Operazione Stige, Procuratore Gratteri spiega la potenza della ‘ndrangheta e gli affari con la politica locale e parte delle istituzioni. Una potenza mafiosa dimenticata
Il silenzio del potente Ministro Minniti calabrese sull’operazione.
Gratteri al programma di Minoli risponde sul silenzio di alcuni politici: ” ci sono abituato ma vado avanti”
Perchè Minniti, particolarmente duro nei commenti su indagini siciliane contro la mafia e su Castelvetrano, preferisce il silenzio sulla maxi inchiesta condotta da Gratteri?
E’ stata la più grande operazione per numero di arresti degli ultimi 23 anni. È un’indagine da portare nelle scuole di magistratura per spiegare come si fa una indagine per 416bis. Siamo di fronte a un ‘locale’, quello di Cirò, antico che partecipa al Crimine e al Tribunale della ‘ndrangheta”. Così ha commentato il procuratore Capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, dopo la conferenza stampa sui 169 arresti nell’ambito dell’operazione Stige che vede al centro dell’inchiesta le attività criminali della cosca Farao-Marincola, una delle più potenti della Calabria con ramificazioni anche nel Nord e Centro Italia (in particolare Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Lombardia) e in Germania, che fa capo a Giuseppe Farao, 71enne di Cirò.
Una cosca operante da molti anni nel comprensorio della provincia di Crotone, con un ruolo di assoluta egemonia rispetto alle altre cosche esistenti nello stesso territorio. Uno scenario già evidenziato dalle indagini della Procura antimafia nei primi anni Novanta poi sfociate nelle operazioni “Galassia” e “Bellerofonte”.
Il sindaco Laurenzano (PD)amico di Minniti,da enfant prodige del consenso all’Unical all’assunzione nelle strutture speciali di tre consiglieri regionali (in diverse legislature). Nel maggio 2017 elogiava la Dda per il blitz contro il clan Arena: «Bonificare il territorio dalla ‘ndrangheta»
Associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, favoreggiamento, turbativa d’asta e corruzione elettorale. C’è tutto un arsenale di reati nelle carte della maxi operazione Stige portata a termine dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Crotone contro la ‘ndrangheta. Eseguiti 169 arresti, tra cui due sindaci della provincia di Crotone, in diverse regioni italiane e in Germania, al termine di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Catanzaro. Al centro dell’inchiesta le attività criminali della cosca Farao-Marincola. Sono stati anche sequestrati beni per oltre 50 milioni di euro complessivi.
«Il risultato giudiziario conseguito contribuisce» ha detto il prefetto di Crotone Cosima Di Stani «a rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni impegnate con incessante impegno a prevenire, contrastare e reprimere le forme di dominio della criminalità organizzata in questa provincia». Il prefetto ha quindi disposto la sospensione degli amministratori, attinti da provvedimento cautelare, della provincia di Crotone e dei comuni di Cirò Marina, Strongoli, Casabona e Crucoli.
Politici di sinistra e di destra sotto il mirino mafioso
Non poteva mancare il controllo politico. Ormai nelle istituzioni locali la ‘ndrangheta ha messo suoi uomini funzionali agli interessi dell’organizzazione criminale” ha commentato ancora il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, spiegando i particolari dell’operazione.
C’è anche il presidente della Provincia di Crotone Nicodemo Parrilla tra le 169 persone arrestate nell’ambito dell’operazione Stige. Parrilla, sindaco di Cirò Marina, è accusato di associazione mafiosa ed è ritenuto dagli inquirenti il rappresentante della cosca nelle istituzioni locali.
Complessivamente sono tre i sindaci arrestati. Oltre a Parrilla, infatti, sono coinvolti il sindaco di Strongoli Michele Laurenzano uomo forte del Pd calabrese e quello di Mandatoriccio Angelo Donnici. Mentre, complessivamente sono una decina gli amministratori locali coinvolti, tra i quali figurano anche il vice sindaco di Casabona Domenico Cerrelli, il vicesindaco di Cirò Marina Giuseppe Berardi, il presidente del Consiglio comunale di Cirò Marina Giancarlo Fuscaldo, l’ex sindaco Roberto Siciliani e il fratello Nevio che è stato assessore dello stesso Comune. Arrestati anche il vicesindaco di Mandatoriccio, Filippo Mazza, e l’ex sindaco di San Giovanni in Fiore, Giovambattista Benincasa
Lo stesso procuratore aggiunto Vincenzo Luberto ha spiegato la “mutazione genetica della ‘ndrangheta. Non possiamo più parlare di infiltrazione dei clan nella vita economica – ha spiegato – ma siamo di fronte a una immedesimazione tra ‘ndrangheta e imprenditoria”. Sulla presenza delle cosche negli enti locali Luberto ha aggiunto che “stiamo rischiando la nostra stessa libertà di voto, cerchiamo di reagire. Da calabrese vi dico che siamo sull’orlo del baratro”.
Il generale Pasquale Angelosanto, comandante del Raggruppamento operativo speciale (Ros) dei carabinieri ha sottolineato come “la pericolosità della ‘ndrangheta non sia solo nella sua capacità di controllare il territorio ma anche nella sua enorme ricchezza che gli consente una straordinaria capacità corruttiva”.
Il colonnello del Ros Lorenzo Sabatino ha reso noto che sono state sequestrate ben 57 società, “in molti casi ci siamo trovati di fronti soggetti che dichiaravano reddito zero e che invece avevano a disposizione mezzi e case di lusso”.
Il comandante del Ros di Catanzaro, il maggiore Giovanni Migliavacca, ha voluto ricordare “la dedizione e l’impegno dei carabinieri che con il loro lavoro sono riusciti a ricostruire 15 anni di storia criminale”.
Fonte: Ansa; Il Lametino. Ministero dell’interno
Il Circolaccio