
Nell’udienza del 23 luglio 2010 Giuseppe Grigoli nel corso del processo di Marsala offre un’occasione unica di conoscere il sistema di controllo imposto dal boss Matteo Messina Denaro e dal padre Don Ciccio
In quella udienza, Grigoli dice di aver ricevuto le prime pressioni dalla famiglia mafiosa che accettò senza denunciare, già dal 1992.
Grigoli, secondo quanto ha dichiarato ,conosce le tenaglie della mafia attraverso gli emissari di Matteo Messina Denaro. Il primo fu Antonino Nastasi detto Papase spietato killer della cosca. Riceve ordini anche da Panicola e Filippo Guttadauro. Quest’ultimo esperto in relazioni pubbliche con politici, massoni e alta borghesia locale e con una buona preparazione mafiosa
Di recente i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani, hanno dato esecuzione al decreto di confisca, del tribunale di Trapani, di beni per un valore di circa 4 milioni di euro, nei confronti dell’ergastolano Antonino Nastasi, 70 anni e della moglie Antonina Italia, 65 anni, coinvolti nell’indagine “Mandamento”, che nel 2012 aveva portato all’arresto degli esponenti di spicco della mafia di Castelvetrano.
Grigoli al processo: “Sono venuti per conto di Matteo Messina Denaro e mi hanno imposto le regole della mafia nel territorio. Posti di lavoro, le ditte che dovevo prendere per i lavori e pagare il pizzo se aprivo punti vendita a Campobello di Mazara, Mazara del Vallo, Marsala e Trapani”
Sempre Grigoli: “fuori si paga qui no. Basta che fai lavorare chi ti dicono loro e fai come dice Matteo“
Secondo Grigoli già dal 1992 c’erano questi ordini e Lui li rispettò per paura
E Grigoli, in effetti, fece quello che gli fu ordinato.
Fece lavorare, parenti del boss, amici di politici suggeriti prima da Panicola , marito di Patrizia Messina Denaro e poi da Filippo Guttadauro. Fece lavorare anche Nicolò Clemente il “re” del cemento mafioso
Grigoli, stranamente , non parla di tecnici come certi ingegneri, architetti e geometri che hanno lavorato per Lui e hanno firmato molti altri lavori pubblici e privati della città. Grigoli non parla degli amici della cosca dentro il comune
Eppure i tecnici pagati con parcelle pesanti e che avevano campo libero ovunque ci sono e in città li conoscono tutti.
Imposti da Messina Denaro anche quelli?
A Grigoli i pm non lo hanno mai chiesto nel corso del processo
Hanno chiesto dei lavoratori amici dei mafiosi
Alcune indagini forse mai lette dai Pm, indicavano in quegli anni che, alcuni tecnici locali, erano sempre presenti in molti lavori di grossa entità. Consigliati da amici del boss anche loro?
Secondo alcune relazioni di Polizia, certi tecnici assicuravano il giusto rapporto tra il palazzo di città e gli affari di Grigoli e di altri imprenditori e quindi in modo indiretto della cosca.
COME DIRE: PIGGHIA CHISSI E TUTTO PROCEDE
Per aprire i supermercati occorrono tante autorizzazioni. Dalle licenze commerciali, alle agibilità dei locali , alle autorizzazioni sanitarie. Molte pratiche li gestisce il comune
Grigoli: “nel 1996 ero quasi convinto a denunciare , stanco di continue pressioni ma poi ho lasciato perdere per paura. Subito dopo Guttadauro mi chiese 500 mila euro per un oleificio di Campobello di Mazara e mi fece capire che dovevo accettare se non volevo correre rischi seri”
SE E’ CREDIBILE QUELLO CHE DICE GRIGOLI CHE HA GESTITO UN GIRO DI SOLDI DI CENTINAIA DI MILIONI DI EURO TUTTE LE INCHIESTE PORTATE AVANTI IN QUESTI ANNI HANNO BUCATO DIVERSI ASPETTI
IN PRIMIS SUL RUOLO DEI TECNICI PRIVATI E DEL COMUNE NELLA GESTIONE DELLE ATTIVITA’ PORTATE AVANTI DALL’IMPRENDITORE CHE A CASTELVETRANO TRA IL 1992 al 2006 HA INVESTITO QUALCOSA COME 100 milioni di Euro per la realizzazione di opere come la piattaforma di contrada Strasatto e altre attività nel settore edile come fabbricati e magazzini e l’acquisto di molti immobili da ristrutturare. Beni tutti confiscati
Il processo non ha chiarito perchè Grigoli dal 2000 in poi comprò molti beni immobili e diverse società in crisi tra cui l’Olioliva società piena di debiti dove il comune, socio fondatore dai tempi di Bongiorno, nel 2005 gli vendette la propria quota
Grigoli rilevò tutte le quote di Olioliva. Tra le varie quote societarie anche quella di Gianfranco Becchina e di altri soci molti dei quali politici e professionisti
Comprava tutto perche? Da Lui andavano tanti politici a chiedere posti di lavoro
Rimangono ancora molti punti da chiarire sul “metodo castelvetrano” imposto dalla famiglia Messina Denaro che, di certo, non poteva valere solo per Grigoli. Chi pensa che non sia così vuole solo depistare e non cerca la verità.
Nel giro grosso Guttadauro ci andava eccome. Guttadauro osservava tutto e sapeva tutto
Sempre secondo alcune indagini del tempo, Guttadauro si interesso molto anche alla costruzione della nuova Casa Comunale di Castelvetrano di via Delle Rose. Un opera di quasi 10 milioni di Euro e dove, ci voleva molto cemento e tanta manodopera. La gara, voluta fortemente dalla giunta Pompeo ,fu aggiudicata a una ditta del messinese. Sarebbe interessante capire se il cemento fu acquistato a Castelvetrano e chi fu assunto. (Secondo indiscrezione il cemento pare fu dato da Clemente che impose il prezzo del cartello). Su quella gara sarebbe anche interessante capire quali tecnici privati e pubblici hanno lavorato.
Sono anni quelli, di grandi affari a Castelvetrano. Sono gli anni delle 488, dell’espansione di Grigoli, della costruzione degli alberghi e delle grandi opere pubbliche volute da Pompeo in continuità alla gestione Bongiorno. Grigoli farà chiarezza su tutto?
Fonte : Radio Radicale
Redazione Il Circolaccio