Maxitruffa ai francescani, sarà chiesto il processo per tre frati
Un ammanco da 20 milioni di euro nel periodo 2007-2014, scoperto dai nuovi economi, aveva portato nel 2014 all’indagine imperniata sul «sedicente investitore-fiduciario», Leonida Rossi, morto suicida a 78 anni
Cosa resta dei 49,5 milioni di euro consegnati dai «poverelli d’Assisi» a Leonida Rossi, 78enne broker, italiano di nascita, milanese d’adozione, kenyano di residenza e svizzero per sedicente attività fiduciaria che prometteva interessi del 13% sui capitali affidatigli? Poco o nulla dei soldi, ma un processo sì, quello resterà.
Frati contro frati. Perché — dopo il suicidio il 26 novembre 2015 nella sua villetta di Lurago d’Erba (in provincia di Como) di quel «signor Rossi» che si era guadagnato la fiducia dei frati, in quanto sempre disponibile a risolvere i loro problemi —, la Procura aveva chiesto al gip l’archiviazione dei tre frati economi che gli avevano affidato i soldi, ritenendo che «l’assenza di prova di un fine di profitto personale da parte degli economi, ovvero degli altri religiosi a cui gli stessi economi dovevano riferire», inducesse a escludere l’ipotesi di appropriazione indebita.
Ma a opporsi era stata (con l’avvocato Federico Pezzani) la Casa Generalizia dell’Ordine dei Frati Minori. E ora la giudice delle indagini preliminari Maria Vicidomini ha accolto questa opposizione, ha respinto l’archiviazione chiesta dal pm Adriano Scudieri, e ha ordinato alla Procura di formulare la richiesta di rinvio a giudizio (per l’ipotesi di reato di appropriazione indebita) nei confronti di Giancarlo Lati, ex economo della Casa Generalizia, di Renato Beretta, ex economo della Provincia di Lombardia San Carlo Borromeo dei Frati Minori, e di Clemente Moriggi, ex economo della Conferenza dei ministri provinciali dei Frati Minori d’Italia.
Fonte : Il Corriere