I grandi affari dei mafiosi e di “sperti ” castelvetranesi nella zona archeologica della necropoli di Timpone Nero a Triscina di Selinunte
In molti non vedono l’ora di vedere le ruspe in azione . La legge va rispettata. Triscina è stato anche altro
Oggi è di moda parlare di Triscina per le case abusive. Se fai cadere anche un muro diroccato sei su tutti i giornali. Interessa solo quello per affermare il concetto di legalità nella frazione che ha conosciuto tutti i tipi di imbrogli e spunti di illegalità
Triscina è l’icona più evidente del periodo storico post-guerra dove lo Stato chiudeva gli occhi verso gli intrallazzi mafio-politici.
Triscina è lo spaccato più vero e autentico di quel potere mafioso e affaristico , legato al ceto medio-alto. A questo comitato d’affari, è stato consentito per decenni ,di fare ogni cosa. In tanti si sono arricchiti sfruttando le bellezze di questa località ricca, per secoli ,di giacimenti culturali e ambientali .
Sulla storia di Triscina, chi si ferma solo alle case abusive da abbattere dimostra di avere solo intenzioni speculative di vario genere e non legate alla verità a tutto tondo.
Triscina , negli ultimi 50 anni ,è stata violentata in ogni metro quadrato della sua area. La prima grande speculazione inizia quando la mafia dei “perecottari” comprende per caso che la “rina” di Triscina che fino al 1968 non interessava a nessuno, poteva trasformarsi in soldi. Lo capiscono i corleonesi che vennero ad acquistare con la complicità dei Messina Denaro ettari di dune bellissime per farle diventare cave. Si fanno vendere per due soldi molte aree in mano anche a semplici contadini che ritenevano la rina improduttiva. La mafia di Castelvetrano, fatta anche di borghesi potenti non restò a guardare.Fece scudo agli interessi dei corleonesi
Si fecero degli accordi molto convenienti per i loro affari
Subito dopo il terremoto scatta l’operazione : “Sabbia per picciuli”. Gente di Castelvetrano e Campobello di Mazara entra nel giro d’affari per gestire le cave prelevando decine di milioni di metri cubi di sabbia utilizzata nella grande produzione di cemento utilizzato per la costruzione della Diga Garcia e nelle opere infrastrutturali post terremoto. Ad un tratto, la sabbia che nessuno voleva ,divenne oro. I latini dicevano “audax fortuna juvant“. Un detto che si coniuga benissimo per tutti coloro che si buttarono a capo fitto nel business di Triscina. Siamo agli inizi degli anni 70. A Riina qualche ingegnere suggerì di usare la sabbia. La mafia non pensava alle case in quella zona. Infatti, a Triscina , in quegli anni c’erano più canne che case.
Riina e Messina Denaro non avevano interessi di speculazione edilizia. I loro suggeritori finanziari diedero altre indicazioni
Le strutture alberghiere non erano il loro obiettivo. Quale turismo. Avevano trovato la gallina dalle uova d’oro.Scavando scavando , in quella zona, a due passi dall’area archeologica di Selinunte cosa si scopre? Sotto la sabbia, guarda caso, ci sono le tombe antiche e tanta roba per gli appassionati d’arte archeologica.
“LU beni di Dio”. Più si scavava e più si trovava
In quegli anni, non c’era la giusta consapevolezza di cosa avessero lasciato i selinuntini . Gli sciacalli castelvetranesi ancora non avevano chiaro quanto materiale ci fosse e quanti soldi si potevano fare con quello che stava sotto la “rina”. Qualcuno, parecchio citato in diverse inchieste giudiziarie e conosciuto anche dalla Polizia americana, li erudisce. Non lo fa da solo. Ci sono altri castelvetranesi “allittrati” pronti a sostenerlo. I mafiosi e i loro amici borghesi capiscono che Triscina è un pozzo di petrolio .
Si mettono alla ricerca nell’area delle necropoli suburbane, ancor oggi fonte di importantissimi dati inediti, di tutto quello che si poteva vendere. Tutta l’area definita “Timpone Nero” verrà massacrata da scavi abusivi e per decenni. Tutti sapevano ma nessuno li bloccava.
Diversi verbali, di coraggiosi carabinieri in servizio a Castelvetrano in quegli anni , contenevano argomentazioni precise su questo scempio. Non si fece mai un’inchiesta. Si calcola per difetto, che tra gli anni 70 e gli anni 90 , da quella zona siano stati trafugati oltre 4 mila oggetti di valore. Non sapremo mai con precisione cosa è stato trovato e venduto ai mercanti d’arte. Uno scempio perpetrato in piena libertà e che ha mortificato per sempre la storia dei luoghi.
Mentre il popolo costruiva case abusive, i soliti furbi facevano soldi a palate con la “rina” e con tutto quello che si trovava scavando. L’emigrato si facea la casa al mare, i politici creavano consenso chiedendo gli occhi e i mafiosi e i loro compari si arricchivano.
Una storia unica
Ecco la vera storia di Triscina . Una storia che sa d’infamia, di vigliaccheria e d’ingiustizia. Per decenni è stato consentito a pochi mafiosi e loro stretti amici di prendersi tutto, distruggendo la bellezza dei luoghi e un patrimonio culturale che apparteneva all’umanità tutta. E’ vero, molte famiglie, hanno costruito la loro casa in difformità alle leggi . Costruite anche in luoghi pericolosi . Molte case vanno abbattute per evidente pericolosità. In questo senso lo Stato sta mostrando i muscoli . E su tutto il resto? Chi sanziona tutti quelli che hanno massacrato Triscina attraverso l’uso improprio delle cave e con la razzia di migliaia di tombe saccheggiate?
Perchè i furbi in questa terra non pagano mai? Non è accettabile che il massacro di Triscina venga scaricato solo su chi è abusivo all’interno della fascia dei 150 metri.
Bene, si scrivano decine di articoli sulla Triscina abusiva. Si faccia la festa mediatica per le ruspe che arriveranno. Aprano le migliori bottiglie tutti coloro che hanno ansimato per vedere 80 case circa buttate a terra e sputtanare l’ex sindaco di turno che gli sta antipatico tra quelli che si sono alternati negli ultimi 20 anni. Quel giorno , il giorno delle ruspe, lo Stato non avrà vinto. Lo Stato, a Triscina, ha già perso e da diverso tempo. Le case demolite non potranno mai colmare tutta l’illegalità che Triscina ha vissuto negli ultimi 50 anni e molti castelvetranesi, la vivranno come l’ennesima presa per il culo.
Si è data tanta visibilità alle case e si è parlato pochissimo delle scempio portato avanti da vigliacchi che si sono impossessati della vera ricchezza di questo territorio, sottraendola alle generazioni attuali che continuano e continueranno a pagare lo scotto di tanti anni di ruberie e corruzione acuiti dall’assenza dello Stato. La cosa più difficile da digerire per molti sarà sentire quel “sorrisetto del cazzo” di chi ha derubato i tesori di Triscina e se la gode alla faccia di tutti dicendo:” un mi futteru mancu sta vota“
la Redazione del Circolaccio