Undici anni a prestanome di Messina Denaro
Condannato per associazione mafiosa, turbativa d’asta e intestazione fittizia di beni l’imprenditore Rosario Firenze. Altri quattro imprenditori in carcere
Avrebbero condizionato gli appalti al comune di Castelvetrano
Gestiva e pilotava gli appalti per conto del super latitante Matteo Messina Denaro. Il gup di Palermo Roberto Riggio ha accolto la tesi dei pubblici ministeri della dda di Palermo Carlo Marzella e Francesco Grassi (ora alla procura dei minori) condannando a 11 anni di reclusione Rosario Firenze, l’imprenditore di Castelvetrano ritenuto vicino al superlatitante. Per il giudice Firenze, difeso dagli avvocati Vito Signorello e Roberto Mangano, è responsabile di associazione mafiosa, turbativa d’asta e intestazione fittizia di beni. Per gli inquirenti l’imprenditore si sarebbe aggiudicato diversi appalti pubblici grazie all’intercessione di cosa nostra. Firenze è stato indicato dal collaboratore di giustizia e cugino di Messina Denaro, Lorenzo Cimarosa, poi deceduto, come vicino alla “famiglia” del latitante.
Insieme a Rosario Firenze sono stati condannati imputati coinvolti nell’operazione Ebano. A un anno, per turbata libertà degli incanti, è stato condannato il geometra dell’impresa di Rosario Firenze, Salvatore Sciacca. Nei suoi confronti è caduta l’aggravante di avere agevolato la mafia. Era difeso dagli avvocati Roberto Tricoli, Massimo Miceli ed Enzo Salvo. Per turbativa d’asta sono stati condannati poi altri 4 imprenditori. A Giacomo Calcara e Filippo Tolomeo sono stati inflitti 8 mesi di carcere mentre Benedetto Cusumano e Fedele D’Alberti 10 mesi.
Fonte : Repubblica
Il Circolaccio