Quello che sta accadendo a Castelvetrano in questi mesi è a dir poco da regime totalitario.
Torna in mente , a chi ama il cinema, il famoso film di Costa Gavras: “La Confessione”
La storia del film si svolge a Praga, nel 1951. Un alto funzionario del regime comunista viene accusato di tradimento a favore degli Stati Uniti. Benché innocente, si troverà a dover firmare una confessione che gli è stata estorta con la tortura. Confesserà crimini mai commessi che i suoi carnefici gli fanno imparare a memoria pur di ottenere la salvezza anche per la sua famiglia.
La si finisca con queste banalizzazioni che indicano continuamente i castelvetranesi come “tutti compiacenti”. La Mafia a Castelvetrano, come in altre città siciliane ,esiste da decenni e lo Stato , con politici e vari, funzionari corrotti ci è andata a braccetto per molti anni.
Matteo Messina Denaro come tutti i mafiosi di rilievo conosce le debolezze del sistema e ne ha sempre approfittato. Ma “lu siccu” non è “minchia” ,sa bene che per la sua latitanza occorrono tanti soldi e alte protezioni. E visto che, da 25 anni non lo riescono a prendere dopo aver fatto terra bruciata e distruggendo un territorio senza riuscire nell’intento , risulta evidente che qualche “errore” è stato compiuto da parte degli inquirenti. Dopo il “botto ” delle aziende di Giuseppe Grigoli tutti pensavano che Matteo Messina Denaro avesse i giorni contati. Hanno detto al processo che ,una montagna di soldi di quelle aziende erano destinati alla sua latitanza e che Grigoli fosse il suo prestanome. Togliendo 700 milioni di Euro dalle sue mani, la latitanza di Matteo il boss, avrebbe dovuto subire una forte limitazione. Invece, dopo 10 anni dall’arresto di Grigoli, una montagna di inchieste, decine di aziende andate fallite, migliaia di posti di lavoro persi, Messina Denaro è ancora libero e Castelvetrano in macerie. “C’è un detto siciliano che dice “Chianci lu giustu pi lu piccaturi”. Su Castelvetrano e le sue disgrazie diversi antimafiosi hanno fatto carriera, consulenti e magistrati con il caso Saguto sembrerebbe che si siano arricchiti alla faccia della sodomizzazione di tanti castelvetranesi. Tutto questo non è vittimismo è verità! Ti sei preso il caffè con un parente di Messina Denaro? Sei mafioso zitto e mutu! Hai lavorato per Grigoli o aziende sequestrate? Sei quasi mafioso e meriti la miseria! Adesso, piaccia o no, i castelvetranesi devono stare con la testa calata tranne se non fanno parte dell’area politica vicina all’attuale Ministro Minniti. “UNA CONFESSIONE GENERALE alla COSTA GAVRAS” ci salverà? Gli amici del Ministro hanno il salvacondotto. Infatti, sono nati e vissuti in un altro mondo e non hanno mai avuto a che fare con il comune o con imprenditori finiti sotto inchiesta. Non ci crede nessuno ma facciamo finta che sia così.
L’ultima beffa, per i castelvetranesi arriva in queste ore. In una città devastata dalla “munnizza” e da seri problemi economici, arriva il Prefetto di Trapani per dire che i capannoni dell’ex “stabilimento Gruppo Sei GDO” serviranno per dare un tetto agli extracomunitari. Altro che grandi aziende del nord per dare sviluppo al territorio. La struttura servirà come campo d’accoglienza. Nulla togliendo a questi poveri migranti in difficoltà, ma gli ex dipendenti dell’azienda e l’intera città ,si aspettava una risposta diversa. La verità è una sola: Lo Stato sulla vicenda del Gruppo 6 GDO ha perso la faccia.
La mafia non si combatte solo con gli arresti o con la logica del sospetto. Chi commette dei reati, con prove tangibili deve pagare e questo è fuori discussione . Le sentenze si rispettano ma non bastano, occorre altro. Devastanti invece, le “sentenze” politiche. Aiutare davvero una comunità lacerata a rinascere, a ricostruire un futuro, soprattutto per i ragazzi , necessita di molte cose e non solo di colpi di bastone a muzzu. La classe dirigente che ha gestito Castelvetrano negli ultimi 20, anni ha grosse colpe e assolverla in massa è un grave errore storico. Qualcuno ha sbagliato, lo sa bene e non sta pagando il conto. Prendetevela con chi si è arricchito ingiustamente, con chi in qualche modo ha aiutato mafia e il malaffare con il potere e l’arroganza ,schiacciando questa città nei principi elementari del diritto. Non possono pagare pegno i padri di famiglia che si spaccano la schiena per vivere e chi non ha i soldi per mantenere i figli a scuola. Siate più rispettosi dei castelvetranesi laboriosi che si aspettano risposte concrete dallo Stato ,per cacciare la mafia per sempre dalla bellissima terra di Sicilia. Siate giusti e fate pagare il conto ai furbi che se la ridono alle spalle di tutti
Il Circolaccio
Cecco Angiolieri