Rosy Bindi , nel 2017 , presentava la sua relazione ai commissari della commissione e alla stampa: Disse tra le varie affermazioni esternate:” mafia e massoneria deviata sono infiltrati anche nello Stato. Castelvetrano è un luogo dove questi interessi si sono spesso intrecciati” . Da allora tutto tace.
NULLA E’ CAMBIATO?
La relazione puntava il dito, a margine dello scioglimento per mafia del comune di Castelvetrano , sul presunto sistema politico e mafioso del paese di Matteo Messina Denaro, esistente almeno, secondo la relazione, fino all’arrivo degli ispettori nella primavera del 2017.
La Bindi disse all’epoca ,cose molto pesanti. Che fine ha fatto quella relazione? Che fine hanno fatto le relazioni degli ispettori mandati da Minniti con tutti gli omissis?
Per Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare Antimafia del tempo, “Castelvetrano non era una citta’ come tutte le altre” . Fece intendere che, -Mafia e massoneria erano in collegamento attraverso un sistema di potere-.” La vicenda di Castelvetrano-ribadì l’ex presidente all’epoca dei fatti “e’ a dir poco inquietante“. Era il giugno del 2017. Cosa è cambiato in questi anni? Tutto tace. Gli intoccabili sempre più intoccabili
In una intervista la Bindi affermò senza peli sulla lingua: Mafia e Massoneria deviata sono infiltrate nello Stato e interferiscono con la giustizia.
L’ex presidente del PD, disse che a Castelvetrano , ex sindaci della seconda Repubblica, avevano avuto rapporti con la famiglia locale mafiosa. Fece alcuni nomi che generarono anche molte polemiche. Sottolineo in modo piccato che la città dii Castelvetrano, aveva tanti aspetti oscuri e diversi politici che si erano relazionati nel tempo con ambienti mafiosi locali.
Sono molti che vorrebbero conoscere quei nomi. Togliere gli omissis e capire. Da allora , se si esclude l’operazione “Artemisia” che , tranne smentite dell’ultimo momento, parla di reati non legati alla mafia locale ma di corruzione e di associazioni segrete vietate dalla legge Anselmi. Di gente sotto inchiesta, per reati mafiosi , tra quelli che hanno comandato per anni in città dentro il comune, non ne conosciamo.
Infatti, Lo Sciuto ed Errante non sono accusati di reati tipo mafioso. Dopo tutte quelle inchieste , relazioni e intenso frastuono mediatico non si capisce perchè , ad oggi , non ci sia neanche un indagato per quella pesante relazione della commissione antimafia che era collegata alle altre pesanti relazioni fatte dal Prefetto dell’epoca e dagli ispettori inviati dall’ex Ministro PD, Minniti.
Molti cittadini aspettano ancora di capire cosa sia successo veramente al comune di Castelvetrano. Almeno sapere la verità e conoscere i trucchi degli ultimi 20 anni. Si perchè i “trucchi” ci sono stati. Sono ampiamente dimostrati dallo stato generale del comune e della città. La città è distrutta e il cittadino onesto vuole sapere chi sono stati i colpevoli. Non chiacchiere ma condanne. Ci Piacerebbe sapere come è stato gestito il piano regolatore di Castelvetrano fatto negli anni 90 e come sono state date tante, licenze e autorizzazioni a soggetti finiti in carcere per reati mafiosi e condannati con sentenze definitive. Ci piacerebbe sapere come sono stati gestiti i grandi appalti del comune nel corso dei decenni e non le miserie. Ci piacerebbe sapere chi si è arricchito alle spalle dei castelvetranesi perbene ,usando la giacca comunale.
Ci sono molti punti oscuri nella gestione del comune rimasti nel vuoto e che aspettavano la luce della verità tramite l’intervento dello Stato
Non si possono dimenticare le parole di Rosy Bndi.
Castelvetrano venne considerata città ad alto tasso mafioso e massonico. Nel dossier conclusivo della commissione antimafia presieduta da Rosy Bindi vennero fatte denunce molto precise . E’ stato dato seguito alle relazioni?. Appare chiaro, dalle pesanti affermazioni della Bindi che, il periodo sotto osservazione non era solo quello della Giunta Errante e quindi , di lavoro investigativo ne abbonda
Ci piacerebbe sapere la verità sulle tante speculazioni immobiliari e urbanistiche e capire chi sono i responsabili di questo grande sfascio. Eppure, a distanza di tanti anni, tranne i copiosi articoli e quintali di sospetti su alcuni, non vi è, tra i politici e tra i funzionari, che hanno dominato nel comune di Castelvetrano con” pieni poteri” e per anni, un solo indagato per associazione mafiosa o concorso esterno. La città, riteniamo, a distanza di anni, dovrebbe conoscere quelle relazioni compresi gli omissis attraverso le inchieste e i processi. Invece , non si sa più nulla.
“Cosa Nostra siciliana e la ‘ndrangheta calabrese- si disse- da tempo immemorabile e costantemente fino ai nostri giorni nutrono e coltivano un accentuato interesse nei confronti della massoneria”.
Lo scriveva la Commissione Antimafia nella relazione della presidente Rosy Bindi.”Da parte delle associazioni massoniche si è registrata una sorta di arrendevolezza nei confronti della mafia. Sono i casi, certamente i più ricorrenti, in cui si riscontra una forma di mera tolleranza che si rivelano i più preoccupanti”.
Il tema del rapporto tra mafia e massoneria di Castelvetrano,“affiora”,in modo ricorrente nelle inchieste giudiziarie degli ultimi decenni, con una intensificazione nei tempi più recenti . Chi ha veramente favorito la mafia locale facendola godere di tanti diritti non meritati? Solo Giambalvo ? L’ex consigliere che è rimasto due mesi in consiglio è stato pure assolto. Non è credibile questo punto investigativo sul vero potere che ha gestito la città. Lo dicono i documenti e gli atti amministrativi . Basta cercarli. E’ evidente che la relazione Bindi avrà messo le mani su qualcosa di grosso e forse a qualche “furbetto” non è piaciuta. Dove è finità quella relazione con gli omissis?
La relazione antimafia della Bindi precisa , per l’occasione, che l’argomento Castelvetrano è emerso con particolare rilevanza in occasione della missione effettuata a Palermo e a Trapani dalla stessa Commissione nel luglio 2016.
“In quell’occasione è stato ripetutamente affrontato il tema del rapporto tra Cosa nostra e la massoneria in Sicilia anche in relazione alla vicenda dell’appartenenza a logge massoniche di alcuni assessori del comune di Castelvetrano (Tp) luogo di origine del noto latitante Matteo Messina Denaro”.
Nel documento si ricorderà che, nel trapanese, sono presenti 200 “fine pena” già detenuti per reati di mafia e di traffico di stupefacenti che, scontata la pena, ora sono in stato di libertà. Nel comune di Castelvetrano insistono 6 logge massoniche su 19 che operano nell’intera provincia di Trapani e nell’amministrazione comunale della cittadina, nel 2016, 4 su 5 assessori erano iscritti alla massoneria e 7 su 30 tra i consiglieri. Nella relazione si evidenzia anche che i fatti di Castelvetrano fanno il paio con le indagini delle autorità siciliana e calabrese, queste ultime sfociate nei procedimenti “morgana mammasantissima e Saggezza. In tutti i casi si evidenziano recenti episodi di infiltrazione mafiosa nella massoneria e si attualizzano gravi fatti del passato “che lasciavano supporre l’esistenza delle infiltrazioni di Cosa nostra e della ‘ndrangheta nella massoneria”.
Sempre dalla commissione Bindi
“Il lavoro di indagine che abbiamo svolto in commissione Antimafia e che ha portato alla relazione su “Mafia e massoneria” ha fatto emergere qualcosa di impressionante: non solo si può, ma si deve parlare di mafia e massoneria di Stato, contro cui bisogna agire immediatamente” . A dirlo è stato Riccardo Nuti, allora deputato M5s e membro della stessa commissione.
“Dal dossier – continua Nuti – emerge che dal 1990 a fine 2016 tra gli affiliati alle logge massoniche di Sicilia e Calabria ci sono stati ben 193 soggetti con precedenti penali per fatti di mafia. Ma il vero dramma è che negli elenchi ci sono persone iscritte che sono dentro i tribunali, dentro le forze dell’ordine, dentro il comparto militare. E parliamo solo di Sicilia e Calabria, figuriamoci nel resto d’Italia».
Fonte: BG Sicilia