C’è un detto siciliano che recita: ” A va punciri pi fari mali”. Ingroia si sente vittima e perseguitato dai suoi ex colleghi. Eppure, Lui, e la stampa amica, non risparmiavano strali e veleni a chi veniva messo sotto accusa. Nessun riguardo per gli accusati: La Costituzione recita la presunzione d’innocenza fino al terzo grado. Adesso è lui stesso a rivendicarla.
Ingroia e i cronisti passati dalle lodi all’affettata meraviglia
La novità è solo il sequestro di beni e la linea della difesa ha qualche fondamento. Nessuna voglia di infierire sull’ex pm dei due mondi, semmai su chi racconta, e ha raccontato, la sua parabola
Della conduzione di Ingroia si è occupata per prima la magistratura contabile poi quella penale. L’indagine è stata in due fasi, un primo proscioglimento per alcune assunzioni poi la ripresa delle indagini su altre vicende. In mezzo, ecco quello che probabilmente fa da spartiacque, la riqualificazione del ruolo di Ingroia dopo l’uscita dalla società del socio privato. L’azienda cambia nome e con un miracolo contabile si affranca da un pesante passivo. Ingroia lo ritiene un successo della sua sagace conduzione e si assegna, divenuto amministratore, un corposo premio di produttività. La procura lo indaga per peculato. Tutto questo ve lo avevamo già raccontato. La notizia nuova riguarda solo il sequestro degli oltre centomila euro del premio. La linea difensiva si attesta sulla scrupolosa osservanza da parte dell’indagato delle leggi e delle procedere e conoscendo le vicende della regione può essere che, in linea di diritto abbia qualche fondamento. Intanto la nuova giunta guidata da Nello Musumeci non ha rinnovato l’incarico all’ex pm. Qui non c’è nessuna voglia di infierire su Ingroia, ma sui cronisti che ne cantarono le lodi e ora affettano meraviglia, è faticoso trattenersi.