
INCHIESTA : SELINUNTE E LE GRANDI SPECULAZIONI
PRIMA PARTE
La storia imprenditoriale e burocratica di questa bellissima terra sa di sporco e di profonda ingordigia da parte di una classe dirigente che passerà alla storia come la peggiore che la stessa storia locale ricordi
Più volte abbiamo detto che i mafiosi con la “scrima” non possono fare soldi o affari se non collegati o protetti da un sistema ampio e articolato e che è capace di gestire il potere. Un sistema che si serve dei cretini e dei deboli ma che è aperto solo a menti molto sottili . Scopriamo l’acqua calda? Forse. La cosa strana e che ci fa sempre più riflettere è l’evidente cecità di certi inquirenti, davanti a porcate come l’ecomostro di Selinunte. Ecomostro che in queste ore sta trovando la compagnia dell’altro ecomostro mai nato: quello di via Pigafetta finito di sgriscio nell’inchiesta”Palude” per la vicenda dell’avvocato Lentini
Entrambi i progetti, proposti con l’obiettivo di realizzare alberghi in luoghi dove la natura voleva solo essere rispettata. Entrambi i progetti hanno il comune dalla loro parte e ottengono le licenze per costruire e che serviranno per avere i soldi pubblici comunitari
Inizia questo lusinghiero percorso dei luoghi impossibili la Desi società nelle grazie della famiglia Patti . Nel 2002 arriva la proposta al comune di Castelvetrano per la realizzazione del “complesso turistico e alberghiero” di fronte al baglio Ferrara . Proposta, come vedremo, non unica nel suo genere.Un albergo in un luogo bellissimo
Una vicenda , quella dell’ ecomostro, che potrebbe da sola incardinare , tutto il malaffare che ha sempre regnato nella terra di Trapani e provincia.
Per cercare di capirci qualcosa occorre tornare indietro negli anni
Autunno 1998
Presso il Tribunale di Trapani, sezione delle aste fallimentari,una ragazza ventenne definita imprenditrice di Castelvetrano , già responsabile di piccola impresa edile, toglie A Emma Marcegaglia, ex presidente di Confindustria uno dei più grandi affari del periodo: Il villaggio turistico di Punta Fanfalo a Favignana .E proprio una giovane, Desi Ingrasciotta, figlia di Lorenzo, le toglieva il “tesoro” dalle mani .
Il Villaggio Turistico costruito a Favignana negli anni Ottanta voluto da Vittorio Gasmann in quell’angolo di paradiso e non abusivo era una occasione unica. La Desi vince .Un successo imprenditoriale per la giovane azienda guidata da una sconosciuta che lasciò tutti di stucco.
La Marcegaglia accettò passivamente il motivo della sconfitta e non fece nessun ricorso. Chi conosce la storia recente di Castelvetrano sa bene che, Desi è figlia d’arte.
Il padre detto “Micione” per decenni fece il costruttore edile e con tutte le amministrazioni comunali. Ci sono quartieri nella zona nord di Castelvetrano che vengono segnalati come “lottizzazione Ingrasciotta”
La vicenda del Villaggio Punta Fanfalo di Favignana finisce negli anni 70 in inchieste di mafia. Da notare che la società che fece sede a Palermo, aveva i suoi uffici ubicati nella stessa location del commercialista, Pino Mandalari, gran maestro della massoneria e “ragioniere” di Totò Riina.
Secondo alcune relazioni investigative Carmelo Patti e Mandalari si conoscevano bene Secondo i mafiosi pentiti , Patti era un massone di alto rango.
La ristrutturazione del Villaggio verrà affidata a ditte di Castelvetrano . Per molto tempo trovarono lavoro a Punta Fanfalo decine di imprese e centinaia di lavoratori di Castelvetrano . Una di queste ditte era nella disponibilità di un ex consigliere comunale che aveva la residenza nei pressi dello studio professionale dove, per qualche anno , ha operato anche Michele Alagna commercialista citato nell’ordinanza di confisca dei Patti e fratello della mamma di Lorenza Alagna , figlia del boss latitante . Lo studio , in pieno centro storico,era condiviso con un noto ex consigliere comunale , compagno di studi universitari di Alagna e nipote dell’imprenditore locale del beverage che riuscì a far realizzare il Mc Donald’s nei suoi terreni che vendette alla società che aprì il punto di ristoro, con la mediazione di Biagio Cappadonna. Entrambi, si sono dimessi nel 2016 dopo il caso Giambalvo e sostenevano la maggioranza tramite l’area politica di Gianni Pompeo e che portò alla vittoria di Errante nel 2012
Favignana per almeno un anno, diede lavoro ininterrottamente a decine a decine di castelvetranesi
I successi della Desi e degli Ingrasciotta non finiscono qui
Agli inizi degli anni 2000, la società Desi decide di investire su Selinunte. Si avvale di consulenti e tecnici locali bene informati e sa come muoversi. Ci sono molte opportunità e agevolazioni comunitarie. L’occasione era troppo ghiotta per non speculare. Fondi e agevolazioni a go go. Si deve tentare. Individuano l’area, dove è poi nato l’ecomostro di Selinunte come punto di interesse imprenditoriale e avviano le procedure con il comune.Un ‘area quella della salita del Cantone che anche nel Burundi, avrebbero destinato a belvedere e luogo di passeggio . Invece, a Castelvetrano, Desi e la sua famiglia riescono a far diventare quell’area a due passi dal mare , non solo edificabile ma anche utile alla realizzazione di un grande albergo. Come hanno fatto?
Bastava che, qualche PM attento avesse letto e guardato con scrupolo i vari esposti presentati alle procure da residenti della zona e comuni cittadini. Niente da fare.Tutta carta straccia.
La Desi, non solo ottiene la licenza dal comune in un ‘area che venne fatta diventare urbanisticamente “A” con un gioco di prestigio di cui, anche la stessa recente sentenza del TAR, non riesce a darne sufficiente motivazione anzi, i giudici amministrativi sembra quasi che condividessero il senso della sorpresa per la licenza in questione, alla stessa stregua dei ricorrenti.Il progetto ottiene anche l’ok del Genio Civile di Trapani. Le sorprese non finiscono mai . Genio Civile di Trapani oggi finito sotto inchiesta
Da atti ufficiali in nostro possesso :
con nota protocollo 7390 del 29.4.2005, il Genio Civile di Trapani
restituiva vistato il progetto; con nota prot. 26194/A4/PA del 3.5.2005, la
provincia di Trapani esprimeva parere favorevole alla concessione, da parte
dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, della autorizzazione per la
realizzazione del complesso turistico alberghiero; che, con nota n. 19862 del
5.5.2005, il Comune di Castelvetrano esprimeva analogo parere favorevole;
che, infine, con nota prot. 39446 del 28.9.2005, il Comune di Castelvetrano
determinava gli oneri di costruzione e di urbanizzazione dell’opera,
rateizzandoli in quattro tranche;
– che, sulla base di quanto esposto, “…poteva dirsi non avverata la condizione
risolutiva prevista nel contratto preliminare del 30.3.2004 (ovvero avverata
la condizione sospensiva, qualora ivi prevista) e il detto contratto
preliminare del 30.3.2004, rimaneva valido ed efficace”;
– che, con atto pubblico del 19.12.2005 veniva costituita Desi Legno S.r.l. per
scissione mediante scorporazione della Desi Group S.r.l.;
Come si evince la famiglia Ingrasciotta riuscì pure a dividere le società senza nessun problema . Il motivo di questa scorporazione forzata non lo sappiamo. Su queste società ha indagato la Guardia di Finanza per anni . Al termine dell’inchiesta, tutto venne sequestrato per frodi fiscali accertate .Le fiamme Gialle non misero però le mani sulle autorizzazioni comunali date a questa vergognosa struttura. Insomma, all’accertamento fiscale ,non seguì un’ inchiesta mirata sul comune e sulle responsabilità evidenti degli uffici.
I documenti dell’epoca dimostrano che quell’ obbrobrio ,ha avuto tanti pareri favorevoli. Il comune in primis che riuscì a far diventare quella zona utile alle costruzioni alberghiere. Altro che il rispetto dei 150 metri dal mare. Altro che verifica di tenuta dei terreni. Nulla di nulla. E’ evidente che esisteva un ottimo rapporto tra la società Desi, il progettista della struttura, il comune , il genio civile , la Provincia e la Regione. Tutto scorreva come l’olio e di certo non era olio di Nocellara del Belice. O forse, ripensandoci , era vero olio di Nocellara? Il TAR darà torto al comune di Castelvetrano e a tutti gli altri enti. L’ecomostro non si doveva fare
Ma la storia dell’ecomostro, oltre alle battute, sa molto di beffa per Selinunte e la sua storia . Storia che non è di certo scevra di colpi di scena.
Gli Ingrasciotta, o chi gli stava dietro , avevano grandi interessi strano caso, si interessa addirittura la Bluserena S.p.a. facente capo alla “Carlo Maresca Hotel” S.p.a. un colosso nel settore alberghiero con sede in Abruzzo. Come è possibile che questi giganti del turismo nazionale entrino in contatto con la DESI? Un altro grande colpo imprenditoriale della giovane Desi Ingrasciotta? Una giovanissima con un talento davvero speciale
L’amore tra la Desi e Maresca dura poco
La questione si complica per un’affare proposto dalla Desi al gruppo di Pescara che aveva deciso di investire a Selinunte
Da documenti in nostro possesso e riportati in una sentenza di contenzioso tra le parti
Scrittura privata del 30.3.2004, registrata a
Pescara il successivo 31.3.2004 al n. 1935 serie 3,
La Desi Group S.r.l. si impegna a vendere a “Carlo Maresca Hotel” S.p.a. l’area sita nel Comune di Castelvetrano (TP) di circa 230.000 mq. per il prezzo di € 2.150.000,00, come del resto riconosciuto espressamente dall’opponente Desi Group S.r.l., in seno all’atto introduttivo .
Le parti ribadivano l’impegno della promissaria (persona a cui è fatta una promessa ) acquirente alla presentazione al comune di Castelvetrano di un progetto di variante per l’ampliamento del villaggio che, se assentito,
avrebbe comportato l’obbligo, per la promissaria acquirente, di versamento alla promittente venditrice, di ulteriori € 22.000,00 “per ogni metro cubo di volume utile urbanistico consentito in ampliamento in dipendenza della detta variante”;.
Appare chiaro il senso della scommessa della DEsi a guadagnare molti soldi su quei terreni, dopo l’eventuale licenza a costruire rilasciata dal comune
Dagli atti
– che, con scrittura integrativa del 5.8.2004, non registrata, nella quale si dava
atto che la “Carlo Maresca” Hotel S.p.a. era stata incorporata da Bluserena
S.p.a., “…la promittente acquirente (ora Bluserena S.p.a.) versava alla
promittente venditrice una ulteriore caparra “confirmatoria” (rectius
penitenziale) di € 300.000,00”; il termine per l’avveramento della
condizione , del preliminare di compravendita 30.3.2004 era prorogato al 31.12.04; si costituivano
fideiussori della Desi Group S.r.l. i Signori omissis e Desi Ingrasciotta a
garanzia dell’adempimento delle obbligazioni di cui al preliminare del
30.3.2004 e di cui all’appendice integrativa del 5.8.2004 sino alla somma
massima di € 800.000,00”;
che, con scrittura privata del 30.3.2004, registrata a Pescara il successivo
31.3.2004 al n. 1935 serie 3, si era obbligata a vendere a “Carlo Maresca
Hotel” S.p.a. un’area sita nel Comune di Castelvetrano (TP) di circa 230.000
mq. per il prezzo di € 2.150.000,00;
– che detta vendita era risolutivamente condizionata alla comunicazione, da
parte del Comune di Castelvetrano, entro 120 giorni dalla stipula del
preliminare, dell’avvenuta approvazione del progetto, della determinazione a poter realizzare la struttura
La vicenda finisce tra le parti in Tribunale per un contenzioso. Qualcosa tra la Desi e Maresca non ha funzionato
Uno stralcio delle sentenza di contenzioso tra le parti n.11953-2008
nell’ipotesi di non configurabilità del recesso, la risoluzione del contratto per cui è causa per inadempimento di Bluserena S.p.a. “…la quale ha divisato, senza motivo, di non acquistare il fondo (pur essendo sussistenti tutti i presupposti) sino al radicale mutamento della situazione urbanistica della zona…che ha comportato dalla metà 2007 ad oggi, la pressocchè assoluta inedificabilità del fondo stesso…” ed il conseguente risarcimento dei danni per una somma non inferiore ad € 900.000,00 “…pari alla differenza tra il prezzo di vendita del fondo (€ 2.150.000,00) pattuito nel preliminare di compravendita 30.3.2004, ed il minor prezzo di acquisto (€ 1.250.000,00) del medesimo fondo che Desi Group S.r.l. avrebbe dovuto versare ai proprietari Sigg.ri M. P e C. L. in forza di altro preliminare di compravendita 5.8.2004”.
Si costituiva in giudizio la società opposta, in persona del legale rappresentante pro tempore, che nel contestare le asserzioni avversarie, premettava, in particolare: (1) che, successivamente alla stipula del preliminare di compravendita inter partes del 30.3.2004 e, in particolare, il 5.8.2004 Desi Group S.r.l. procedeva alla sottoscrizione di un preliminare di vendita con i signori M.P. e C. L con il quale questi ultimi si obbligavano a vendere alla società opponente le aree site nel Comune di Castelvetrano entro il 30.9.2004; (2) che in base all’art. 4 del contratto del 30.3.2004, la promittente alienante garantiva di avere, al momento del rogito, la piena proprietà la piena ed incondizionata proprietà del compendio immobiliare; (3) che la scrittura integrativa del 5.8.2004 veniva sottoscritta, come riferito da parte opponente, da omissis Ingrasciotta e da Desi Ingrasciotta in qualità di garanti
Circa l’asserito grave inadempimento contestato da parte opponente, escludeva la sua ipotizzabilità, poiché “Bluserena S.p.a. non è mai stata posta nella concreta condizione di poter acquistare il fondo della Desi Group S.r.l., la quale d’altronde non ne ha mai acquistato a sua volta la proprietà”.
Insomma, la società abbruzzese cominciò a sentire odore di pacco e si oppose a quanto promesso e non manenuto.
continua
Fonte: documenti d’archivio , La Repubblica, Blogweb, Il Fatto
La redazione del Circolaccio