Castelvetrano: il paese di Messina Denaro zona franca per evadere le tasse, riscossione ferma al 35%
E’ quanto emerge dal lavoro della commissione straordinaria che amministra il Comune
Oggi, su Repubblica, Caccamo parla dello strano uso di gestire il pagamento di Imu, acqua e rifiuti.
Il problema non è nuovo .
Già nell’ottobre del 2014 la questione venne lanciata dal consigliere Ninni Vaccara. Nel marzo del 2015 ,l’ex consigliere Giuseppe Curiale lo espose pubblicamente in consiglio comunale con una interrogazione a firma anche di altri consiglieri.
Le questioni legate all’evasione nascono con l’amministrazione Pompeo che delegò la San Giorgio per il recupero. La San Gorgio fece un “pacco” colossale al comune di svariati milioni.Soldi persi. Nessuno indagato nessun condannato
Nell’interrogazione comunale datata marzo 2015 si scriveva: “Il Comune ha certificato per l’anno 2013 che le somme accertate e non riscosse complessivamente ammontano nel quinquennio 2008-2013 ad € 45.970.595,64, di questi €16.430.662,45 riguardano solamente l’anno 2013.
Inoltre, relativamente agli ultimi 5 anni, €9.637.000,00 sono somme accertate e non riscosse per ICI e IMU, €7.809.000,00 per TARSU e TARES invece €4.592.484 per SERVIZIO IDRICO INTEGRATO.
Poi, successivamente, si appurò che molte utenze idriche con bollette non pagate per migliaia di Euro, nonostante la gestione del servizio di riscossione, affidata sempre ai privati, prima con la Pegaso dal (dal 2006) e successivamente, dal 2011 alla Edil Ambiente che è nata dagli stessi soci della Pegaso, il comune non chiudeva le utenze. Quindi, fatte salve le esigenze di famiglie povere, molti condomini, diverse aziende e tante attività in quartieri con presenza di aziende sequestrate alla cosca mafiosa avranno, ricevuto l’acqua anche con bollette arretrate. Il comune pagava la ditta per ottenere questi risultati. Con i rifiuti, fatte salve le bollette errate di Belice Ambiente, il vezzo, probabilmente, era lo stesso
La vicenda della gestione “clientelare” dei tributi non è nuova.
Ci sono diversi articoli di stampa che lo dimostrano.
Adesso i commissari denunciano. Ci chiediamo perchè, gli inquirenti non sono intervenuti prima.
La notizia non è assolutamente nuova
Le più grandi evasioni sono scaturite dai mancati controlli su aziende, commercianti e condomini. Bastava verifica i dati e l’appartenenza delle utenze per capire se il sistema, in modo congruo ha aiutato amici in odor di mafia e parenti del latitante. Chi doveva controllare tutto questo?
Da Repubblica
Una zona franca dove evadere le tasse senza essere scoperti. Questa è stata Calstelvetrano, la città dell’ultimo grande boss latitante, Matteo Messina Denaro. A Castelvetrano negli ultimi cinque anni non c’è stata tassa comunale che non sia stata evasa in massa. Aziende, commercianti e cittadini hanno causato un’emorragia fiscale senza paragoni, ora individuata dai commissari straordinari spediti a Castelvetrano, in provincia di Trapani, dal ministero dell’Interno dopo lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. Il segno meno è una costante. Ci sono i tributi non pagati ma c’è anche la mancata riscossione, fino alle concessioni edilizie e alle convenzioni a canoni risibili di cui hanno giovato anche i favoreggiatori di Messina Denaro.
“Nell’ultimo quinquennio il Comune – dice Salvatore Caccamo, presidente della Commissione straordinaria che amministra il Comune – ha avuto una mancata riscossione pari al 65%. Più della metà non pagavano. La lotta all’evasione, come emerge dagli accertamenti sulle caselle esattoriali, si è assestata all’1,50%. Questo significa che l’evasione era legalizzata”. Il buco fiscale è di 42 milioni di euro (35,5 milioni di entrate tributarie; 7,3 milioni di extra tributarie) e si riferisce alle imposte comunali su rifiuti, immobili, servizio idrico e imposte pubblicitarie non versate dal 2012 al 2017, durante l’amministrazione guidata dal sindaco Felice Errante.
Cifre mai riscosse. “Le ingiunzioni fiscali andavano in prescrizione dopo 5 anni e questo è avvenuto regolarmente. A volte tornavano indietro – continua Caccamo – perché il destinatario era sconosciuto o incerto, oppure perché la postalizzazione non raggiungeva gli obbiettivi che doveva raggiungere. Anche la riscossione coattiva è stata deficitaria, sempre per gli stessi motivi”.
A dicembre 2017 stavano per scadere 1.400 cartelle esattoriali ma stavolta la Commissione le ha nuovamente notificate interrompendo così la prescrizione. I debitori più corposi sono tre aziende: Saiseb, che ha costruito l’impianto di depurazione (deve 1,7 milioni), Gemmo, che ha realizzato la rete dell’illuminazione pubblica (1,8 milioni) e Trapani Servizi, ente gestore della discarica (700.000 euro). Con tutti e tre è stato stipulato un piano di rientro. Per la restante parte invece è stato definito un piano di rateizzazione (che prima non esisteva) per cui sono già arrivate istanze di pagamento per 1,5 milioni di euro. “E’ un segnale che adesso è ora di riscuotere”, dice Caccamo. A pensarci sarà una società esterna, di Lucca.
Ma sono emersi anche meccanismi di elusione con escamotage fiscali: dal cambio dell’assetto societario al trasferimento di gestione ad altri soci, passando per la cessione di rami d’azienda o i contratti di comodato gratuito attraverso i quali veniva trasferita la conduzione dell’attività ad altri familiari. Per tenere in piedi i conti, come emerge dal bilancio consuntivo del 2016, il Comune nel quinquennio ha ricevuto 32 milioni dallo Stato, che ora dovranno ritornare indietro: 3,5 milioni come anticipazioni di tesoreria; 8,7 milioni dalla Cassa depositi e prestiti; 12,7 milioni di debiti per mutui; 17,2 milioni per altre spese correnti. Per fermare l’emorragia adesso i Commissari hanno ottenuto un’anticipazione di 6,3 milioni riservati ai Comuni sciolti per mafia e utili per pagare gli stipendi e iniziare a pagare una parte dei debiti pregressi. Nel 2017 invece le tasse da riscuotere equivalgono a 12 milioni di euro: 1,3 di entrate tributarie; 1,2 di addizionale Irpef; 6,7 di Tari e igiene ambientale; 1,6 i Tarsu; 115.000 euro di Tosap; 100.000 di pubblicità; 25.000 di affissioni pubbliche.
Fonte : Repubblica
Il Circolaccio