Mafia, De Raho: “intollerabile che Messina Denaro sia ancora latitante”
Messina Denaro e’ un uomo che rappresenta ancora oggi la proiezione di una strategia stragista e di programmi criminosi. Non e’ piu’ possibile che uno come Matteo Messina Denaro si sottragga all’arresto“, e’ una storia che dev’essere “necessariamente” chiusa, una latitanza a cui porre termine”- lo ha detto il capo procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero de Raho, durante la conferenza stampa di presentazione della serie tv che racconterà la storia dei 637 giorni del maxiprocesso a Cosa nostra, dal titolo “Maxi – Il grande processo alla mafia”.
Il capo della Dna ha sottolineato che Messina Denaro “e’ un uomo che rappresenta ancora oggi la proiezione di una strategia stragista e di programmi criminosi”. Quindi ha ribadito che “non e’ piu’ consentito” che il ricercato numero uno in Italia “continui a trovare accoglienza in quei territori”.
De Raho, oltre a lamentarsi dei territori come molti fanno per giustificare i fallimenti investigativi dovrebbe tirare le orecchie anche investigatori poco preparati e spesso condizionati che sono andati dietro a piste sbagliate e a magistrati che hanno dato credito a pentiti e collaboranti di poco conto e spesso anche depistatori in malafede. Se Messina Denaro è ancora libero la colpa non può essere solo attribuita ai castelvetranesi. Tutte le operazioni “terra bruciata” hanno bruciato la città messo in carcere spesso gente di poco conto e a cui lu “spertu” di Messina Denaro non avrebbe affidato neanche la carta igienica del suo bagno. L’ultima strategia voluta dalla direzione antimafia di “soffocare” Castelvetrano, con la logica dell’antibiotico ad ampio spettro che distrugge tutto tranne i batteri resistenti, non sta funzionando. Da due anni Castelvetrano è sotto attacco. Hanno sparato pure alle formiche E Messina Denaro ancora libero. I veri potenti della città che hanno fatto affari con la famiglia Messina Denaro e con chi lo continua a proteggere non teme queste strategie da rastrellamento di regime. Chi protegge la latitanza del boss è ad alti livelli e conosce bene come funziona lo Stato . Conosce sopratutto come agire sulle debolezze istituzionali. Sa pure come dare in pasto agli inquirenti poco poco preparati qualche “testa di cazzo ” da sbranare per allontanarli dalla verità. Una cosa semplice: si scioglie un comune per mafia e nessun politico che ha amministrato con borse piene di soldi pubblici finisce sotto inchiesta.
Certe procure hanno fatto credere che Lillo Giambalvo fosse “l’infiltrato speciale” della cosca all’interno di Palazzo Pignatelli. Ridono pure i gatti a sentire certe dichiarazioni di magistrati su Giambalvo e altri sospettati politici. Chi ha gestito il potere a Castelvetrano con la “simpatia” dei mafiosi” si fa quattro risate e vive tranquillo .E infatti, i risultati sono che, dopo tutte queste “bombe”, Messina Denaro è libero e se la gode alla faccia di tutti. Se sta male avrà dei medici che lo aiutano e se ci servono tanti soldi qualcuno lo soddisfa .Perchè non si è indagato mai sulle relazioni di certi politici e burocrati che hanno avuto potere all’interno dei circoli cittadini, dei club service e anche in alcune logge massoniche?. Perchè nessuno ha mai messo le mani sulle parentele “speciali” di certi politici locali anche massoni ,e persone che lavorano dentro i tribunali? Perchè nessuno ha mai indagato su consulenti, tecnici , avvocati e imprenditori che hanno sempre gestito grossi affari, con la complicità delle istituzioni locali? Perchè nessuno indaga su chi a Castelvetrano compra continuamente beni all’asta? Perchè non si è pensato di guardare i patrimoni di consulenti, tecnici rinomati e avvocati che hanno costruito fortune negli ultimi 20 anni? Forse a qualcuno è convenuto sparare nel mucchio caro procuratore DE Raho. Forse anche ai suoi colleghi politicizzati. Messina Denaro sta dove ci sono tanti soldi e gente capace di gestire il potere e proteggerlo. Lo sa bene che gli eserciti mafiosi di una volta non ci sono più e la marmaglia mafiosa di adesso non è affidabile Sa bene invece che a qualche potente, visto quello che sa, serve che lui rimanga latitante. Se parla , probabilmente, molti insospettabili finirebbero nelle patrie galere
Il procuratore nazionale antimafia ha poi ricordato la sinergia con cui lavorarono il presidente del collegio giudicante, Alfonso Giordano, che veniva dal civile e fu “tirato fuori e catapultato nel processo al gotha della mafia imprenditrice e capace di stringere accordi con la politica”, nonche’ il ruolo del giudice a latere Grasso e dei giurati popolari: “Questa ricostruzione evidenzia in pieno la serieta’, la tranquillita’, una sorta di diplomazia, di Giordano”. Ci fu un mix tra la capacita’ del giudice civile di spezzettare ogni aspetto e analizzarlo con la capacita’ del giudice penale “che porta a sintesi tutto”. De Raho ha anche detto che dietro l’eleganza degli imputati dietro le sbarre mostrata dalle immagini d’epoca “c’e’ tutta la mafiosita’, l’arroganza. La mafia ha la capacita’ di muoversi con le armi peggiori e mostrando cosi’ il suo vero volto”. Il capo della Dna ha sottolineato inoltre l’importanza della Convenzione di Palermo con le linee guida nel contrasto alla mafia, convenzione attivata all’epoca dall’azione di Giovanni Falcone, e ricordato anche che nessun Paese ha una legislazione antimafia come la nostra e che vede altri Paesi oggi adoperarsi sulla stessa lunghezza d’onda.