Ancora un caso che dimostra quanto sia importante rivedere alcune norme a tutela degli indagati.
Il processo mediatico aveva distrutto la vita del senatore e adesso è stato assolto
Troppo spesso certa stampa al servizio dei giustialisti dentro le procure e i partiti fa uso esagerato del diritto di cronaca
Notizie sommarie di fine settimana. Il senatore alfaniano Pietro Aiello dopo sette anni è stato assolto in via definitiva dall’accusa di voto di scambio a favore della ’ndrangheta; «penso alla mia famiglia, alla quale è stata inflitta un’umiliazione inqualificabile», ha detto Aiello.
L’ex sindaco di Campagnatico (Grosseto), il forzista Elismo Pesucci, dopo otto anni è stato assolto dal tribunale dall’accusa di corruzione per cui ha fatto tre mesi di carcere con isolamento diurno e tre mesi ai domiciliari; «hanno ammazzato me e la mia famiglia», ha detto Pesucci.
L’imprenditore Fabio Borrelli, nome nobile della sartoria napoletana, è stato assolto dopo otto anni dall’accusa di truffa per ottenere finanziamenti pubblici per cui era finito in galera; l’azienda ha chiuso, trecento dipendenti hanno perso il posto; «giustizia è arrivata, ma troppo tardi», ha detto Borrelli. Paolo Macchiarini, esperto di fama internazionale di biotrapianti, autore a Barcellona del primo trapianto di trachea al mondo, è stato assolto in appello dopo cinque anni dall’accusa di truffa ai danni dei pazienti per cui passò dagli arresti domiciliari; Macchiarini non ha detto niente. Cinquantuno imputati, fra consiglieri comunali e segretari, dopo tre anni sono stati assolti o prosciolti a Catania da accuse di falso, truffa e abuso al fine di «procacciarsi un sostanzioso stipendio mensile di circa 1500 euro»; l’inchiesta era partita da una segnalazione dei Cinque Stelle. Scusate tanto, è che la corruzione è percepita, le assoluzioni no.