E’ semplicemente vergognoso il modo di trattare i dipendenti da parte di Ryanair. Addirittura gli assistenti di volo , tra cui molti siciliani, costretti a lavorare a cottimo con orari pesantissimi e fuori dalle dinamiche contrattuali di legge
Ryanair sta cancellando i voli anche per la protesta dei piloti costretti anche loro a lavorare in condizioni disumane e senza assunzioni a contratto.
L’aspetto normativo è l’elemento più scandaloso.
Ryanair non versa i contributi dei lavoratori in Italia, non applica il contratto previsto dalle leggi italiane , non paga le tasse al nostro Paese e comuni e regioni hanno dato milioni di Euro a Ryanair, in questi anni, per volare dagli aeroporti italiani.
Se una società italiana facesse tutto questo verrebbe sequestrata e suoi amministratori mandati in carcere senza pietà e tutti i sapientoni forcaioli avrebbero scatenato gogne mediatiche sull’illegalità dell’azienda in questione.
Invece, a Ryanair ,che non rispetta nulla delle leggi italiane si danno montagne di soldi pubblici e il DURC non serve. E’ proprio vero in Italia esiste la legalità di convenienza e nessuno parla
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Ryanair e l’assurdo colloquio di lavoro: “La divisa te la paghi tu”
L’esperienza raccontata da un candidato
In questi giorni è agli onori delle cronache il caso Alitalia, sotterrata da gestioni fallimentari e da costi fuori controllo da anni. All’estremo opposto ci sono le compagnie low cost particolarmente agili e dinamiche come Ryanair, che prosperano invece su costi fissi molto bassi e flessibilità. Ma tutto ha un prezzo, come spiega perfettamente l’esperienza di un giovane che ha reso pubblica la sua partecipazione alle selezioni della compagnia irlandese.
Sandro Gianni, questo il suo nome, ha raccontato la sua esperienza sull’assurdo colloquio di lavoro sul sito delle Camere del lavoro autonomo e precario, Clap, partendo dalla selezione che avviene tramite un algoritmo fino all’esperienza nell’albergo di Tor Vergata con i selezionatori: “Ci chiamano e andiamo tutti insieme nel seminterrato dell’albergo, in una sala conferenze. Eliminata la prima decina di candidati con un test di inglese da seconda media, la selezione entra nel vivo. O meglio, nel video. Proiettano una presentazione del lavoro, divisa per sezioni: informazioni tecniche sulle diverse mansioni; procedure di inizio; questioni retributive e contrattuali; possibilità di carriera; criteri di premialità; caratteristiche dell’azienda che offre il lavoro e dell’agenzia di recruitment che assume (due cose diverse: una è Ryan; l’altra una fusione tra Crewlink e Workforce International… sì, si chiama proprio così!)”.
A chi rimane, vengono espresse le tre importanti caratteristiche da avere: parlare inglese, essere disponibili a trasferimenti ed essere sempre flessibili e sorridenti. La selezione prosegue con un video su quanto sia divertente e utile il corso di formazione a bordo. Poi si passa a parlare di retribuzioni: “Si viene pagati un po’ in base all’orario e un po’ a cottimo. Nel senso: un fisso non esiste; sono retribuite solo le ore di volo; si percepisce il 10 per cento su ogni prodotto venduto (…adesso lo capite il perché di tanto rumore?). Il contratto è registrato in Irlanda o nel Regno Unito. Si hanno delle agevolazioni sui viaggi in aereo. Il salario mensile dovrebbe oscillare tra 900 e 1.400 euro lordi, in base al luogo di ricollocamento. “We try to keep the wages homogeneous among our workers”. “Bella l’uguaglianza, quando non schiaccia tutti verso il basso”, penso io. Viene poi fatto cenno a un periodo annuale in cui non si lavora e non si ricevono soldi: da uno a tre mesi. Ma il selezionatore ci assicura che questa pausa non supera (quasi) mai i 30 giorni”.
FONTE: QUI FINANZA
IL CIRCOLACCIO
Cecco Angiolieri