
Processo Saguto, testimone indagato per falso. I pm: “C’è stata un’attività di inquinamento delle prove”

Ombre sulla difesa del professore Carmelo Provenzano. La Procura dispone intercettazioni, giallo su un sms in aula
Un testimone indagato per falsa testimonianza. E un altro in bilico. Colpo di scena al processo che vede sul banco degli imputati il cerchio magico della giudice Silvana Saguto. Il pubblico ministero Maurizio Bonaccorso accusa in aula: «C’è stata una sistematica attività di inquinamento probatorio». Sotto accusa, la difesa di Carmelo Provenzano, l’ex docente universitario della Kore che gestiva alcuni patrimoni sequestrati. Un sospetto pesante nato dopo la deposizione di un coadiutore giudiziario, Alessandro Bonanno, che ha portato la procura nissena a indagarlo e a disporre intercettazioni telefoniche e ambientali. Secondo i pm Maurizio Bonaccorso e Claudia Pasciuti, Bonanno avrebbe provato a smontare uno dei capi d’accusa, quello riguardante gli incarichi clientelari dati alla moglie di Provenzano, Maria Ingrao, e alla sua collaboratrice, Calogera Manta. «Nella prima audizione, nel corso delle indagini preliminari, Bonanno non aveva fatto alcun riferimento alla due donne – accusano i pm – in udienza, invece, le cita, parlando della loro professionalità che sarebbe stata maturata nella squadra dell’amministratore giudiziario Roberto Santangelo, pure lui imputato».
Dopo la deposizione di Bonanno, scattano le intercettazioni. In vista dell’audizione di un altro testimone citato dalla procura per raccontare delle amministrazioni giudiziarie gestite da Provenzano. In aula arriva Roberto Pagano, anche lui sembra aver recuperato la memoria e dice un gran bene della moglie e della collaboratrice di Carmelo Provenzano, che secondo la procura non svolgevano invece alcuna attività. E’ un’udienza movimentata, nel giugno scorso, caratterizzata anche da una interruzione, il teste viene allontanato. «E accade un episodio sgradevole», accusa il pm Bonaccorso. «Una praticante ha avvicinato la moglie di Pagano per invitarla a mandare un sms al marito. ‘Le scriva che tutto è ok’». Secondo il magistrato «c’era un problema con la tenuta psicologica del testimone». Pagano non deluse, alleggerendo la posizione di Provenzano. E due giorni dopo, i coniugi Provenzano erano alle sette del mattino davanti al negozio della moglie di Pagano. «Niente, me l’aspettavo che venivano sotto casa, ci siamo abbracciati, siamo andati al bar», racconta lei al marito, e non sospetta di essere intercettata. Il pm incalza: «Che motivo avevano di ringraziare un testimone, obbligato a dire la verità?».
Fonte : Repubblica
Il Circolaccio