l baciamano e l’incontro a Roma
La città eterna del boss Rinzivillo con diverse autorità
Il gelese pedinato nella Capitale. Discuteva con un dirigente regionale dell’incontro con “uno della combriccola” del sindaco Raggi.
Salvatore Rinzivillo era uno a cui bisognava portare rispetto. Persino ricorrendo al baciamano che, scrive il giudice che nelle settimane scorse ha arrestato il boss gelese, “evidentemente non appartiene solo alle sceneggiature cinematografiche”.
Fu l’avvocato romano Leonardo Ferlito a chinarsi al cospetto dell’ultimo rappresentante della famiglia mafiosa di Gela finito nei guai giudiziari. E lo fece in pubblico, nel maggio dell’anno scorso, “con assoluta deferenza, addirittura il baciamano” nell’affollato ristorante “Da Brando” in via Flaminia Vecchia. L’avvocato Ferlito era al tavolo con il collega Giandomenico D’Ambra, arrestato con l’accusa di essere il riferimento romano di Rinzivillo. Solo che al locale c’erano pure i finanzieri del Gico che hanno stilato un’informativa confluita nelle carte del blitz delle scorse settimane coordinato dal procuratore di Caltanissetta Amedeo Bertone e dell’aggiunto Lia Sava.
Rinzivillo aveva grande stima dei due avvocati, era convinto, annota il gip David Salvucci, che fossero “capaci di cambiare le sorti giudiziarie dei propri clienti”. Se ci riuscissero davvero e, soprattutto, in che modo è oggetto di ulteriori approfondimenti investigativi. Di certo c’è che nella misura cautelare si parla di “un avvocato che in Cassazione conosce a tutti” e “che riusciva a far ritardare la discussione dei processi in Cassazione, probabilmente attraverso la corruzione di un cancelliere”.
Processi, ma anche affari. Sono tanti i motivi per cui si andava a Roma. Ce n’era un ballo, ancora da scoprire, per cui Rinzivillo aveva dato mandato a un emissario molto particolare. E cioè Filippo Guarnaccia, pure lui gelese e pure lui arrestato, dirigente dell’assessorato regionale all’Agricoltura, responsabile della “Ripartizione Faunistica Venatoria” di Enna. Nel luglio del 2016 i poliziotti della Squadra mobile nissena lo intercettarono mentre spiegava a Rinzivillo di essere arrivato a Roma: “… e ca sugnu, stamu aspittannu all’amicu, chiddru da fotografia. chissu è na combriccola ca fici acchianari u sinnacu nuovo … chistu”.
Aveva, dunque, un appuntamento, probabilmente in banca, con qualcuno della combriccola del neo sindaco di Roma. “Si ritiene – scrive il Gip – che il nuovo sindaco a cui faceva riferimento Filippo Guarnaccia fosse il nuovo sindaco di Roma, Virginia Raggi, che veniva eletta proprio poco prima”.
Quando nel 21014 arrestarono a Bratislava, in Slovacchia, Sergio Giovanni Gandolfo, esponente di spicco della famiglia mafiosa catanese dei Mazzei, i Carcagnusi, Rinzivillo si era attivato per chiedere aiuto a Marco Lazzari, carabiniere in forza ai Servizi segreti, dopo essere sopravvissuto all’attentato di Nassirya. Lazzari aveva”chiamato Giando (Giandomenico D’Ambra, ndr) perché a Ferlito lo posso aiutare tramite una relazione dei Servizi… perché i Servizi lì riescono ad essere più potenti”.
A Roma si è ormai trasferito a vivere Giuseppe Guttadauro, capomafia di Brancaccio, dopo avere finito di scontare la condanna. Dall’inchiesta sono emersi i contatti fra Rinzivillo e il figlio del boss, Francesco, che tra Roma e l’Africa si occupa di import-export di pesce.”Mio padre mi sta dicendo ma perché non viene con sua moglie che mangiamo insieme?”. Risposta di Rinzivillo: “Perfetto, perfetto, domani vengo alla casa”. Anche questo è un capitolo invstigativo da sviluppare.
Fonte : Live Sicilia