Parigi – E’ guerriglia
La seconda giornata di mobilitazione dei gilets jaunes si è rapidamente trasformata in vera guerriglia. L’accesso agli Champs Elysées era stato organizzato in modo da filtrare i manifestanti con dei controlli d’identità nonché di zaini e borse per impedire il passaggio a chi era già stato segnalato la settimana scorsa.
Il dispositivo delle forze dell’ordine non è servito. Alcuni gilets jaunes sono passati tranquillamente, chi è rimasto fuori ha cominciato a ribellarsi violentemente. Scene di guerriglia urbana, di vera e propria sommossa. L’Arco di Trionfo è stato taggato con la frase “les gilets jaunes triompheront” ed un gruppo ha circondato la tomba del milite ignoto cantando col pugno chiuso, l’inno francese. Voglia di rivoluzione che a fine giornata non si spegne. Sabato scorso si poteva ancora dire che i gilet jaunes erano presi in trappola tra i due partiti estremisti, oggi la pressione è quasi ovunque.
Ovviamente i “veri” esistono ancora ma il vandalismo ha superato i limiti. Se i media internazionali hanno telecamere e microfoni puntati sugli Champs Elysées è anche vero che si vedono veicoli incendiati anche nelle vie laterali, che dei manifestanti rimasti bloccati alla Stazione St. Lazare si sono diretti in boulevard Haussmann conosciuto per i grandi magazzini ormai già pronti per Natale. Un’auto in fiamme, una barricata, un incendio, una filiale della Banca LCL in fiamme. Alcuni gilets jaunes aiutano gli abitanti a spostarsi, ma i “neo-rivoluzionari” sono troppi e molto violenti. I giardini del Louvre, le Tuileries, sono stati invasi per cercare di andare verso place de la Concorde, simbolo parigino ai piedi degli Champs Elysées ed indirizzo dell’Assemblée Nationale.
A metà pomeriggio siamo ad oltre 180 fermi su 5.500 manifestanti, 65 feriti tra i quali 14 membri delle forze dell’ordine. 75.000 in tutta la Francia secondo il Ministero degli Interni. Purché le cifre non peggiorino. Dalle dieci della mattina si sentono gli scoppi delle granate stordenti e dei lacrimogeni. Alcuni manifestanti, anche se condannano gli atti di vandalismo, ammettono di capire la situazione di violenza.
Ciò detto, la pauperizzazione della società e la mancanza di speranza di questo periodo non giustificano i propositi violenti di queste ultime settimane, compresi attacchi verbali ed anche fisici ai giornalisti e peggio ancora. E’ vero, la tassa sui carburanti è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. I francesi sono i più tassati d’Europa e molti vivono sullo scoperto autorizzato e non arrivano a fine mese. Eppure basterebbe mettersi a tavolino e meglio organizzare gli aiuti che in Francia esistono anche se talvolta mal distribuiti.
I governi successivi sono rimasti sordi alle richieste ma Macron sembra sordomuto. Nulla fa salire di più la tensione di un interlocutore che non comunica. Il Governo ha fatto molti errori di comunicazione andando avanti a testa bassa. E’ un dato di fatto.
Ma le scene di oggi non hanno una spiegazione.
In avenue Kleber, che porta agli Champs Elysées, le macchine sono ribaltate, una barricata fatta di veicoli sta bloccando la strada. Gli incendi di automobili si stanno moltiplicando, anche gli alberi sono in fiamme. Alle 17,00 le forze dell’ordine non sanno più come fare tra proteggere certe zone e bloccare i vandali. I pompieri cercano di spegnere gli incendi. Uno fra questi nel cuore dei giardini delle Tuileries dove il museo dell’Orangerie è circondato dalle fiamme. Il cuore di Parigi è profondamente ferito e le responsabilità cade anche sui politici che hanno buttato paglia sul fuoco per strumentalizzare il movimento. Non solo Marine Le Pen o Mélenchon ma anche Laurent Waukiez, presidente dei Républicains, in piena sommossa, invece di cercare di calmare la situazione accusa Macron. Non è momento.
Siamo a fine giornata… gli scoppi continuano, senza contare i saccheggi che si tratti di petardi dei gilets jaunes o di lacrimogeni da parte delle forse dell’ordine. In certe zone sono in corso evacuazioni dei negozi o di abitanti. Alle 17,30 le violenze continuano anche di fronte alla Gare Saint Lazare dove la manifestazione non era prevista e dove i passanti si ritrovano in mezzo ai lacrimogeni. I casseurs non esitano a caricare la polizia.
Come si sveglierà Parigi domani? La notte si presenta lunga…
Luisa Pace
lavalledeitempli.net