Dopo il Bacio Perugina, il Bacio più celebre? Fra Totò Riina e Giulio Andreotti. Ci fu o no?
Di sicuro il bacio tra  Pino Giammarinaro di Salemi , pupillo dei Salvo e anche di Andreotti che alle elezioni del 1990 prese 50 mila voti di preferenza ci fu.
Da Pino Giammarinaro detto “la montagna” andarono tanti politici e medici. Compreso  l’ex sindaco di Castelvetrano, Gianni Pompeo che, per anni, fu suo alleato nella guerra contro Mimmo Turano. Anche ex consiglieri comunali  e assessori di Castelvetrano erano assidui frequentatori della casa di Giammarinaro  quando era “potente”e adesso, in molti , lo rinnegano

 

In occasione della celebrazione del processo a carico di Giulio Andreotti, imputato del reato di associazione mafiosa, molto scalpore destò il presunto incontro che si sarebbe svolto a Palermo tra lo stesso Andreotti e Salvatore Riina in casa di Ignazio Salvo.

Così il collaboratore Di Maggio, al processo di primo grado a carico dell’on. Andreotti, descrisse l’incontro che sarebbe avvenuto tra quest’ultimo e Totò Riina, in casa di Ignazio Salvo a Palermo, incontro che le dichiarazioni dei collaboratori consentono di collocare nel settembre del 1987 :

P.M. SCARPIN.: vuole raccontare che successe? DI MAGGIO B.: successe che un giorno viene all’officina a chiamarmi ANGELO LA BARBERA, dicendo di… un giorno… e non ricordo che giorno era, nel primo pomeriggio, verso le due, due e mezza, dice: “devi prendere la macchina, devi venire là, al pollaio”, che sarebbe dietro la CASA DEL SOLE. E così dice, “però devi venire pulito, vestito ben pulito”. E allora io quel giorno, vestito pulito, vado là, arrivo prima nel pollaio, aspetto; nel frattempo arriva TOTO’ RIINA e PINO SANSONE. Così SALVATORE RIINA si mette sopra la macchina con me e ci siamo avviati; e mi ha detto, dice: “dobbiamo andare nella casa di IGNAZIO SALVO”. E così siamo andati nella casa di IGNAZIO SALVO. Ad aspettare davanti al cancello, diciamo di dietro, perché di dietro c’era un ingresso che va verso i garage.

PRESIDENTE: che significa “di dietro”? DI MAGGIO B.: no la strada principale.

PRESIDENTE: non dalla strada principale. DI MAGGIO B.: no. Era la strada che… diciamo, laterale.

P.M. SCARPIN.: quindi vuol dire che non era l’ingresso principale? Era un ingresso secondario? E’ questo che vuol dire? DI MAGGIO B.: sì, sì.

P.M. SCARPIN.: uhm. Andiamo avanti! DI MAGGIO B.: e allora siamo and… c’era là ad aspettare PAOLO RABITO, ci ha aperto il cancello, e siamo entrati direttamente con la macchina sotto il garage. Così ci siamo messi sull’ascensore e siamo saliti io, PAOLO e TOTO’ RIINA all’attico, dove è arrivato IGNAZIO SALVO, ci è venuto a salutare. E allora abbiamo percorso il corridoio, e siamo entrati nel salotto. E lì così vidi l’Onorevole LIMA e l’Onorevole ANDREOTTI. E allora, loro si sono alzati, l’Onorevole ANDREOTTI e LIMA. E RIINA li appronta e… e li bacia; un bacio sulle guance, uno a destra e uno a sinistra. E così dice: “questo è BALDUCCIO”. Io gli dò la mano, lo saluto, e RIINA mi dice: “vattene là dentro”. E me ne sono andato nella stanza, diciamo, nella cucina. Nella cucina dove c’era PAOLO RABITO, e sono stato là con PAOLO RABITO a parlare del più e del meno, e così dopo un po’ di tempo, viene “‘U ZU IGNAZIO”, SALVO, mi viene a chiamare, dice: “vieni, a salutare, che dovete andare via”. Così sono andato là dentro, ho salutato, RIINA ha salutato di nuovo, e ci ha accompagnato all’ascensore. Dall’ascensore siamo andati in garage, abbiamo preso la macchina, e ce ne siamo andati. E allora, per la strada RIINA, diciamo, non mi disse la conversazione che hanno avuto, quello che non hanno avuto, però mi ha detto questo discorso, di tenerlo abbastanza chiuso. Poi mi domanda di suo compare, come stava, come non stava, della mia famiglia, discorsi così.

P.M. SCARPIN.: senta, torniamo un attimo indietro. Ci vuole descrivere la stanza nella quale lei vide, quando entrò con RIINA, l’Onorevole ANDREOTTI e l’Onorevole LIMA? DI MAGGIO B.: sì. E allora, si… si accedeva a questo corridoio, sulla… sul lato destro, c’era questo so… soggiorno, era un soggiorno grande, diciamo, due… tipo due stanze, belle grandi. Dove entrando, alla mia sinistra c’era una libreria, sempre a sinistra c’era una scrivania, poi c’erano sul lato, la libreria, i divani, poi c’erano… sul lato destro c’era un tavolo, e dei tappeti per terra. Poi guardando sopra sul lato destro, c’era un grande terrazzo con tanti fiori.
P.M. SCARPIN.: lei ricorda come era vestito ANDREOTTI? DI MAGGIO B.: mah, non ricordo, però mi sembra un tipo scuro, un vestito scuro.

P.M. SCARPIN.: senta, lei ha detto che gli ha stretto la mano. DI MAGGIO B.: sì.

P.M. SCARPIN.: si è reso conto dell’altezza di ANDREOTTI? Più o meno, ci può dire quando lo ha visto che altezza aveva? DI MAGGIO B.: mah, altezza vera è, diciamo, era abbastanza alto, diciamo. Però l’altezza qua… non lo so dire, perché mica io metto a misurare le persone!

P.M. SCARPIN.: ho capito. Abbastanza alto. Senta, vuole descrivere ora la stanza nella quale lei attese, insieme a PAOLO RABITO che si concludesse l’incontro? DI MAGGIO B.: una grande cucina, con un grande tavolo… una, diciamo, una stanza, una cucina da pranzo.

P.M. SCARPIN.: quanto tempo durò questo incontro? DI MAGGIO B.: mah, non guardavo l’orologio, ma però penso dalle due ore, alle tre ore, qualcosa del genere”

Il Tribunale, sul punto, ritenne che potessero ritenersi acquisiti alcuni dati e cioè che “Di Maggio e Riina giunsero a casa di Ignazio Salvo in orario compreso tra le 14,30 e le 15; − L’incontro duro’ a lungo, da un minimo di due ore ad un massimo di tre ore e mezza, con la conseguenza che la presenza di Giulio Andreotti in quella casa si era protratta fino ad un orario compreso tra (con riferimento ad un colloquio durato due ore) le 16,30/17 e (con riferimento ad un colloquio durato tre ore e mezzo) le 18/18,30”.

Già in fase di indagini preliminari, peraltro, il Di Maggio aveva dichiarato che mentre si svolgeva l’incontro tra Riina e Andreotti lui era rimasto ad aspettare per un tempo di circa tre ore tre ore e mezza. Queste affermazioni furono poi sostanzialmente confermate nel corso del dibattimento svoltosi dinanzi la Corte di Assise di Perugia che vedeva Andretti imputato dell’omicidio Pecorelli. In questa occasione Di Maggio confermò i suddetti tempi sia pure spostandoli in avanti, dichiarando infatti che lui e Riina giunsero a casa di Ignazio Salvo non più verso le 14,30/15, bensì verso le 15,30 e riducendo la durata dell’incontro a due ore e mezza o tre ore. Tenuto conto delle contestazioni della difesa che rilevò la difformità, circa la durata dell’incontro, tra quanto dichiarato dal Di Maggio nelle due occasioni, può dirsi stabilito, sia pure in termini approssimativi, che la durata della presenza di Andreotti a casa di Ignazio Salvo si protrasse da due ore a tre ore e mezza e il relativo orario tra le 14,30/15,30, e le 16,30/19.

Continua
Fnte : Sicilia Informazioni
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