
A casa del collaboratore dell’assessore Turano, Gaetano Cani trovati 300mila euro in una scatola di scarpe. Coinvolte 110 persone
Nella sua abitazione hanno trovato 300mila euro in una scatola di scarpe. L’ex deputato regionale Gaetano Cani è tra i 110 indagati dell’inchiesta Diplomat della procura di Agrigento sulla “vendita” di diplomi nelle scuole private: in tutto sono stati sequestrati circa 400mila euro e 22 diplomi “taroccati”.
Cani, dirigente scolastico in aspettativa, è attualmente collaboratore dell’assessore alle Attività produttive Girolamo Turano. Sedeva sui banchi dell’Ars nella scorsa legislatura, ma non è stato rieletto nelle liste dell’Udc. Il suo nome era comparso nella lista degli “impresentabili” redatta dalla commissione Antimafia perché a processo per estorsione. “Siamo in presenza di una vera e propria organizzazione a delinquere – ha spiegato il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio – dove ognuno aveva un ruolo preciso nella vendita dei diplomi. Nella lista dei 110, a cui stiamo notificando l’avviso di chiusura dell’inchiesta, ci sono pubblici ufficiali in servizio nelle scuole. Si tratta di insegnanti, dirigenti scolastici e personale di cancelleria”.
L’inchiesta è partita dalla procura di Ragusa per il coinvolgimento di un istituto di Ispica che risultava collegato ad altri della provincia di Agrigento. Infatti, sono quattro le scuole coinvolte. Sono l’istituto Pirandello di Licata, l’istituto Pirandello di Canicattì, la scuola “Alessandro Volta” di Canicattì e l’istituto San Marco di Acireale. “Nell’inchiesta – ha precisato Patronaggio – non risultano indagati, al momento, gli alunni e i loro genitori che sono stati interrogati come persone informate dei fatti ma è chiaro che sapevano di avere beneficiato di lezioni false, di esami truccati e altro. Quindi la loro posizione è al vaglio”.
Per il comandante della guardia di finanza di Ragusa, Giorgio Salerno, “l’attività scolastica era del tutto fittizia. Niente lezioni e niente interrogazioni. Risultava solo sulla carta perché gli studenti pagavano consistenti quote di iscrizioni. Quando si doveva fare i conti con le commissioni di esami esterne si faceva in modo di risolvere la questione comunicando prima le domande e dando in anticipo i temi delle prove scritte. Tutto avveniva con grande sfrontatezza”. I reati contestati sono l’associazione per delinquere, il falso commesso dal pubblico ufficiale in atto pubblico, la rivelazione del segreto di ufficio e l’abuso di ufficio. Patronaggio ha aggiunto: “Non spetta a noi annullare i diplomi, abbiamo ritenuto di intervenire con il sequestro perché cinque studenti si stavano iscrivendo all’università. Investiremo della questione le autorità scolastiche, spetterà a loro avviare un procedimento amministrativo ed eventualmente invalidare il titolo di studio”.
Fonte : Il Circolaccio