Secondo le indagini che hanno portato all’arresto di Norino Fratello quest’estate( poi rimesso in libertà dal Tribunale del Riesame), l’ex deputato avrebbe fatto “squadra” politica con gente di Alcamo e anche di Castelvetrano .
Sono tutte da chiarire le relazioni con Turano e altri politici. Secondo gli investigatori, sarebbero state fatte pressioni sull’attuale assessore alle Attività produttive Mimmo Turano, sull’ex deputato Giovanni Lo Sciuto e su due consiglieri comunali di Trapani
Onofrio Fratello, detto Norino, aveva l’aria sicura quando chiedeva cortesie.Traspare dalle intercettazioni in cui parlava con deputati dell’Ars, consiglieri comunale di Trapani, e anche con un poliziotto. Nessuno di loro, stranamente ha ricevuto un avviso di garanzia. forse, essere cittadini di Alcamo “salva” dalle indagini specifiche. Strano che Norino Fratello considerato vicino ad ambienti mafiosi da inchieste finite a sentenza, possa contattare politici di un certo calibro
La magistratura in Sicilia, per non toccare i colletti bianchi , spesso colpisce i più deboli e indifesi o sanguinari delinquenti di bassa lega che tanto non se li prende nessuno .Lo disse una volta , prima delle stragi. Mommo Li Causi un comunista siciliano serio, libero intellettualmente , morto nel 1977
Lui che fu direttore dell’Unità , anni fa scrisse:”Perché avete fatto uccidere Giuliano? Perché avete turato questa bocca? La risposta è unica: l’avete turata perché Giuliano avrebbe potuto ripetere le ragioni per le quali Scelba lo ha fatto uccidere. Ora aspettiamo che le raccontino gli uomini politici, e verrà il tempo che le racconteranno.» Ancora aspettiamo che la Giustizia vera ci dica di Scelba e di altri misteri del cosiddetto “potere dei colletti bianchi”
Onofrio Fratello, pure essendo stato condannato e considerato non candidabile per un cero periodo, era ritornato nel giro della politica che conta. Tra il 2014 e il 2015, continuava a tutelare i suoi affari, legati all’accoglienza dei migranti e ad altri giri economici poco chiari. , Era bene accolto in diverse segreterie politiche e nessuno si indignava.
Nelle carte dei magistrati ci si trovano Coop e varie società . Società che, per la sua condanna per mafia non avrebbe potuto gestire e che ha intestato a sei prestanomi.
Fratello aveva ricevuto una condanna a 18 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa e turbativa d’asta in concorso con l’impossibilità per 5 anni di candidarsi, nel 2006. Nonostante tutto, nel 2008 mette in campo la sua forza per elezioni regionali favorendo alcuni deputati trapanesi
Fratello fu il primo uomo politico siciliano nel 2006, ad aver ammesso i suoi rapporti con la mafia, ma l’ ammissione di responsabilità, oltre a costituire un importante precedente giudiziario, non ha affatto comportato l’ abbandono della attività.
Nell’ordinanza del gip di Trapani, Emanuele Cersosimo, risulta che Norino Fratello si poteva permettere da condannato di chiamare Girolamo Turano, assessore regionale alle Attività produttive, quello di Giovanni Lo Sciuto, e quelli dei consiglieri comunali di Trapani Vito Mannina e Francesco Salone. Una segretaria di una coop riferisce di contatti anche con l’ex parlamentare regionale siciliano Giuseppe Giammarinaro, finito al centro dello scioglimento per infiltrazioni mafiose al comune di Salemi. Tutte intercettazioni che non sono state inserite nell’ordinanza. Di Pino Giammarinaro si è detto tanto. Delle relazioni di Turano, Lo Sciuto e Fratello molto poco. l’ex deputato alcamese avrebbe chiesto all’assessore Mimmo Turano un intervento per salvaguardare, la struttura del Wellness sport center poi fallita e interessata da una bancarotta fraudolenta.
Che Fratello avesse un pacchetto di voti che facesse comodo a molti ad Alcamo, lo sapevano pure i gatti. Certo, in politica ci può stare l’accordo elettorale. Quello che rimane poco chiaro è , se il trasferimento di voti da Fratello ad altri è costato qualche favore. Chissà se i magistrati di Trapani avranno il piacere di saperne di più o, magari archivieranno tutto come spesso accade quando si toccano alcuni politici che, stranamente, non finiscono mai sotto inchiesta, pur avendo gestito vari giri di potere e frequentato molti potenti trapanesi. Una manuzza d’aiuta a Fratello si poteva chiedere . L’ex deputato gestiva oltre 6 mila voti
Fratello in passato ha patteggiato una condanna per mafia e in seguito riabilitato. Tra l’altro, essendo funzionario Inail, non poteva gestire delle cooperative per incompatibilità».
Onofrio Fratello, è stato arrestato a luglio per intestazione fittizia di beni e bancarotta fraudolenta, avrebbe anche avuto contatti con la Loggia Scontrino “Iside 2”, già finita al centro di inchieste su mafia e massoneria negli anni Ottanta. La sua forza politica si inceppa a Marsala.E’ la mattina del 21 dicembre 2015, in corso Gramsci . La coop Letizia diventa il suo cappio. In quella strada, vicina al Tribunale succede un casino. Sono costretti ad intervenire anche gli agenti di polizia per evitare che si arrivasse al peggio. Dentro ci sono circa 50 persone. Una di queste è Lorenzo La Rocca, amministratore della cooperativa Letizia, tra le più redditizie nell’orbita Fratello. La Rocca è stato appena liquidato. I soci votano per i fedelissimi di Fratello. La Rocca per vendetta comincia a raccontare tutto agli investigatori .
E’ quanto hanno dichiarato i carabinieri durante la conferenza stampa dopo l’operazione in cui sono finiti ai domiciliari anche due suoi fidati collaboratori Gaetano Calvaruso e Davide Amodeo, e durante la quale è stato notificato un obbligo di dimora per il fratello Salvatore. Altri sei gli indagati per intestazione fittizia di beni: Marisa Oliveri, amministratore unico della cooperativa Dimensione Uomo 2000; Patrizia Messina, presidente del consiglio di amministrazione della coop Letizia; Maria Adragna, del Consorzio “Servizi e Solidarietà”; Anna Maria Montemagno della coop Benessere; Maria Fileccia, cognata di Onofrio Fratello, che deteneva oltre il 34 per cento della “Wellness Sport Center” e Baldassarre Marchese amministratore della stessa palestra. Fratello e la massoneria hanno sempre avuto un buon rapporto. Fino a quando i magistrati non metteranno sotto accusa qualcuno tutto sarà regolare. Almeno per loro. Le relazioni tra Fratello , Turano , Lo Sciuto( non eletto) ed altri , sono tutte da chiarire.
O forse , hanno già buttato tutto nel secchio. Una cosa è chiara: nonostante le vicende giudiziarie di Fratello i suoi voti non facevano schifo a nessuno. Era la sua dote politica che lo faceva rimanere a galla. In Provincia lo sanno tutti che Fratello ha sempre fatto accordi , per rimanere all’ARS con altri, vista la sua condanna. Di episodi da decifrare ne rimango parecchi. L’ultima elezione provinciale del 2008 ,Fratello piazza voti nel collegio di Alcamo per favorire consiglieri candidati nell’UDC che poi saranno eletti e sosterranno Turano. Un altro collegamento da capire è con un ex consigliere comunale Udc di Castelvetrano, massone e componente all’interno di una loggia che è stata diretta per diversi anni da un avvocato che collabora con il comune . L’ex consigliere tra i più votati nel 2012 a Castelvetrano, è stato grande amico di Norino Fratello per tanti anni e da un pò di tempo è un riferimento politico di Turano a Castelvetrano. Solo coincidenze.
Giovanni Falcone diceva sempre che, per capire bene tra le carte investigative, non devi sottovalutare i dettagli e i soldi. Quando invece si fa giustizia politica certi dettagli sfuggono. La vicenda farà il suo corso giudiziario. Qualche domanda senza risposta rimane.
Perchè Fratello , nonostante avesse avuto una condanna per mafia (patteggiata) continuava a “fare pressioni”, come dicono i Carabinieri a gente al potere come Turano e ad altri deputati trapanesi?. E’ possibile che nel terzo millennio, ancora possano esistere roccaforti politiche così potenti che, nonostante varie indagini e inchieste si sentano così potenti e continuano ad adottare sistemi clientelari capaci di condizionare il voto?. Si potrebbe dire che non è cambiato quasi nulla e che in Provincia di Trapani le potenti famiglie politiche degli anni 60 e 70 continuano a comandare. Gli andreottiani, i mangrilliani, i dorotei , i craxiani e altri sono ancora tutti attivi con altre sigle e nomi
In tanti si chiedono: dove sono finiti voti di Fratello?
Se “Norino ” chiedeva favori rimane evidente che aveva dato.
E’ opportuno sottolineare che ad Alcamo e zone limitrofe a gestire voti ci pensava anche un certo Vito Nicastri , attualmente in carcere per legami milionari con la mafia dell’eolico e degli appalti.
Da semplice elettricista a “Signore del vento” che amava organizzare viaggi in aereo , offrendoli anche a compaesani politici potenti come Turano. Chi fa politica non può chiedere il certificato penale o dei carichi pendenti a tutti. Lo dicono i deputati .
Ci può stare. Quando fai campagna elettorale tutto fa brodo . Il problema sono le telefonate successive all’elezione che rimangono un pò nel dubbio .
Le altre cose sono tutte coincidenze politiche.O forse no?
continua
Fonte : repubblica, Live Sicilia
Redazione il Circolaccio