Ritorna l’emergenza rifiuti. I commissari non parlano e le colpe sono tutte dei cittadini. Viene da “ridere”. Non si registra sui social quel senso di protesta avvertito prima dell’arrivo dei commissari. Rassegnazione o paura?
Rifiuti, rifiuti e ancora rifiuti. In ogni strada di Castelvetrano e di altri comuni del Belice è costante la presenza di munnizza.
Dove sono finiti tutti gli esposti-denuncia di Sonia Alfano su Belice Ambiente?
Sonia Alfano: “Una gestione criminale, scientificamente studiata”
Sui social alcuni cittadini pubblicano le foto delle vergogne
Sonia Alfano denunciò pubblicamente tutto il marcio trovato alla Belice Ambiente e i colpevoli dove sono? Disse nel 2013:”Ho ricevuto diversi attacchi, perché dopo il mio arrivo, ho cominciato a smantellare i blocchi di potere all’interno della società.”
Un sistema ben “oliato”, disse pubblicamente- concernente sia per la gestione del personale che nell’organizzazione della raccolta rifiuti, che lei stessa ha più volte denunciato pubblicamente, ha anche minacciato, forse lo ha fatto davvero, di portare le carte in suo possesso presso la Procura della Repubblica di Trapani, al dott. Marcello Viola. Sonia Alfano ha parlato della vicenda dei rifiuti provenienti dallo Stir di Napoli che fra il 2011 ed il 2012 sarebbero prima finiti nella discarica di D’angelo ad Alcamo e poi nella discarica di Campobello. “
Tutte dichiarazioni finite nel nulla? Ci può essere qualcuno che rallenta le indagini?
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La colpa di tutto questo disastro per gli influencer vicini al PD e ai commissari è solo dei cittadini che non hanno pagato e non sanno fare la differenziata.
Non de Il Circolaccio non la pensiamo cosi. Se c’è stata una evasione di milioni di Euro , peraltro iniziata già con il sindaco Gianni Pompeo e che va stigmatizzata dall’altro punto d’osservazione è colpa anche di chi doveva controllare. Le più grandi evasioni sono attrbuibili a grossi commercianti e aziende. Inoltre, c’è da registrare lo spaventoso buco di oltre 60 milioni di Euro di Belice Ambiente, andata fallita e che ha distrutto un sistema di gestione dei rifiuti.
Che fine hanno fatto le inchieste su Belice Ambiente?
Un fallimento da oltre 60 milioni di Euro che non conosce responsabili?
Eppure , qualcuno aveva denunciato le malefatte degli amministratori che sostennero Truglio e il suo consiglio d’amministrazione.
Perchè la magistratura non è ancora intervenuta sulle diverse denunce fatte anche pubblicamente?
Oltre alle dichiarazioni di Sonia Alfano pubblichiamo, di seguito, alcuni comunicati del periodo e la lunga dichiarazione che l’ex assessore provinciale Girolamo Pipitone fece ai magistrati di Marsala, durante una pubblica udienza. Le sue dichiarazioni fanno rabbrividire , eppure nessuno, dei “pezzi grossi” tranne Truglio, finisce sotto inchiesta. La gestione di Belice Ambiente è stata a dir poco vergognosamente clientelare
L’inchiesta del 2013: I carabinieri di Castelvetrano hanno sequestrato nel 2013 617 bollette Tia false presso la sede di Santa Ninfa della belice ambiente Spa. Le bollette, emesse nel corso della gestione amministrativa dell’Ato Tp2 da parte di Francesco Truglio, hanno infatti tutte un unico destinatario inesistente, un generico «Vito», proprietari di bar ed altre strutture di uguali dimensioni.
Nicola Cristaldi disse nel 2013 :”Altro che virtuosità! E’ inquietante lo scenario che emerge dalle recenti inchieste giudiziarie sulla passata gestione dell’Ato Belice Ambiente, quando a guidarla c’era l’avv. Francesco Truglio.
Ci sono alcune inchieste giudiziarie in corso, delle quali attendiamo l’esito, ma ci sono aspetti gravi e preoccupanti, che al di là delle decisioni dell’Autorità giudiziaria, hanno ormai delineato il contesto nel quale si operava all’interno di Belice Ambiente. Partiamo dagli aspetti economici: Nicola Lisma, che è subentrato a Truglio nel 2010, ha ereditato una montagna di debiti lasciata dal suo predecessore, circa 50 milioni di euro.
Andiamo agli aspetti del personale: Belice Ambiente, nel periodo della gestione Truglio, è stata utilizzata anche per interessi politico-sindacali, con un numero di assunzioni e modalità di reclutamento del personale poco chiare e soprattutto concentrate in periodi pre-elettorali, utilizzando anche società di lavoro interinale come la Mainpower. Andiamo agli aspetti dei rapporti con l’utenza: è stata utilizzata una società, la Maggioli tributi, il cui rapporto con Belice Ambiente è finito sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti sia per la modalità di aggiudicazione del servizio che per il personale impiegato.
Una società che, secondo la denuncia di molti utenti, ha operato in modo conflittuale ed arrogante con l’utenza. Potremmo dire “l’avevamo detto”. Ma poiché siamo garantisti, sempre e comunque, vogliamo limitarci alla cronaca asettica di ciò che è accaduto negli ultimi sei mesi a livello giudiziario, a partire dalla più recente inchiesta culminata il 29 settembre 2011 con un avviso di garanzia emesso dalla Procura di Marsala, notificato dai carabinieri di Castelvetrano tra gli altri, all’ex sindaco Giorgio Macaddino ed all’ex amministratore unico di Belice Ambiente, Francesco Truglio.”
E le famiglie mafiose di Castelvetrano , Campobello di Mazara e Mazara sono rimaste indifferenti ad un simile giro d’affari? Chi controllava nei comuni i servizi e gli affidamenti?
Il centro di compostaggio di Castelvetrano inaugurato e chiuso subito. Soldi pubblici buttati
Chi ha fatto quei lavori? Chi ha scavato ? Di chi erano quei terreni? Chi erano i progettisti? Nel sito del comune non è facile trovare le documentazioni a corredo
Dal comunicato del 2010 Comune di Castelvetrano il sindaco Pompeo vantava il progetto
Otto mesi di lavoro per costruire il primo impianto pubblico di compostaggio della provincia di Trapani. E’ nato così, in contrada Airone a Castelvetrano, il primo lotto del Polo Tecnologico di “Belice Ambiente spa” che questa mattina è stato inaugurato alla presenza del presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo. L’impianto sarà a trattamento di bioconversione aerobica degli scarti alimentari, che in 90 giorni da organico diventa compost. A pieno regime potrà trattare 11.500 tonnelate annue di organico, circa 30 tonnellate al giorno.
Il compost, detto anche terricciato o composta, è il risultato della decomposizione e dell’umificazione di un misto di materie organiche da parte di macro e microrganismi in condizioni particolari: presenza di ossigeno ed equilibrio tra gli elementi chimici della materia coinvolta nella trasformazione. L’intero Polo, finanziato dall’Unione europea per 10,6 milioni di euro prevede anche la realizzazione nel secondo lotto di un impianto di selezione e valorizzazione delle frazioni secche (carta, cartone, plastica, vetro e alluminio) e nel terzo lotto di un centro di raccolta, un’autorimessa e uffici con annesso laboratorio di ricerca e centro multimediale.
Le dichiarazioni di Pipitone
Tribunale di Marsala
Sezione distaccata di Mazara del Vallo
Dott. Renato Zichittella giudice
Procedimento Penale N.R.G. 342/09 – R.G.N.R. 413/09
“Belice Ambiente” S.p.A. ATO TP2
DICHIARAZIONI SPONTANEE
PIPITONE GIROLAMO
UDIENZA DEL 11 febbraio 2013
Signor Presidente, Signor Pubblico Ministero,
Sulla gestione Truglio, Presidente e Amministratore delegato della Belice Ambiente dal 24 luglio 2006 al 27 maggio 2010, se ne stanno occupando la Procura della Corte dei Conti di Palermo,la Corte dei Conti Sezione Giurisdizionale di Palermo, la Procura di Marsala, la Compagnia dei Carabinieri di Castelvetrano e la Procura di Palermo.
Alla data odierna sono stati emessi i seguenti provvedimenti giudiziari:
– l’11 Aprile 2011 l’Avv. Francesco Truglio è soggetto a indagini preliminari per reato di concorso in emissione di false cartelle di pagamento intestate a nomi inesistenti. Lo stesso atto notificato lo scorso 11 Aprile da parte del sostituto procuratore della Repubblica, Bernardo Petralia, ha convalidato il sequestro, operato lo scorso 8 Aprile, presso la sede di Santa Ninfa della Belice Ambiente S.p.A., di n.311 buste contenenti fatture TIA relative all’anno 2008.
– Il 1° Maggio 2011 i Carabinieri hanno notificato cinque avvisi di garanzia ad ex amministratori e dipendenti della Società Belice Ambiente, accusati di associazione per delinquere finalizzata all’emissione di fatture intestate a persone inesistenti, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio.
– Gli avvisi di garanzia riguardano l’ex amministratore unico della Società, Francesco Truglio, 41 anni di Mazara del Vallo; l’ex direttore generale ed ex Sindaco di Gibellina, Vito Bonanno, 42 anni; tre dipendenti dell’ATO Rifiuti: Francesco Nicosia, 45 anni di Marsala; Paolo Basone, 37 anni e Maurizio Villani, 40 anni, entrambi mazaresi. I provvedimenti sono stati emessi dalla Procura di Marsala.
– Il 29 Settembre 2011, un avviso di garanzia emesso dalla Procura di Marsala è stato notificato dai Carabinieri di Castelvetrano all’ex Sindaco Giorgio Macaddino, al Segretario Comunale di Mazara del Vallo Antonina Marascia ed all’ex Amministratore unico della Belice Ambiente, Francesco Truglio. Uguali provvedimenti sono stati emessi nei confronti del commercialista mazarese Giuseppe Russo, del dipendente della Belice Ambiente, Francesco Nicosia, marsalese, e di Carmine Galluzzo, milanese ed esperto in informatica. I reati contestati sono abuso di ufficio, turbativa d’asta, falso in atto pubblico e tentata truffa. Sono accusati di avere contribuito alla realizzazione di un sistema per il controllo dell’attività di accertamento contro l’elusione e l’evasione della tariffa di igiene ambientale, gestita dalla ditta Emiliana “Maggioli Tributi S.p.A.” per conto della Belice Ambiente dal Marzo 2007 al 31 Dicembre 2010.
Queste indagini sono scaturite da un accurato esame degli atti della Belice Ambiente in mio possesso e solo alla fine del mio mandato di Assessore Provinciale all’Ambiente, dopo una serie di richieste, tutte disattese dal Truglio, nell’esercizio delle funzioni ispettive derivanti dalla carica elettiva da me ricoperta, anche sulle società partecipate a norma dell’art.13 del vigente Regolamento d’accesso, nonché dell’art.43 comma 2 del D.lgs 267/2000 e di diffida nella qualità di Consigliere Provinciale sino al Luglio 2008 e dopo nella qualità di Assessore al ramo.
Tale attività ispettiva non è stata messa in atto dai sindaci soci, attraverso il controllo analogo imposto dal Regolamento CEE e dalle leggi nel caso di gestione in “house”.
Tutto ciò non avrebbe comportato l’appropriazione indebita da parte del Truglio già accertate dalla Corte dei Conti relativamente al compenso riscosso di 90.000 euro annui, oneri ben superiori al limite massimo consentito di €. 46.247,52 – deliberazione n.199/2010/PRSP – adottata dalla Sezione di Controllo della Corte dei Conti nell’adunanza del 05/11/2010 e segnalato il mancato recupero con nota dell’8 Agosto 2011.
Dai conteggi effettuati dal Collegio dei Revisori dei Conti del Comune di Mazara il 13/01/2011 le somme da recuperare dal Truglio ammontano a €. 140.456,67 relativamente alla differenza dei compensi di amministratore. Inoltre sono da restituire da parte del Truglio alle casse della Belice Ambiente i contributi versati, con denaro pubblico, alla Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza per conto del Truglio per un importo di €. 6.870,50 perché incompatibile con l’iscrizione alla cassa per l’esercizio della libera professione – art.3 R.D.L. 27/11/1933, n. 1578. €. 20.000,00 che lo stesso si è liquidato, quale indennità di risultato (falsato da bollette false e fatture di servizi mai fatti). A queste sono da aggiungere le sanzioni amministrative riferite ad inadempimenti sulla normativa riguardante la sicurezza dei lavoratori, oltre al ritardo delle comunicazioni obbligatorie delle assunzioni effettuate dalla Società ammontanti a migliaia e migliaia di euro.
Assunzioni clientelari, appalti senza gare – Manpower – frazionamento d’importi per eludere la legge sugli acquisti di beni, elargizione di contributi ad associazioni loro vicine quali: la parrocchia Santa Rosalia di Mazara, perché lì cantava la figlia del Macaddino; l’Associazione “Sella d’oro” di Mazara, perché frequentata dalla figlia del Macaddino. Molti altri misfatti quali incarichi fiduciari illegittimi, elargizioni di incentivi ai dipendenti non dovuti.
L’attuale Amministratore ha già richiesto la restituzione degli incentivi ai dipendenti.
Perché non sono intervenuti nel tempo l’Avv. Bonanno, Sindaco di Gibellina prima, e il Dott. Gianni Pompeo, Sindaco di Castelvetrano dopo, nella qualità di Presidente dell’Assemblea di Coordinamento? E gli altri Sindaci? Qual è stata la contropartita al silenzio? Dov’era l’Organo di Controllo interno pagato, quale il Collegio dei Revisori dei Conti, ai quali spetta la vigilanza sull’osservanza della legge e dello statuto ai sensi dell’art. 2403 del C.C.
Fonte Documenti blog Pipitone
Il Circolaccio