Povera Sicilia e poveri siciliani.
Ormai per i politici la mafia è dovunque
Invece di discutere sul come risolvere le spinose questioni di questa difficile terra,i candidati alla presidenza continuano ad insultarsi. Tutti invocano il sospetto di infiltrazioni mafiose. La magistratura prende sempre più potere e la democrazia continua a morire ogni giorno di più.
Nessuna proposta seria su come risolvere i problemi delle famiglie siciliane e dei giovani che fuggono da questa bellissima terra e fanno anche bene. Qui c’è spazio solo per avvocati , magistrati e operatori dell’antimafia che si sono anche conquistati un posto di lavoro
Questa è ormai una terra di folli scatenati
La nostra speranza continua a morire ogni giorno di più.
Tutti indagati e sospettati
Nella lista di Palermo dei 5stelle è candidato Giacomo Li Destri, cugino di primo grado del’omonimo Giacomo Li Destri, sotto processo per associazione a delinquere di stampo mafioso e ritenuto referente di Cosa Nostra a Caltavuturo”.
A denunciarlo è il candidato della sinistra, Claudio Fava, che parla di candidatura “inopportuna politicamente e moralmente” . Fava non è nuovo a queste denunce. E’ stato lui a tirar fuori parentele di uomini che appoggiano candidati di centrosinistra e intercettazioni penalmente non rilevanti ma che ha definito ‘eticamente inaccettabli’ di candidati di centrodestra. Per queste affermazioni ha già incassato una querela.
Adesso nel mirino mette i 5 stelle con una vicenda che era già nota e circolava sui social ma che Fava porta direttamente nella campagna elettorale ufficiale. “Dalle intercettazioni telefoniche inserite nell’ordinanza che è pubblica – dice Fava – emergono rapporti concreti tra il candidato del M5s Li Destri e il cugino presunto capomafia sotto processo. Quest’ultimo lo rassicura su una presunta richiesta di pizzo nei confronti del parente”.
La vicenda riguarda Giacomo Li Destri, l’imprenditore di Caltavuturo che ha realizzato materialmente ‘la trazzera’, quel pezzo di strada messa in piedi alla ‘meno peggio’ per scavalcare il ponte Himera crollato prima che venisse ralizzata la bretella. una strada che tanti siciliani hanno usato ‘in emergenza’ ringraziando i grilli che la realizzarono con i soldi restituiti dagli stipendi e con Li Destri che si fece pagare le sole spese.
Ma suo cugino omonimo è sotto processo perchè indicato come affiliato alla mafia di Trabia. Lui, in quel processo, è parte lesa ma secondo le notizie di stampa avrebbe realizzato lavori gratuiti per una impresa come forma di pagamento del pizzo. Insomma non si sarebbe sottratto al ricatto mafioso e si sarebbe messo a posto. Nulla di penalmente rilevante, al contrario, come detto, è parte lesa. Ma Fava mostra una ordinanza dell’operazione black – cat che direbbe il contrario. (QUI LA VIDEO INTERVSITA A FAVA)
Li Destri, invece, parla solo di schizzi di fango messi in circolazione ad arte. E da qui arriva la seconda querela di questa campagna elettorale per Fava. Ad annuncirla è proprio Li Destri. “Sono stato sentito dai carabinieri immediatamente dopo l’arresto di mio cugino – scrive su facebook – a loro ho confermato di non avere più rapporti con mio cugino da quasi trent’anni. È tutto a verbale, l’onorevole Fava può andare a cercarselo. Così come non gli può sfuggire che, se così non fosse, io stesso sarei stato denunciato per aver detto il falso. È evidente l’intento diffamatorio delle frasi di Fava per questo ho dato mandato ai miei legali di quererarlo”.
Ma tanto basta in questa campagna di veleni per far esplodere e proseguire la polemica e cancellare qualsiasi altro argomento. Impresentabili a destra, impresentabili a sinistra, ora impresentabili a 5 stelle. Tutti dicono tutto su tutti. Commissione Antimafia che non riesce a fare in tempo le verifiche (o forse con questa scusa si tira fuori da una polemica velenosa). E a 5 giorni dalle elezioni torna anche una inchiesta su Berlusconi accusato perfino di essere il mandante delle stragi del ’93.
Insomma un’altra campagna elettorale fatta sotto i palazzi di giustizia, alla ricerca di motivazioni etiche per attaccare l’avversario anche quando le vicende non sono penalmente rilevanti. Un’altra campagna nella quale contano i veleni e non i programmi, conta la demolizione dell’avversario e non la costruzione del proprio consenso. Un’altra campagna, insomma, senza nulla da dire ai siciliani nella quale sarebbe ilc aso di dire: ‘chi non ha peccato scagli la prima pietra’, ma siamo certi che farebbero tutti a gara per lanciarla questa prima pietra perchè, nonostante tutto, si sentono tutti limpidi e specchiati.
Fonte: Blog Sicilia
Il Circolaccio