Eolico e mazzette: arrestato Nicastri
Indagato il sottosegretario Siri
Armando Siri indagato, il sottosegretario ai Trasporti della Lega è accusato di corruzione. Perquisizioni a Palermo e Roma. Il sottosegretario ai Trasporti, il leghista Armando Siri, 47 anni, è indagato per corruzione insieme con altre nove persone, nell’ambito di una inchiesta della Dia coordinata dalla Dda di Palermo e di Roma su presunte irregolarità nel settore dell’eolico, che si riferirebbero alla somma di 30mila euro promessa per presentare emendamenti ai disegni di legge nel settore eolico. I magistrati di Palermo hanno inviato gli atti, per competenza, come apprende l’Adnkronos, ai colleghi di Roma. L’inchiesta è coordinata dal Procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guodo e da quello di Roma Paolo Ielo. L’ipotesi dei pm è uno scambio di favori con un imprenditore nel settore dell’eolico.
È un’inchiesta che parte da Palermo, passa da Trapani e arriva dentro i palazzi romani del potere. Una storia di presunti favori e mazzette. Tra i dieci indagati, nel suo caso per corruzione, c’è anche il sottosegretario ai Trasporti, il leghista Armando Siri. L’indagine è della Direzione investigativa
Il procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido e il sostituto Gianluca De Leo hanno chiesto e ottenuto l’aggravamento della misura cautelare per Vito Nicastri. Gli sono stati revocati i domiciliari e torna in carcere. Ai domiciliari Nicastri, soprannominato il ‘re del vento’, c’era finito l’anno scorso con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e intestazione fittizia aggravata dall’articolo 7. Avrebbe messo le le sue aziende, leader nel settore delle energie alternative, a disposizione per gli affari sporchi dei boss di Salemi e Vita. A Nicastri è già stato confiscato un patrimonio stimato in un miliardo di euro con una quarantina di società. La sua scalata economica ha avuto, secondo la Dia, un socio d’eccezione: Matteo Messina Denaro.
Nonostante i guai giudiziari, ed è questo il contesto della nuova indagine, Nicastri avrebbe continuato a fare affari, ottenendo dei permessi da parte dell’assessorato regionale all’Energia, dove sono in corso delle perquisizioni. Ad un certo punto, però, la partita si sarebbe spostata a Roma. Ed infatti l’indagine dei pm palermitani si è incrociata con quella della Procura capitolina, coordinata dall’aggiunto Paolo Ielo.
È a Roma che a Nicastri serviva un favore, è cioè un emendamento, ancora in corso di approvazione, al Def 2018 in tema di contributi nel settore delle energie alternative. . Per arrivare a Siri l’imprenditore si sarebbe servito dell’intermediazione di un docente di Ecologia, Salvatore Arata, ex parlamentare in Forza Italia nel 1994 e ora pure lui vicino alla Lega. Salvini lo ha scelto per scrivere il programma del partito sul tema energetico. Pure Arata, trait d’union, fra Nicastri e Siri, è indagato.
Armando Siri è l’uomo della riforma fiscale e ideatore sulla flat tax che tanto sta a cuore a Matteo Salvini, e infine nominato ai Trasporti.
Gli indagati nell’inchiesta sono: Francesco Paolo Arata, Paolo Franco Arata, Giacomo Causarano, Francesco Isca, Angelo Giuseppe Mistretta, Manlio Nicastri, Vito Nicastri, Alberto Tinnirello.
Fonte: Messaggero – Live Sicilia
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