Mazzette all’assessorato energia, Il ‘re dell’eolico’ Vito Nicastri collabora con i magistrati
Le sue dichiarazioni potrebbero aprire gli inquietanti scenari che collegano alla Regione, mafia, appalti, politici e burocrati. Molte autorizzazioni per le pale eoliche furono date anche durante il Governo Crocetta
Sta collaborando con i pm di Palermo Vito Nicastri, imprenditore alcamese delle energie rinnovabili, ritenuto tra i finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro, finito al centro di una inchiesta su un giro di mazzette che coinvolge anche il consulente della Lega Paolo Arata.
Proprio oggi nell’ambito dell’inchiesta che coinvolge anche il faccendiere Francesco Paolo Arata sono scattati nuovi arresti di un imprenditore e di un funzionario regionale entrambi adesso ai domiciliari
Si chiama Giacomo Causarano, è l’ennesimo funzionario regionale che finisce indagato nell’inchiesta sulla mazzetta all’assessorato regionale all’energia. E’ accusato di aver favorito gli affari di Francesco Paolo Arata, l’ex consulente per il programma del ministro Salvini che secondo la procura era in società con Vito Nicastri, il “re” dell’eolico ritenuto ai clan. Per Causarano sono scattati questa mattina gli arresti domiciliari
Complessivamente gli investigatori della Dia di Trapani hanno notificato oggi due provvedimenti di domiciliari, il secondo riguarda l’imprenditore milanese Antonello Barbieri.
L’accusa mossa dal procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido e dal sostituto Gianluca De Leo nei confronti di Causarano è di corruzione per aver indirizzato le scelte regionali in alcune pratiche relative agli affari di Arata e Nicastri.
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Nicastri era finito nelle inchieste della magistratura trapanese per aver trasferito una parte consistente dei suoi profitti alla Cosca di Matteo messina Denaro. Di questa vicenda parla il pentito Lorenzo Cimarosa.
“Mi ha detto che praticamente erano i soldi dell’impianto di… di quello degli impianti eolici di Alcamo, e che c’erano stati problemi perché aveva tutte cose sequestrate e i soldi tutti insieme non glieli poteva dare, perciò glieli avrebbe dati in tante tranches” disse il collaboratore di Castelvetrano, poi deceduto, agli investigatori parlando dei soldi fatti avere al boss proprio dall’imprenditore dell’eolico Vito Nicastri. I soldi sarebbero stati messi in una borsa e fatti avere in vari passaggi a Messina Denaro a cui li avrebbe materialmente consegnati Francesco Guttadauro, parente del padrino di Castelvetrano.
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