39 anni fa a Palermo l’omicidio di Piersanti Mattarella Il 6 gennaio del 1980 veniva assassinato Piersanti Mattarella, presidente della Regione siciliana. Dopo 39 anni restano senza nome gli esecutori del delitto. un delitto si disse, voluto dai corleonesi . Adesso, la Procura di Palermo, dopo 39 anni, torna a cercare i killer e indaga tra i terroristi dell’estrema destra. La verità accertata dai fatti dimostra che Mattarella era il naturale sostituto di Aldo Moro e garante di quella linea politica della Dc di allora che intendeva blindare i valori sturziani e chiudere nel cassetto le vergogne della Dc di Lima, dei Salvo ,di Ciancimino e Andreotti. Mattarella si mise contro il “blocco” di potere politico che amoreggiava con i corleonesi , con i servizi segreti deviati e con la massoneria di Licio Gelli. Oggi, pochi lo dicono ma l’omicidio Mattarella fu l’ennesimo omicidio di Stato con tanto di azione di depistaggio a seguito. La DC pulita che Aldo Moro voleva doveva soccombere. Doveva soccombere chiunque si fosse opposto al blocco del malaffare. Giovanni Falcone negli anni successivi mise le mani proprio su queste porcherie di Stato
E’ stato ricordato oggi nel corso di una cerimonia l’ex presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella, ucciso il 6 gennaio di 39 anni fa dalla mafia a Palermo. Erano presenti, oltre ai familiari di Mattarella, assassinato per la sua politica riformatrice, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il prefetto Antonella De Miro, l’assessore regionale Gaetano Armao e i vertici delle forze dell’ordine. La cerimonia si è svolta in via Libertà, nel luogo dell’agguato, dove sono state poste corone di fiori. L’ex presidente della Regione, fratello del Capo dello Stato, venne ucciso mentre, insieme alla moglie, stava andando a Messa. Per il delitto è stata condannata la Cupola di Cosa nostra, mentre ancora ignoti sono gli esecutori materiali su cui sono tuttora in corso indagini.
M5s: su Piersanti Mattarella serve memoria ma anche verità – “L’omicidio mafioso di Piersanti Mattarella è una ferita nella storia della Repubblica Italiana. Dopo 39 anni non c’è ancora la verità sui chi siano stati i mandanti. Così come per Falcone e Borsellino, uccisi da mano mafiosa su mandato anche di uomini vicini se non all’interno delle Istituzioni. Sentenze nero su bianco lo hanno chiaramente affermato. Nel giorno tragico della morte di Piersanti era presente il fratello Sergio, oggi Presidente della nostra Repubblica. Questo deve essere un impulso perché è tempo di fare luce su capitoli così oscuri della nostra storia, ribadendo pieno appoggio all’operato di quei magistrati che non si arrendono allo scorrere del tempo e impediscono che la verità venga seppellita. Solo cosi potremo guardare con serenità e fiducia al futuro del nostro Paese”. Lo affermano i presidenti Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva dei gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle.
Casellati,suo esempio resta illuminante – “Trentanove anni fa, la mano assassina di Cosa Nostra colpiva a morte Piersanti Mattarella. Un uomo con la schiena dritta, che ha pagato con la vita il coraggio di sfidare la mafia semplicemente per seguire la propria coscienza di persona onesta. Nella politica, nelle istituzioni, come nella società civile, il nostro Paese ha più che mai bisogno di persone perbene che lottino per una società più giusta, più sicura, più libera, senza nascondersi e rifuggendo dall’indifferenza e dall’egoismo. Anche a distanza di decenni, Piersanti Mattarella, in questo senso, resta un esempio tragicamente illuminante”. Lo ha dichiarato il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ricordando il presidente della Regione Siciliana assassinato in Sicilia da Cosa Nostra il 6 gennaio del 1980.
Fonte: ANSA
Il Circolaccio