A Castelvetrano i romanzi di mafia ci fanno un baffo
Le vicende legate al rapporto tra mafia, politica e ed economia perversa a Castelvetrano, da molti anni, assumono davvero un significato speciale. Neanche la magistratura, quella più preparata e sopratutto non politicizzata ,è riuscita a capire il complesso mondo degli affari legati a questo piccolo paese di provincia che con la mafia e i grandi soldi, hanno avuto sempre a che fare.
In tanti si sono arricchiti e hanno saputo nascondere molto bene i soldi dei loro intrallazzi alla Giustizia. Il periodo aureo va dagli anni 70 al 2008. Poi inizia la crisi in ragione della pressione dello Stato su Matteo Messina Denaro
Negli anni, sopratutto in quelli dei soldi facili, un “comitato d’affari” davvero degno delle migliori scuole di economia londinesi e che hanno trovato forza, spesso, nell’impunità , ha trovato vasta azione nel territorio. Angelo Siino, considerato il “ministro” di Totò Riina ai Lavori Pubblici, sapeva che a Castelvetrano e nel Belice aveva possibilità di applicare il suo modus operandi
A tratti, questo Blog ,ha cercato di ricostruire pezzi di storia di questa città e di questo territorio, spesso dimenticati anche dagli investigatori, cercando di trovare un filo logico alle motivazioni di quanto sta accadendo in questi mesi. Strano appare ad esempio che il duro lavoro di due brigadieri dell’Arma dei Carabinieri, sfociato in una dettagliata informativa sulla mafia castelvetranese e consegnato alla procura di Marsala agli inizi degli anni 90 e comunque prima delle stragi, sia finito archiviato.
Cosa conteneva quella relazione? Forse non lo sapremo mai. E perchè finì nel dimenticatoio?
Poteva parlare quella informativa, ad esempio, dell’avvocato Gaspare Spallino “patron” dell’ EcolSicula che per anni ebbe il monopolio assoluto dei rifiuti urbani a Castelvetrano ? Spallino, scomparso molti anni fa, ebbe tanto potere dentro il comune insieme ad altri imprenditori . Per anni, tutto quello che girava ai grandi appalti tra Castelvetrano e il Belice, era lottizzato dal potente accordo tra politica, mafia, burocrati e imprenditori. L’economia del libero mercato era un’utopia. QWuesto metodo consentiva anche di gestire le clientele e il lavoro e quindi, voti.
Cugino di Nino Nastasi inteso papasè, nominato dopo le stragi di Palermo reggente capomafia di Castelvetrano in contrapposizione a Saverio Furnari inviato invece a Pianosa a prendere legnate, l’avvocato Spallino gestì anche con le amministrazioni comunali che susseguirono dal 1993 fino all’avvio di Belice Ambiente, i suoi affari con il comune. La famiglia Spallino che finisce nei guai giudiziari agli inizi del 2011, conclude , di fatto il suo cammino imprenditoriale con la nascita degli Ato. Un cammino, iniziato alla fine degli anni 70. L’azienda, dal 2003 in poì sente il colpo dell’assenza per malattia dell’avvocato .Addirittura, nell’informativa veniva riportato che Spallino avesse, dentro il comune dipendenti a sua disposizione per “spirugghiarici” le pratiche. Il giro d’affari era miliardario
La Belice Ambiente acquisterà molti mezzi dalla società dei Spallino(eredi di Gaspare e nipoti)
Dopo la morte dell’avvocato, altri rami d’azienda come quello dei rifiuti urbani, saranno acquistati da Pegaso Ambiente, poi diventata Edilambiente srl . Altri mezzi ,dall’Accardi Servizi di Campobello di Mazara. La Pegaso e aziende collegate lavoreranno con il comune di Castelvetrano per diversi anni
La Belice Ambiente farà lavorare ancora la famiglia Spallino che di fatto finirà in gravi difficoltà finanziare per i mancati pagamenti della società d’ambito. Intano Papasè era finito in carcere e condannato. Già nel 1996 Nastati finiva in carcere per mafia. Al comune tutti sapevano della relazione con l’Ecol Sicula che continuò la sua attività in regime di monopolio anche con il sindaco Bongiorno
Successivamente a questo periodo e con le società sull’orlo del fallimento, la famiglia Spallino conosce un sequestro da parte dei Carabinieri.
L’importanza di Nastasi come garante mafioso è da sottolineare . I Messina Denaro lo lasciano fare. E’ la conseguenza al “merito” di avere partecipato all’uccisione del Sindaco Vito Lipari e di avere dato aiuto alla famiglia mafiosa
Nino Nastasi di parentele famose ne ha molte. E’ anche cognato della famiglia degli imprenditori Drago . Ma come dice il detto: ” i parenti non si scelgono” gli affari si
Secondo alcune relazioni dei Carabinieri di molti anni fa ,uno dei tanti lottizzatori in direzione S. Ninfa dove i terreni si vendevano ad un costo 30 volte superiore a quello riservato ai poveri diavoli che invece costruivano abusivamente Triscina o in altri luoghi erano proprio, i Nastasi e i Drago . L’avvocato Spallino e Papasè avevano anche ottime relazioni con politici potenti e burocrati del comune che firmavano le delibere. La Prima e la Seconda Repubblica lo vide protagonista. Su queste lottizzazioni eseguite verso Santa Ninfa , la politica fece molto . Tutti avevano gli occhi puntati sulle speculazioni edilizie .
Spallino era “stretto” con l’ex deputato Enzo Leone che era anche amico del genero di don Ciccio Messina Denaro, Saro Allegra . Le sue relazioni erano ottime anche con esponenti della DC e del PCI
Allegra, divenne consigliere comunale e assessore in quota del PSI . In questo periodo storico Allegra genera società con diversi castelvetranesi impegnati anche in politica. Leone era potente politicamente anche per la sua alleanza con Pietro Pizzo di Marsala
Cosa legava il cognato di Matteo Messina Denaro, Rosario Allegra a Leone non è stato mai chiarito dalle indagini che sono state ” bloccate ” a Marsala.
Intanto, mentre la città veniva gestita da un comitato d’affari miliardario e molto bene organizzato , scorrazzava per Castelvetrano un “principe ereditario” mafioso che si chiama Matteo Messina Denaro . Il giovane rampollo mafioso tra un omicidio, una giocata a carte e qualche bella ragazza, organizzava riunioni mafiose con pezzi dello Stato a Castelvetrano .Obiettivo: far saltare in aria giudici e giornalisti.Era il 1991.
Testimoni di quel periodo che non hanno dimenticato, riferiscono che sul sellino posteriore della sua fiammante Kawasaki l’avvocato Spallino che come detto era un imprenditore della “munnizza” ,si portava dietro spesso il giovane Matteo.
L’avvocato Spallino era un uomo molto astuto e abile nel sapere gestire relazioni pericolose. Era nelle grazie di politici e mafiosi. assicurava anche posti di lavoro ai politici .Giravano tanti soldi e serviva altro per non farsi fottere. Forse anche qualche “sbirro” amico
Un bel giorno, a Castelvetrano, si pensò di fare una Banca. La chiamarono Cassa Rurale e Artigiana di Castelvetrano. L’aprirono nei locali di un vecchio biliardo e vicino al vecchio vespasiano di Piazza Garibaldi. Presidente , l’avvocato Spallino. Direttore, l’ex assessore socialista, Nino Cuttone , amico stretto di Enzo Leone. La Banca,( diventata poi “Toniolo” ) doveva fare anche delle assunzioni e con tanto di contratto.Il rispetto alla coerenza del periodo veniva assunto un cugino di sangue, del solito Matteo Messina Denaro, oggi scomparso per una grave malattia. Venivano assunti anche figli “preparati” e molto “raccomandati” della borghesia “bene “di Castelvetrano . Figli di alcuni soci del circolo dei notabili . Figli di dirigenti e direttori scolastici che a chiacchiere ,erano contro la mafia e poi cercavano posti comodi per i figli . Per rispetto delle pari opportunità (o per uguale filone?) veniva assunto pure un parente stretto di chi occupa la più alta carica giudiziaria della zona ,figlio di un imprenditore legato a cooperative agricole finite in malora(vedi avanti). Suocero di un alto magistrato. Così come venivano assunti altri rappresentanti del sottobosco mafioso castelvetranese e non è un caso, per esempio ,che tra questi, veniva addirittura assunto e poi radiato dalla Banca “socialista” Francesco Candela, figlio di Andrea supportato sempre dallo stesso Enzo Leone.
Spallino , non aveva soltanto così marcati collegamenti con l’alta mafia di Castelvetrano .Sapeva che per tenere gli equlibri occorreva avere protezioni dentro lo Stato. Spallino era legato bene anche nei palazzi di Giustizia . Era “spertu”.Sapeva equilibrare tutto .Un giorno, raccontano alcuni vecchi politici, Spallino stanco delle richieste di un assessore in auge negli anni 80 davanti al comune , prese la sua agenda da cui non si separava quasi mai e colpì in testa più volte questo assessore democristiano. erano i tempi in cui gli assessori firmavano i mandati di pagamento
Gaspare Spallino,essendo il nipote di un Giudice , addirittura dell’allora Presidente del Tribunale di Palermo, Giuseppe Palmeri si permetteva molte licenze. Sapeva fare e faceva :un colpo al cerchio e un altro alla botte. Un giro con Matteo sulla moto e un caffè con il Giudice
Anche Enzo Leone che non faceva giri con la moto era compare di un alto magistrato di Castelvetrano
Gli investigatori , allora, avevano provveduto ad inoltrare apposita denunzia di tutto questo alla Autorità Giudiziaria . Risultato? Tutto archiviato
Tanti soldi , tanta mafia e tutto nei cassetti: W la Giustizia!
Gli investigatori conoscevano bene Gaspare Spallino. Sapevano che era forte anche della potenza del fratello Nino Spallino, capo Ufficio Tecnico del Comune di Castelvetrano. I Carabinieri in una dettagliata informativa parlano del metodo spartitorio degli appalti al comune e del tavolino inventato e praticato da Angelo Siino. I potenti di Castelvetrano si fecero consigliare
Quanti appalti e quanti soldi possono avere guadagnato? Il” Ministro dei lavori pubblici della mafia”, Siino conduceva tutte le trattative con la compagnia di Rosario Cascio. Archiviate le denunzie contro gli Spallino, e prima o poi qualcuno certamente avrà l’accortezza di spiegarne le ragioni a beneficio della Giustizia, rimane ad oggi sapere quanto denaro è entrato nelle casse della mafia e del comitato d’affari Alla famiglia Spallino , quando ormai erano vicini al collasso economico, vennero sequestrati dalle Misure di Prevenzione di Palermo oltre 10 milioni di euro in beni e altro. Per avere ancora e meglio una ulteriore e non esaustiva rappresentazione dello spessore di Gaspare Spallino non si può trascurare che uno dei più fidati assassini al soldo di Matteo Messina Denaro si chiama Leonardo Ciaccio , ergastolano, vivente, sodale del suo omologo suicidatosi in carcere, Peppe Clemente. Gli Spallino erano in ottime relazioni anche con Marco Montalto incensurato Presidente della Cooperativa vitivinicola (la cantina) consuocero dell’altrettanto incensurato Avv. Gacomo Pantaleo alto rappresentante dell’alta gerarchia della Massoneria della provincia di Trapani più fortunato dell’altro Avv. Gino Pantaleo di Campobello di Mazara accusato invece di assurde nefandezze dall’oggi screditato finto pentito, ormai noto solo come tale Vincenzo Calcara, ma utilizzato negli anni 90 per coprire proprio Matteo Messina Denaro nella organizzazione ed esecuzione delle maledette stragi accusando ingiustamente innocenti per creare polverone infangando Castelvetrano e massacrando altri innocenti e di conseguenza la popolazione sana costretta a pagare per tutto questo marciume.Nel cerchio magico del comitato che non era solo socialista hanno trovato ricchezza tanti altri: tecnici del comune compiacenti, piccoli appaltatori, ingegneri, architetti e furbi usurai. Le amministrazioni cambiavano e il coppo rimaneva.
Fonte : documenti, archivi, testimonianze
La redazione de Il Circolaccio
1 thought on “Castelvetrano: la storia del potere socialista della prima repubblica, tra banche , mafia , appalti e amicizie in Tribunale”