
Calogero Giambalvo avrebbe cercato una doppia copertura, politica e mafiosa.
Dalla vicenda Ruggirello escono elementi davvero inquietanti e non conosciuti.
Live Sicilia pubblica alcuni passaggi di intercettazioni dove Giambalvo parla di un ristorante a Selinunte. Un ristorante che vedeva Ruggirello ed Errante, secondo quanto riferito da Live Sicilia , come possibili “soci”. Ancora un episodio che lascia miliardi di dubbi. Castelvetrano vuole sapere la verità su tutta la vicenda Giambalvo . Una vicenda che ha mozzato la comunità a tutto tondo e che ha danneggiato la vita di una intera comunità, giovani compresi. Ai castelvetranesi non interessano le zuffe politiche e le ripicche personali. Ai castelvetranesi serve sapere chi ha agito contro la legge aiutando le cosche. Serve la verità!
Ruggirello , nell’anno dell’intercettazione di riferimento (2014) a Castelvetrano aveva diversi riferimenti politici come Articolo 4 e in altri partiti. Giambalvo era nel Fli. Perchè Errante e Ruggirello, secondo le intercettazioni riportate da Live Sicilia, davano tutta questa importanza a Giambalvo che era un ex macellaio prestato alla politica? Giambalvo è stato assolto ma di cose ne ha dette tante. Fiumi di intercettazioni che si conoscono e che sono state rese pubbliche anche dalle Iene . Adesso, quella del ristorante ci mancava. Qualcuno dovrebbe spiegare tutto questo. Prima dei magistrati, dovrebbero essere tutti gli interessati a dire come sono andate le cose dal 2012 alle dimissioni del 2016. Se non si chiarisce tutto non ha senso andare a votare. Se i castelvetranesi non sapranno chi sono i colpevoli politici e di altro genere per questa grave vicenda, la città deve rimanere commissariata. Il ritorno al voto non ha alcun senso
La vicenda del Ristorante pubblicata da Live Sicilia
PALERMO – Erano stati attivati due canali, uno politico e l’altro mafioso. C’era una convergenza di interessi sull’apertura di un ristorante all’interno del parco archeologico di Selinunte.
Calogero Giambalvo, ex consigliere comunale di Castelvetrano, l’uomo che millantava l’amicizia con Messina Denaro e tesseva le lodi del latitante, aveva chiesto aiuto a Paolo Ruggirello, da ieri in carcere con l’accusa di associazione mafiosa.
Tra aprile e maggio 2014 Giambalvo e Ruggirello erano sotto intercettazione. E si iniziò a parlare dell’affare. Così diceva l’ex deputato: “…qualche cosa stiamo vedendo di muovere lì con il parco che poi magari te ne parlo di presenza perché è una cosa che possiamo… possiamo strumintiari… poi ne parliamo, in questi giorni ne parliamo… e ne parlo di presenza…”.
Ma è nel dialogo con la madre che Giambalvo scende nei particolari: “… gli ho detto il fatto di Selinunte, di fare il parco a Selinunte… in società con… Ruggirello e in società con noi pure Felice Errante mamma, i soldi li mettono loro e noi la lavorazione dobbiamo fare, mettono tutte cose loro, gli ho detto, tutto loro mettono”. Giambalvo faceva riferimento, dunque, alle rassicurazioni ricevute da Ruggirello. L’ex deputato regionale, stando al resoconto di Giambalvo, avrebbe garantito una doppia copertura: “… io a livello regionale e lui (Felice Errante, ex sindaco di Castelvetrano, ndr) a livello comunale, socio io e socio lui”.
E già immaginava gli incassi futuri: “… fare un self-service, fare un abbonamento con tutte le corriere che vengono mamma. Sai come funziona… che mi dice Felice?… ‘a corriera paga per dire 10 euro viaggio e mangiare… il mangiare è da te… tutte le corriere che vengono d’estate, d’inverno, sempre, sai cosa significa?… lì c’è da arricchirsi no per scherzarci”.
La premessa per la realizzazione dell’affare, sempre secondo il racconto di Giambalvo, era merito dello stesso stesso Ruggirello: “… ha messo un responsabile nella zona archeologica, c’è l’ha nelle mani lui il responsabile, mi ha proposto, no mi ha proposto, mi ha detto cosa vuoi fare all’interno della zona archeologica, gli ho detto un Ristorante dentro i pezzi…(ruderi, ndr.)”.
Fin qui i dettagli della copertura politica per il progetto. Per quella mafiosa Giambalvo dimostrava di avere le idee altrettanto chiare. Prima pensava di parlare “pure con Peppe Rocky” (identificato in Giuseppe Fontana, già processato ma assolto), salvo poi autodefinirsi in grado di bypassarlo: “… ma io con Peppe neanche ci parlo non ho niente da dirgli a Peppe, io ho chiesto sempre il permesso alla virgola a li cristiani… già io prima di dire sì all’onorevole abbiamo parlato qua al paese, parlato al paese e mi ha detto vai. Basta. Punto. Con cristiani che non ci sono… mi ha detto vai. Lo hai capito? Per questo ti dico che non c’è niente di parlare con nessuno…”. Chi più di Messina Denaro può essere annoverato fra “i cristiani che non ci sono? È al latitante che si riferiva Giambalvo, ancora una volta millantando come aveva fatto raccontando di essere andato a caccia con il capomafia?
La Procura di Palermo, l’inchiesta è coordinata dall’aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Claudio Camilleri e Gianluca De Leo, sta verificando se e cosa sia stato fatto per concretizzare il progetto di Giambalvo. La stessa Procura che ha appellato l’assoluzione dell’ex consigliere. Il processo d’appello per mafia è in corso.