Chi sta lavorando nell’ombra perché Castelvetrano e tutta la sua comunità perdano ogni giorno di più terreno? Chi congiura contro le forze sane dello Stato che ogni giorno lavorano per assicurare alle patrie galere il super latitante Messina Denaro? A queste ed altre domande prova a rispondere il professor Antonio Vaccarino nella lettera che ci ha inviato:
Castelvetrano deve scomparire ? Perché ? Chi sono i demolitori ? A chi nuoce la fine della latitanza nefasta ?
Una risposta per ogni domanda c’è . Nascosta ! Che la meriti o meno. Complessa quanto il quesito o semplice come l’eventuale ingenuità, rimane inevitabile l’obbligo di cercare e di fornire la diretta conseguenza di un interrogativo.
E’ la fine insita nello stesso principio di inizio. Ineluttabilmente la morte che nasce, si alimenta e si sviluppa nella vita. Alla quale , pur concedendo limitate proroghe temporali, senza clemenza alcuna, pone fine. Quante domande hanno trovato risposte, quali che fossero ? Quali sono state quelle esaurienti ed appropriate ? Non si contano gli interrogativi. Si ha scarsa facilità di discernimento nelle risposte. In tal caso, per malcelata impotenza, si ricorre alla presunta filosofia delle massime.
Ma, vivere di massime, equivale ad alimentarsi di fumo. Che, se acre, soffoca pure. Le domande che non trovano subitanee risposte si oscurano nella torbida confusione. Perché, più risposte chiare e immediate contrastano la malafede ispiratrice, più, ciò che facilmente è accertato, viene mortificato da quel che non è accettato. E’ il proposito imposto con cattive ragioni che dimostra soltanto perfida ideazione. In un tale contesto la verità assume le sembianze del camaleonte impotente .
Viene esaminata con il filtro dell’opportunismo di parte, sezionata, manipolata, modificata e, se necessario, totalmente travisata così da renderla funzionale a disegni tutt’altro che commendevoli. Manovratori di morte, furfanti di genere, falsi vessilli di strumentali battaglie, frustrati e falliti, codardi e incapaci. Tutto in una maleodorante brodaglia che ammorba l’atmosfera avvelenando l’ossigeno. Massacrando della vita ogni certezza. Portando sul palcoscenico il mondo dei ciarlatani, per i quali, il miracolo del giusto fissato per oggi, viene sempre rimandato al domani.
Un mondo nel quale forti sono coloro che sanno affrontare le sventure altrui. E lo Stato si pretende che diventi una grande Comunità in cui tutti si danno da fare per vivere… a spese degli altri. Obbligando i presunti saggi da cautela eccessiva a praticare l’inchino ai potenti piuttosto che adempiere scrupolosamente al proprio dovere. E la Giustizia va a ramengo. Tutto è perduto perché troppi buoni a nulla, autoreferenziali capaci di tutto, gestiscono potere senza misura. Comandano e basta. Diceva un mio vecchio zio, pervaso da fumus di saggezza contadina : “ un màtturràti ù cirivèddru” quando sentiva ripetere vani appelli alla Giustizia. Riteneva non fosse mai esistita nemmeno in natura. Diluviava quando serviva il sole. Imperversava la siccità quando i germogli appassivano. Quella, però , era comunque riconducibile al volere, o alla disattenzione del Padreterno. Il danno provocato dai nostri simili risulta inaccettabile. Soprattutto se noi ci preoccupiamo di non farne ad alcuno. Nella nostra terra, da sempre nord Africa piuttosto che sud Europa, l’ingiustizia sociale è stata “muffùtu” pane quotidiano. Senza companatico e inumidito con l’acqua di pozzo. Inquinato ! …e le stelle stanno a guardare…..scriveva J. Cronin , i Potentissimi Magistrati…… invece, NO !
Antonio Vaccarino