il Ministro dei Trasporti Delrio, nè l’Autorità dei Trasporti né tantomeno l’Enac, braccio tecnico del ministero che invece dovrebbe vigilare proprio sulla gestione degli aeroporti italiani.
Era lo scorso 17 aprile quando abbiamo interrogato in Aula alla Camera il ministro dei Trasporti Delrio chiedendogli per l’ennesima volta quanti soldi pubblici vengono dati ogni anno alle compagnie aeree low cost. In quell’occasione Delrio ci ha risposto con una cifra molto approssimativa, oltre 40 milioni di euro, senza però darci l’elenco degli aeroporti italiani che stipulano questi contratti ‘truffaldini’.
Per questo abbiamo fatto noi questa indagine che finora ha censito, complessivamente, una pioggia di finanziamenti pubblici che va dai 400 agli 800 milioni di euro l’anno a tutte le low cost in cui si conta oltre un miliardo di euro negli ultimi dieci anni alla sola Ryanair.