Cercare di capire il tessuto economico di un territorio dove, spesso, politica, mafia e potentati economici sono andati a braccetto non è cosa semplice. E’ necessario sapere molto di economia, conoscere bene il territorio e studiare molte carte ,con l’obiettivo di poter capire come funzionano i gangli vitali di questo losco e arrogante sistema dove tutto deve passare da una rete molto ben costruita e controllata. Chi non conosce bene certi sistemi è facile farlo disorientare. Cercando di semplificare, chiameremo questo metodo “la raggera“. Molti ricorderanno la ruota di bicicletta o motore con i raggi. Immaginate , leggendo questo articolo ,un sistema simile dove, il mozzo contiene la parte del potere, tutti i raggi sono i collegamenti con il territorio e gli interessi economici e tutti insieme fanno girare la ruota che porta soldi solo a pochi e coinvolge solo gli interessati. Già far parte della raggera nel sistema politico- mafioso e istituzionale per qualcuno è un privilegio. Essere nell’area del mozzo un successo. Girare attorno al sistema è permesso solo a chi si fa sfruttare e non rompe i coglioni. La forza di questo geniale apparato porterebbe tanti vantaggi. intanto se qualche raggio si rompe la ruota continua a girare. Ogni “raggio” è autonomo e difficilmente sa la funzione degli altri raggi. L’importante e che il “mozzo ” possa sempre girare ,dalla parte giusta e tenere tutti raggi sotto controllo insieme all’area della ruota. Ogni ricchezza prodotta dal sistema finisce nel canale misterioso
Questo metodo che sicuramente non è stato inventato da Matteo Messina Denaro, crea spazio per tutti gli adepti ma fa arricchiere solp i potenti. Ipotizziamo come funziona
Nel mozzo ci devono stare gli intelligenti , dotati di capacità strategiche e che non tradiscono il patto ; sanno esercitare il loro ruolo senza farsi fregare.
Il potere in un territorio viene gestito dalla politica, dalle istituzioni, dalla mafia( o malaffare) che deve avere necessariamente delle complicità anche esterne, nel mondo della cultura , nell’informazione e nella sanità
Poi ci sono tutti raggi che devono obbedire: imprenditori, enti locali, professionisti, politici di poco conto e anche influncer( in siciliano tragidiatura) che prima agivano nei circoli e nei bar del paese, adesso vanno anche sui social
Pochissimi stabiliscono le sorti della città.
Pochi si muovono per raggiungere gli obiettivi e tanti altri fanno i raggi alla ruota.
Tutto questo non è frutto della fantasia: non c’è nulla su cui scherzare
La ricostruzione di questo metodo è in parte anche in alcune carte di processi fatti contro la mafia locale
Guai a finire senza saperlo in mezzo ai raggi: ti distruggono.
In particolare, a spiegare qualche tratto di questo possibile e sofisticato sistema e che probabilmente esiste da decenni, ci pensa, forse involontariamente, Giuseppe Grigoli durante il processo a Marsala nel 2010. Lui non poteva fare parte dell’area “mozzo”. Era solo un raggio forte.
Grigoli ai giudici cerca di spiegare quel che sa, ma spesso si confonde. Il metodo che doveva adottare per dare soldi al “mozzo” non lo aveva studiato. Era tutto suggerito
Grigoli ammette di aver preso ordini da Matteo Messina Denaro fin dal 1991. Durante un incontro tenutosi a Castelvetrano, alla presenza di Filippo Guttadauro. Grigoli prende atto del metodo imposto nel territorio dal boss e probabilmente dai suoi supporter economici.
Grigoli aveva la terza media ,era ancora un imprenditore piccolo nel settore dei detersivi. Ma in certi ambienti conta essere “spertu” e affidabile e lui lo era. Ci si poteva fidare fino al livello di raggio. Per lui garantiva Guttadauro. In quel periodo storico occorre ricordare che la mafia insieme a certa politica del Belice doveva ripulire tanto denaro sporco proveniente dal traffico di droga , dagli appalti truccati e dalle enormi tangenti. In quel periodo ad esempio iniziano i lavori delle fognature di Selinunte finite alla Saiseb. Angelo Siino veniva tutte le settimane a Castelvetrano. Cosa veniva a fare?. Droga e appalti portano montagne di denaro nelle tasche di pochi eMessina Denaro sapeva di chi. Serviva una grande lavatrice e un sistema politico e mafioso che collaborasse. Non si aprono supermercati senza licenza , senza pareri sanitari e tecnici. Non si costruiscono capannoni o strade senza autorizzazioni comunali e senza il consenso di politici e dirigenti. Come dicono i saggi siciliani: “lu venti in chiesa ci voli ma astutari li cannili no”. Un minimo di legalità occorre applicarla. Concessioni, autorizzazioni sanitarie, nulla osta servono a condire il meccanismo. Può sempre capitare che arriva un “cretino sbirro” o un giornalista stronzo, non prezzolato e che non fa parte della raggera e mette le mani in cose non dovute. Grigoli spiega alla sua maniera , nel corso del processo, la tecnica delle vendite e acquisti “fittizi” , una sorta di evoluzione fine delle fatture false. Spiega anche le “regole” dettate da Messina Denaro per la gestione dei grandi affari nel territorio
Continua
La redazione del Circolaccio
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