Radiata La Giudice Saguto dall’ordine giudiziario.
Prima era stata allontanata dall’esercizio delle funzioni di Presidente, però con calma, con molta calma, senza fretta. Accusata di reati gravissimi, per uno solo dei quali, i comuni mortali marciscono in galera in attesa di determinazioni e privati della libertà “al fine di non inquinare le prove”.
La carcerazione preventiva , grandissimo gioiello della normativa Italiana vale solo per i fessi. Quanto tempo ha lavorato la Presidente Saguto dopo la contestazione di reati così gravi? Aveva forse la necessità di requisire qualche ditta qualificata per i traslochi e del relativo bando per l’appalto? Dopo un anno si sono premurati di controllare e sequestrare i conti bancari e hanno scoperto, guarda un po’, che in banca disponeva di solo 18 euro. Forse hanno pubblicato questo saldo per impietosire ed avviare una raccolta fondi di solidarietà? Tutto è a posto? Sicuramente sì. Piccolo dettaglio sicuramente trascurabile è però il fatto che il posto di lavoro centinaia di persone lo hanno perso e con questo la possibilità di mantenere le proprie famiglie, ma questo non è importante. Ora che la Presidente Saguto è radiata dal Consiglio Superiore della Magistratura forse questi, ormai disoccupati, travolti dal ciclone sagutiano avranno un sospiro di sollievo? Quale? Sembra che lo Stato risponda al disperato appello di aiuto del povero cittadino solo quando ormai può soltanto partecipare ai funerali di questi. Sono constatazioni amare, che rischiano anche di avere un effetto di repulsione scettica dei cittadini.
Eppure è un momento espressivo di una realtà finalmente in evoluzione positiva. Il delirio di onnipotenza travolge chiunque, qualunque vestito indossa. Grazie però a persone dai principi sani, si può evitare che la ragione e la logica non possano essere sempre soffocate dalla violenza, dalla prepotenza e dalla follia di alcuni.
Altra caduta.
In altri articoli avevamo parlato di nebbia negli uffici giudiziari, nebbia che però comincia a diradarsi grazie a persone che con il loro impegno e con la loro moralità, come ad esempio il Giudice Giuseppe Pignatone, che con il suo lavoro a Roma è riuscito a fare entrare un po’ di luce in quegli uffici e professionalità e moralità che ha trovato anche in un suo ex allievo Maurizio De Lucia della Procura di Messina. Le due Procure infatti, Roma e Messina in collaborazione, partendo da un esposto presentato da altri colleghi Magistrati, hanno fatto sì che si procedesse all’arresto stamani di, Avvocati, Magistrati, Professionisti e Giornalisti che si sarebbero accordati per inventare complotti come quello che scuote l’Eni, aprire fascicoli fantasma, acquisire le carte di altre indagini, minacciare e spiare colleghi.
Sono stati otto Magistrati siracusani, il 23 settembre 2016, a firmare l’esposto per denunciare i rapporti fra un collega, Gianluca Longo, e gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore, tutti e tre raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare richiesta dalla Procura di Messina.
Anticipavano tutto ciò che sarebbe emerso nel corso delle indagini.
“Nell’ambito della gestione di diversi procedimenti penali .- si leggeva nell’esposto – si sono palesati elementi che inducono a temere che parte dell’azione della Procura della Repubblica possa essere oggetto di inquinamento, funzionale alla tutela di interessi estranei alla corretta e indipendente amministrazione della giustizia”. In calce i nomi dei magistrati Margherita Brianese, Salvatore Grillo, Magda Guarnaccia, Davide Lucignani, Antonio Nicastro, Vincenzo Nitti, Tommaso Pagano e Andrea Palmieri.
L’esposto partiva dalla vicenda Open Land, società della famiglia di imprenditori Frontino, che ha costruito il centro commerciale “Fiera del Sud” in viale Epipoli,a Siracusa. Si è aperto un braccio di ferro tra l’amministrazione comunale ed il gruppo imprenditoriale che ha chiesto un risarcimento di oltre 20 milioni di euro al Comune per un ritardo nella concessione edilizia. È stata una sentenza del Cga, allora presieduto da Raffaele De Lipsis, a stabilire che Open Land, assistita dagli avvocati Amara e Calafiore, doveva essere risarcita. Per quantificare il danno fu scelto un commercialista di Pachino, Salvatore Maria Pace. Pure quest’ultimo è finito nei guai giudiziari e si trova agli arresti domiciliari.
Solo che lo scorso giugno il Consiglio di giustizia amministrativa, con una nuova composizione, ha revocato la sentenza che aveva riconosciuto il risarcimento. Bisogna rifare la perizia e valutare di nuovo il danno. Nel frattempo il Comune di Siracusa è stato costretto a pagare 2 milioni e 800 mila euro.
Grazie a questi Magistrati onesti e corretti finalmente si sta aprendo uno spiraglio per tutte quelle persone che ingiustamente sono state condannate per una gestione spregiudicata della Giustizia, delle prove, dei falsi Testimoni e pentiti e di tutto il sistema fasullo per creare depistaggi e sentenze taroccate.
Signori Magistrati continuate così, fate in modo che la gente torni ad avere fiducia nella Magistratura e nella Giustizia.
Fonte: Il circolaccio e Livesicilia
Maurizio Franchina