La storia complicata di una grande società di roma che per decenni ha gestito miliardi per appalti pubblici e finita in diverse inchieste giudiziarie. La Saiseb fu tra le ditte a spartirsi la torta del “Sacco del Belice”. Fece anche le fognature di Marinella di Selinunte con la complicità dei politici del tempo. La realizzazione delle opere, peraltro mal funzionanti, costarono miliardi delle vecchie lire e fino ad oggi il comune di Castelvetrano sta pagando soldi per un assurdo contenzioso. La Saiseb di contenziosi in Sicilia ne ha diversi.
Leggendo qualche nota sulla Saiseb qualche dubbio rimane. Un’azienda che si muoveva con sistemi clientelari molto collaudati
La S.A.I.S.E.B. Spa e la Tordivalle Costruzioni Spa, fondata nel 1929, dall’ ingegnere Piero Catti Degasperi (cognome della moglie che lui ed i suoi discendenti hanno ereditato) con sede a Roma, si è sempre occupata di appalti nei lavori pubblici, di strade, dighe e bonifiche tanto che tra il 1969 e il 1970, cioè negli anni immediatamente successivi al sisma che devastò la valle del Belice, ha avuto in appalto per decine di miliardi i lavori di costruzione delle infrastrutture, sia nella zona di Garcia sia nella valle del Belice. Da quella data, la S.A.I.S.E.B. Spa ha radicato le sue attività in Sicilia, tanto che il suo nome è in una informativa dei ROS inviata, in data 16 febbraio 1991, all’allora Procuratore aggiunto della Repubblica di Palermo, dottor Giovanni Falcone, all’interno di un quadro complesso di legami tra imprenditoria e mafia. Nella sentenza di condanna della Corte di assise di Apello di Palermo a Totò Riina si parla estesamente della Tor di Valle spa, anche nella sentenza di condanna di Mannino è ben citata questa azienda .In un ordinanza del tribunale di Caltanisetta dove 4 magistrati accusano di favorire un sistema illecito di manipolazione degli appalti(Pietro Giammanco, Guido Lo Forte,Giuseppe Pignatone ed Ignazio De Francisci) la Saiseb risulta essere la più citata .In un interrogazione parlamentare si parla di una città Siciliana (Lentini) “che si è trovata nelle condizioni tipiche del ricatto, di dover per forza procedere ad affidamento di un appalto” alla Saiseb ,con il risultato di spendere 24 Miliardi per un lavoro appaltato di poco piu di 2 (più del 1000% in più).
In un reso conto della commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia del Senato come in commissione bicamerale si parla della Saiseb.
Si tratta di un coinvolgimento del ex presidente della repubblica Scalfaro che avrebbe inciso su Andreotti che a sua volta tramite Salvo Lima. Le pressioni fecero entrare l’ azienda all’interno del sistema appalti di Cosa Nostra . Molti articoli di giornale parlano di comuni Siciliani come Castelvetrano che è stato ridotto sul lastrico per i lavori affidati a tale impresa e lievitati oltre misura. Questa stessa impresa e citata in diverse indagini per omicidi, uno su tutti quella del colonnello dei Ros Russo che aveva indagato su mafia ed appalti , subito dopo essere andato in congedo doveva diventare consulente proprio della Saiseb. Venne ucciso insieme ad un suo amico
Il giornalista Mario Francese che per primo aveva scritto della diga di Gargia e degli affari d’oro della mafia finisce ammazzato .
Il debito con il comune di Castelvetrano
La sentenza esecutiva costringe il Comune di Castelvetrano a pagare all’azienda romana 3.200.000 euro, per un contenzioso che risale agli anni ’80, periodo in cui la Saiseb eseguì i lavori di rete fognaria di Selinunte. La Corte d’Appello di Palermo ha dato ragione, dopo 20 anni, alla Ditta. Tre sindaci hanno avuto la questione nelle mani. I dirigenti della Saiseb sanno aspettare e pare conoscano molto bene le debolezze del sistema locale
La definitiva sconfitta :ORDINANZA
sul ricorso 1032-2012 proposto da:
COMUNE CASTELVETRANO 81001210814, in persona del Sindaco pro tempore, elettivamente domiciliato
in ROMA, VIALE DELLE MURA AURELIE 7/C, presso lo studio dell’avvocato FILIPPO FADDA,
rappresentato e difeso dall’avvocato SALVATORE GIACALONE, giusta delega a margine del ricorso;
– ricorrente — controricorrente –
avverso la sentenza n. 3509/2011 della CORTE D’APPELLO di ROMA del 15/06/2011, depositata il
05/09/2011;
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 14/01/2016 dal Consigliere
Relatore Dott. MAGDA CRISTIANO;
udito l’Avvocato SALVATORE GIACALONE, difensore del ricorrente, che si riporta ai motivi;
udito l’Avvocato GIUSEPPE TRISORIO LIUZZI, giusta delega allegata al verbale dell’Avvocato ARIETA,
Da un articolo di Mario Francese
La diga di Garcia, interamente finanziata dalla Cassa per il Mezzogiorno su progetto del consorzio di bonifica dell’alto e medio Belice, a che cosa serviva? E perché attorno alla diga si è creato un deserto di mafia, in cui oscuri interessi hanno scatenato contrasti, appetiti e una corsa quasi piratesca per l’aggiudicazione degli appalti di opere che dovranno convogliare le acque del serbatoio di Garcia verso Trapani ed Agrigento? Il direttore del consorzio di Bonifica dell’alto e medio Belice dottor Mirto mi ha anticipato, pochi giorni prima della soppressione a Ficuzza del colonnello Giuseppe Russo, che i consorzi dell’alto e medio Belice, Delia – Nivolelli e basso Belice – Carboy hanno già presentato alla Cassa del Mezzogiorno il progetto di massima per l’irrigazione di 21 mila ettari di terreno, ricadente nei tre consorzi (trapanese e agrigentino). Il costo delle opere di convogliamento dell’acqua, dalla diga (tubazioni principali) fino alle bocche di utenza, è previsto in 110 miliardi. Il progetto è in fase di approvazione e molte sono le imprese, tra cui la Saiseb di Roma (di cui il colonnello Russo era diventato consulente) che aspirano ad eseguire le opere.
Fonte: Affari Italiana, Positano news, Repubblica
Il circolaccio